Settemila megattere del Pacifico sarebbero scomparse per fame

I ricercatori hanno osservato un crollo del numero di megattere nel Pacifico causato dalla mancanza di cibo a seguito di un’ondata di caldo anomalo

  • Dopo decenni di caccia la popolazione delle megattere era tornata numerosa.
  • L’ondata di caldo anomalo tra il 2014 e il 2016 ha drasticamente ridotto la disponibilità di cibo nell’oceano Pacifico.
  • Il numero di megattere dopo aver raggiunto il suo picco nel 2012 è crollato del 20% a causa della mancanza di cibo

Scomparse settemila megattere del Pacifico

Nell’oceano Pacifico settentrionale la popolazione di megattere (Megaptera novaeangliae) si era ripresa dopo decenni di lunga e incessante caccia alle balene. Dopo aver vietato la caccia commerciale il loro numero era salito da circa 16 mila del 2002 al picco di 33 mila del 2012. Poi, all’improvviso, il numero di esemplari è tornato a calare. Questa volta sembra che l’impatto umano si sia fatto sentire in modo indiretto. Infatti, la principale causa di questa riduzione è riconducibile a un’ondata di caldo marino anomala nell’oceano Pacifico orientale, registrata tra il 2014 e il 2016 e causata dai cambiamenti climatici, che ha portato a un’aumento di diversi gradi della temperatura superficiale dell’acqua. Dal 2012, la popolazione di megattere si è ridotta di circa 7mila individui poiché questa ondata di caldo, chiamata “Blob”, ha scombussolato l’ecosistema marino facendo calare drasticamente la disponibilità di cibo. Le balene sono letteralmente morte di fame.

Blob, l’ondata di caldo anomalo che ha scombussolato l’ecosistema marino

Il picco di 33.488 individui del 2012 probabilmente rifletteva la ripresa ottimale del numero di megattere nel Pacifico, avvicinandole alla capacità di carico dell’oceano a pieno utilizzo delle risorse alimentari disponibili. Poi tutto è cambiato, dopo il 2012. Secondo una recente ricerca, la popolazione di megattere ha subito un calo del numero di esemplari pari al 20 per cento, pari a circa 7mila individui. Il tutto è stato causato dall’ondata di caldo, denominata Blob, che ha portato le temperature superficiali dell’acqua a 3-6 gradi Celsius sopra la media, lasciando pochi nutrimenti per il fitoplancton, la base della catena alimentare marina. Ciò ha provocato effetti a cascata che si sono riversati su tutto l’ecosistema, lasciando così poco cibo a disposizione, dalle sardine ai leoni marini. I leoni marini della California (Zalophus californianus), ad esempio, subirono le stesse conseguenze, centinaia di cuccioli affamati si arenarono sulle spiagge mentre le loro madri si spingevano sempre più a largo per trovare cibo. Le ondate di caldo oltre a far morire di fame possono abbassare i tassi di riproduzione. Balene femmine troppo magre e debilitate hanno scarse possibilità di riprodursi. Le poche gravidanze e le morti per la fame hanno caratterizzato questa drastica perdita di individui.

Un database per studiare le balene

In tutto sono stati 75 i co-autori della ricerca, pubblicata sulla rivista Royal society open science, a cui hanno partecipato diverse università e organizzazioni. La conclusione dello studio è stata resa possibile dalle centinaia di migliaia di fotografie di megattere e altre balene raccolte nel corso di vent’anni da ricercatori, gruppi di osservazione, kayaker e altre persone civili. Le foto sono state caricate sul sito happywhale.com, un sito di citizen science creato da Ted Cheeseman, uno studente di dottorato presso la Southern Cross University, Australia, e principale autore dello studio. Questo database unito all’intelligenza artificiale ha permesso di incrociare i pattern e le forme presenti sulle code delle megattere come se fosse un riconoscimento facciale, così da rintracciare e monitorare i cambiamenti nelle popolazioni di balene da tutto il mondo.

coda megattera
I pattern e le forme delle code sono state usate come un riconoscimento facciale ©Gregory “Slobirdr” Smith/Flickr

Oceani sani, balene sane

Una pessima qualità dell’habitat comporta una diminuzione della capacità di carico dell’habitat stesso. In poche parole un habitat in pessime condizione non può supportare (fornendo cibo) tutte le specie animali. Tuttavia, le informazioni raccolte nel database possono aiutarci a comprendere i possibili effetti dei cambiamenti climatici. In particolar modo è importantissimo studiare l’andamento delle popolazioni di megattere poiché sono un ottimo indicatore della qualità dell’ecosistema, “oceani sani hanno balene sane e viceversa”, sono le parole di Lars Beijder, altro autore dello studio.

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