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Secondo i modelli tra il 2020 e il 2024 registreremo un aumento tra 1,06°C e 1,62°C al di sopra della media, superando di fatto il record del 2016. Nel frattempo gennaio è stato il più caldo mai registrato.
Dopo il record del 2016, anno più caldo mai registrato da quando si fanno le rilevazioni (+1,16°C), i prossimi cinque anni potrebbero far registrare nuovi record, facendoci superare il limite ritenuto sicuro dall’Accordo di Parigi di 1,5°C, aumentando in misura significativa i rischi e gli impatti dei cambiamenti climatici. A rivelarlo è il Met Office britannico che a fine gennaio ha rilasciato una nota in cui spiega come i modelli abbiano calcolato che l’aumento delle temperature medie dovrebbero essere comprese tra 1,06°C e 1,62°C al di sopra delle condizioni preindustriali, nel periodo compreso tra il 2020 e il 2024.
Gli ultimi cinque anni (2015-2019) hanno già mostrato un riscaldamento medio di 1,09°C, confermando che si tratta del periodo più caldo mai registrato. Temperature coerenti con l’aumento della concentrazione di CO2 e degli altri gas serra in atmosfera.
“Le ultime previsioni quinquennali suggeriscono che il riscaldamento continui, in linea con i livelli elevati di gas serra”, ha detto nella nota Doug Smith del Met Office ed esperto di previsioni. Certo “esistono incertezze all’interno della previsione, ma la maggior parte delle regioni dovrebbe essere più calda e gli schemi di previsione suggeriscono un riscaldamento maggiore, in particolare le parti settentrionali dell’Europa, dell’Asia e del Nord America”.
Nonostante ciò gli autori stimano che il superamento del limite di 1,5°C, rispetto ai valori preindustriali, sia inferiore al 10 per cento. “Un superamento temporaneo di 1,5°C non significa che l’Accordo di Parigi verrà violato”, ha detto Stephen Belcher a capo del Met Office. “La raccomandazione dell’Ipcc di mantenere la temperatura globale al di sotto di questo aumento si riferisce a una media a lungo termine piuttosto che a un singolo anno. Tuttavia, con le nostre previsioni che mostrano un’ulteriore tendenza al riscaldamento, la finestra di opportunità continua a restringersi”.
?#TBT Remember the heatwave this time last year? When we launch our upcoming European State of the Climate you will be able to explore what it was and why it happened #ESOTC
Read February 2019’s temperature bulletin➡️https://t.co/NujZSBzO6e pic.twitter.com/PMI0t3zxHI
— Copernicus ECMWF (@CopernicusECMWF) February 27, 2020
Infatti quando si guarda ai modelli, è la tendenza nel medio e lungo periodo ad essere più rilevante. Un solo anno o un singolo evento hanno, se non poca, alcuna rilevanza statistica. Sono invece i trend che arrivano anche dal Copernicus climate change Service (C3S) a mostrare come, a livello globale, la temperatura stia continuando ad aumentare. Gennaio 2020 è stato infatti il più caldo mai registrato. In Europa il primo mese dell’anno ha fatto registrare ben 3.1°C in più, rispetto ai mesi di gennaio del periodo 1981-2010 e di 0,2°C in più rispetto a quello del 2007, altro anno record. Le temperature medie sono state particolarmente elevate in diverse zone dell’Europa nord-orientale. Alcune aree hanno registrato temperature di oltre 6°C al di sopra della media dei mesi di gennaio del periodo 1981-2010. Confermando ancora una volta l’emergenza climatica e l’assoluta necessità di intervenire sulla riduzione delle emissioni ad effetto serra.
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