Midterm, cosa bisogna aspettarsi dalle elezioni americane di metà mandato

Rafforzamento repubblicano o una nuova era per i democratici? Quali sono i pronostici per i midterm americani? Un approfondimento e un podcast per raccontare le elezioni di metà mandato del 6 novembre.

Il 6 novembre gli Stati Uniti tornano alle urne. Ogni quattro anni, due anni dopo le elezioni presidenziali, si vota per il Congresso, le assemblee elettive dei singoli Stati, e alcuni dei governatori dei singoli Stati. La tornata elettorale si tiene il primo martedì del mese di novembre e riguarda i 435 membri della Camera dei rappresentanti e un terzo dei 100 membri del Senato (in questo caso 35).

Cosa sono i midterm, le elezioni americane di metà mandato

Il nome midterm deriva dal fatto che si svolgono a metà mandato presidenziale. Sono spesso considerate un referendum sulla Casa Bianca e uno strumento per controbilanciare il suo potere eleggendo un Congresso incline a supportare o a osteggiare il presidente in carica.

Le elezioni di metà mandato riguardano anche i governatori di 36 dei 50 stati membri degli Stati Uniti: 34 stati infatti eleggono il loro governatore per un mandato quadriennale, mentre il Vermont e il New Hampshire eleggono i propri governatori per un mandato biennale. Vengono eletti inoltre in questa occasione i membri delle assemblee legislative degli stati membri e degli organi di contea per un mandato di due anni.

Il 6 novembre gli americati tornano alle urne per i midterm, le elezioni americane di metà mandato
Il 6 novembre i cittadini americani tornano alle urne per i midterm, le elezioni americane di metà mandato © Jessica McGowan/Getty Images

I risultati attesi

Da mesi si parla di un’onda blu, colore del Partito democratico, in particolare alla Camera. I democratici trionfano nei sondaggi ed hanno raccolto molte più risorse economiche rispetto ai repubblicani, in particolare dalle donne, come racconta Brendan Quinn di OpenSecrets nel podcast Midterm.

Secondo il sondaggista Larry Sabato dell’Università della Virginia, però, le chance per il partito dei Clinton di riguadagnare il Senato sono poche: “Servirebbe uno tsunami democratico per riconquistare l’intero Congresso”, saldamente in mano ai repubblicani sin dal 2010. Per il presidente Donald Trump gli scenari a Capitol Hill sono due. Il primo vede i repubblicani tenere la maggioranza al Senato e vincere – ma di un soffio – quella alla Camera.

In questo caso la possibilità d’impeachment svanirebbe fino al 2022 (qualora fosse rieletto), i repubblicani potrebbero tornare a smantellare l’Obamacare (la riforma del sistema sanitario voluta dall’ex presidente Barack Obama), lasciare inalterate la legge sulle armi da fuoco, rendere più difficile l’immigrazione negli Stati Uniti e portare a termine una serie di deregulation sulle leggi ambientali, rifiuti e energie rinnovabili. Qualora i democratici riuscissero nell’impresa di riconquistare Capitol Hill, per Trump potrebbe iniziare una spirale discendente, con una nuova serie d’indagini sul suo conto e una cortina di ferro nel ramo legislativo. Da gennaio 2019 sarebbe costretto a governare a suon di ordini esecutivi, come toccato a Obama. E la sua vita diventerebbe un ulteriore inferno, costantemente distratto dai tentativi di depotenziarlo guidati da un congresso democratico.

La via per la vittoria

Per i democratici riconquistare Capitol Hill non sarà semplice, come spiega Larry Sabato che illustra in dettaglio la strategia nel podcast. I democratici devono riprendere 23 seggi alla Camera e superare la soglia dei 50 seggi al Senato. Per fare ciò è necessario lavorare su più fronti.

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Entusiasmo. I democratici hanno bisogno di instillare interesse nei midterm. Solo il 37 per cento degli americani vota solitamente in queste elezioni. La speranza per il 2018 è quella di sfondare il 40 per cento. Se i primi dati mostreranno un’affluenza molto alta ci sono buone speranze che i democratici riprendano controllo almeno della Camera. Secondo il Pew research center, la metà degli elettori registrati ha dichiarato di essere più entusiasta del voto nel 2018 rispetto agli anni precedenti, e l’affluenza alle urne è aumentata nelle elezioni primarie in 31 stati. In particolare, il numero totale di voti espressi nelle primarie democratiche per la Camera degli Stati Uniti è stato superiore dell’84 per cento a luglio rispetto allo stesso punto delle primarie di medio termine del 2014. Un interesse che potrebbe essere guidato dalla forte opposizione a Donald Trump.

Il 6 novembre gli americati tornano alle urne per i midterm, le elezioni americane di metà mandato
Le elezioni di metà mandato riguardano anche i governatori di 36 dei 50 Stati membri degli Stati Uniti © Scott Olson/Getty Images

Minoranze. Secondo il rapper attivista Bruce Franks, il voto dei neri potrà fare una differenza importante in queste elezioni. Franks lavora nella campagna elettorale della senatrice democratica Claire McCaskill, in Missouri. Lo stato di Saint Louis infatti è uno dei più importanti di questa tornata elettorale, un must se i democratici vogliono vincere al Senato. “Avere il voto degli afroamericani in questa e altre corse elettorali è fondamentale”, dice Franks. Più difficile ottenere quello dei latino, più conservatori e tendenzialmente poco propensi ad andare alle urne, spesso per mancanza di adeguata documentazione o per disinteresse politico. Avrebbero un peso chiave in Nevada e in Florida, ma difficilmente saranno l’ago della bilancia.

Giovani e donne. Per Larry Sabato i democratici dovrebbero lavorare sull’affluenza dei giovani, gli americani tra 18 e 29 anni. Ma la sfida è piena di incognite. “Ogni elezione sembra che si registreranno in massa, ma poi non si materializzano mai. È un segmento chiave per i democratici, importantissimo quanto difficile da portare alle urne”. Infine un ruolo centrale alle donne. Oltre ad aver aumentato significativamente il ruolo come sostenitrici delle campagne elettorali (il 34 per cento del totale dei finanziamenti verrà da donne), molto probabilmente, sostengono i sondaggisti, parteciperanno in grande numero alle elezioni. Le donne potrebbero essere un importante ago della bilancia in stati chiave per il Senato come Indiana, Missouri, Florida, Nevada, Arizona e Tennessee.

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