
La maggioranza ha respinto gli emendamenti al dl Giustizia che prevedevano più controlli sul loro funzionamento e provvedimenti per chi li manomette.
Una piccola barca con 51 migranti curdi, tra cui donne e bambini, si è ribaltata davanti alla costa della cittadina calabrese: i residenti si sono tuffati in acqua per salvarli. Commosso il sindaco del paese.
Se i porti italiani ormai sono chiusi, le spiagge italiane ancora no. Mentre l’Europa e l’Italia discutevano dove ricollocare i 49 migranti fatti sbarcare a Malta dopo 19 giorni di attesa in mare a bordo delle navi Sea Watch e Sea Eye, ieri una barca con 51 migranti a bordo, tutti di etnia curda, si è capovolta in piena notte a un centinaio di metri dalla terraferma di Torre Melissa, nella provincia di Crotone, dopo essere stata abbandonata dagli scafisti.
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A salvare i naufraghi, tra cui anche sei donne e quattro bambini di cui uno neonato, sono stati i cittadini della piccola frazione calabrese, che non appena avvertite le grida di aiuto non hanno esitato un momento a gettarsi in mare per portarli al sicuro, e a raccogliere viveri e coperte per i migranti e metter loro a disposizione un intero albergo (semi-vuoto in questo periodo di bassa stagione turistica) dove trovare riparo dal freddo. Uno dei migranti, purtroppo, risulta disperso, mentre gli altri sono in buone condizioni di salute. Una volta messi in sicurezza, sono stati trasferiti nel Centro di accoglienza Sant’Anna di Isola di Capo Rizzuto.
Anche gli addetti della Guardia di finanza della sezione operativa navale di Crotone, presenti sul posto, sono intervenuti nelle operazioni di soccorso. In seguito sono stati rintracciati e arrestati gli scafisti, due russi di 43 e 25 anni che dopo aver abbandonato la barca al proprio destino si erano recati in un albergo del paese spacciandosi per turisti qualsiasi.
Ministro Salvini! Non solo ne sono sbarcati 51, ma sono stati soccorsi, scaldati e ristorati dal sindaco! Si rende conto? Qui si stanno sabotando le sue menzogne e la sua crudeltà! https://t.co/zxpfU3aQpb
— Sandro Veronesi (@SandroVeronesi) 10 gennaio 2019
Quello di Torre Melissa è il primo sbarco del 2019 sulla costa calabrese, dove di tanto in tanto approdano barche a vela provenienti dalla Turchia, dal Medio Oriente o dal Sudest asiatico che spesso riescono a eludere i controlli per via delle loro piccole dimensioni: lo scorso anno sono avvenuti una ventina di sbarchi del genere, quasi sempre ben lontani dai riflettori mediatici e della politica.
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Questa volta l’immediata e spontanea catena dei soccorsi messa in moto dai cittadini ha invece fatto venire alla luce quanto avvenuto. “Sono orgoglioso della mia comunità che ha dimostrato una grande capacità di esternare il bene e di far trionfare la solidarietà – ha detto il sindaco di Torre Melissa, Gino Murgi, che come i suoi concittadini ha partecipato alle operazioni di soccorso –. Di fronte a situazioni come questa emerge l’umanità che si ha dentro: ho visto miei concittadini togliersi il giubbotto per darlo alle persone bagnate e infreddolite. È stata un’esperienza bruttissima vedere tutta quella sofferenza, bambini di uno o due anni nell’acqua, ma allo stesso tempo è stata una pagina di grande umanità”.
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