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Oggi in Pakistan il gruppo talebano Tehrek-e-Taliban Pakistan ha rivendicato l’attentato a Peshawar. All’indomani della strage della scuola di Beslan in Ossezia (era il primo settembre 2004: sequestro di 1.200 persone, poi un’esplosione, un crollo, 331 vittime – 172 tra i bambini), l’ecopsicologa Marcella Danon propose per LifeGate questa riflessione per non sentirsi inermi davanti agli eventi, ma per rafforzare il proprio impegno personale nei confronti della propria vita, di quella dell’umanità e del pianeta, una riflessione da condurre insieme ai nostri “piccoli adulti”.
Che cosa diciamo ai bambini di quanto succede in questi giorni? Che cosa diciamo al nostro “bambino interiore” sgomento davanti agli schermi, ai giornali, ai monitor, che ci fanno partecipare al dramma con una intensità raramente provata prima, giacché i media sono sempre più presenti nei primi piani del mondo e il mondo è presente sempre più in primo piano nella nostra vita?
Che cosa diciamo, per non perderci nel già detto della retorica, nelle facili risposte dell’odio o nell’ancor più facile rimozione di tutto l’accaduto, come fosse un altro terribile telefilm?
Ci sono delle cose che non capiamo. Ci sono delle cose in cui non c’è niente da capire, c’è solo da agire perché non succedano più.
E allora qualcosa dobbiamo dire, qualche cosa dobbiamo fare. Perché il rischio è quello di lasciarsi sopraffare dall’angoscia e questo non vale solo per i bambini, ma anche per noi che bambini siamo stati e per nostri bambini vorremmo creare un mondo degno di essere vissuto.
Non siamo inermi e impotenti davanti a ciò che succede, c’è molto da dire, c’è molto da fare. Siamo tutti abitanti di questo stesso pianeta e non ne abbiamo uno di ricambio e dovremo trovare il modo di vivere tutti insieme. Ogni momento è buono per cominciare a “utilizzare” ciò che succede, anche ciò che succede di brutto, di molto brutto, non come una scusa per creare ancora più odio, ancora più divisione, ancora più violenza, ma per rafforzare la nostra volontà di trovare prima di tutto cosa ci accomuna come esseri umani… l’amore per i bambini, tanto per cominciare.
È necessario fare leva su quanto di bello di grande e di glorioso condividiamo con tutti gli esseri umani, possiamo provare a immaginarci tutti come cellule di un unico organismo, diversi nella forma e nella funzione ma tutti accomunati da una stessa finalità: vivere e far vivere l’organismo intero.
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