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Il crollo di una diga in Myanmar ha provocato la morte di quattro persone, ha reso i terreni agricoli inutilizzabili e ha costretto alla fuga più di 60mila abitanti.
Sono ancora migliaia gli sfollati in Myanmar (ex Birmania) dopo il crollo della diga Swar Chaung, nella regione centromeridionale di Bago. Il 29 agosto uno sfioratore, usato per smaltire le acque in eccesso, ha ceduto: 85 villaggi sono stati sommersi, 4 persone hanno perso la vita, tre sono ancora disperse e 63mila hanno dovuto abbandonare le proprie case, fatte principalmente di bambù e legno. Quasi 40mila abitanti hanno trovato rifugio nei monasteri, grazie alla loro posizione sopraelevata.
La diga, costruita nel 2001, è stata messa a dura prova dalle intense piogge monsoniche che stanno colpendo il Myanmar e che nei prossimi anni, secondo l’Asian development bank, aumenteranno per colpa dei cambiamenti climatici. Il ministro dell’Agricoltura, Kaung Myat Thein, ha dichiarato che gli operai stavano lavorando per accumulare quanta più acqua possibile – quasi 270 milioni di metri cubi – nel bacino prima dell’arrivo della stagione secca. Ha assicurato che un’indagine stabilirà la causa del cedimento, che era “imprevedibile”. Qualche giorno prima dell’incidente, la diga era considerata sicura, nonostante le preoccupazioni degli abitanti. Ora il direttore della EcoDev, un’organizzazione non governativa che lotta per una corretta gestione ambientale del paese, accusa le autorità di non aver lanciato l’allarme.
L’acqua ha invaso i campi: “Tutti i miei terreni sono ricoperti dal fango. Non ho più nulla e non so come farò”, ha raccontato a Reuters Pan Ei Phyu, un ragazzo di 24 anni che è dovuto fuggire insieme alla famiglia e al bestiame. Secondo Zaw Zaw, un agricoltore quarantacinquenne, ci vorranno anni prima che il riso possa di nuovo essere piantato nella regione. Inoltre, il cedimento della diga ha causato il crollo di un ponte sulla strada principale che unisce le città di Yangon e Mandalay, senza provocare vittime.
?? A man and his pig make their way along a flooded street in Taungnu township, in Myanmar’s central #Bago region on August 31. Floods from a dam breach in the region left four people dead and three missing, a ministry official said #SwarChaung
? @ye_aung_thu @AFPPhoto pic.twitter.com/WLGqr9fT2W
— AFP news agency (@AFP) 1 settembre 2018
Il comandante in capo dell’esercito del Myanmar, Min Aung Hlaing, ha postato delle foto che lo ritraggono sul luogo dell’incidente sul social network russo VK, dal momento che Facebook ha rimosso il suo account in seguito alle accuse di genocidio nei confronti del popolo rohingya, minoranza etnica perseguitata dai militari.
Poco più di un mese fa è crollata una diga anche in Laos, riversando sui villaggi cinque miliardi di metri cubi d’acqua e provocando almeno 35 vittime. Nonostante questo, nel paese non si fermano i progetti per la costruzione di nuove centrali idroelettriche: c’è da chiedersi se cambierà qualcosa dopo l’episodio del Myanmar, che ha riacceso i riflettori sulla scarsa sicurezza degli impianti nel Sudest asiatico.
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