Sono 42 le escursioni guidate in programma per il 13 e 14 aprile in tutte le regioni del paese. Un’occasione unica per scoprire il territorio.
Nelle profondità di gole, canyon e orridi
Scavati da fiumi e ghiacciai milioni e milioni di anni fa, i canyon rappresentano un tesoro di importanza geologica e archeologica, oltre che un habitat per piante e animali unici. Scopriamone cinque in Italia.
Il canyon di Gorropu in Sardegna
È lungo un chilometro e mezzo e sprofonda per 500 metri, mentre la larghezza minima in alcuni tratti è di 4-5 metri. La sua formazione e conformazione (siamo nel territorio dell’Ogliastra) si deve alle acque piovane che scendono dal Gennargentu fino al rio Flumineddu e attraversano il Supramonte. Da segnalare riguardo alla flora, l’Aquilegia nuragica o Aquilegia di Gorropu, una pianta erbacea che cresce solo qui e in pochissimi esemplari. Il canyon si può scoprire in fuoristrada o a piedi con diverse escursioni, da quelle facili a quelle riservate agli esperti. In ogni caso fate attenzione: le leggende parlano di spaventose e malvagie creature che abitano la gola…
Gli orridi di Uriezzo in Piemonte
Nella provincia del Verbano, sono l’espressione più evidente e spettacolare dell’erosione di un sistema di torrenti che scorrevano sul fondo del ghiacciaio del Toce che, spesso oltre mille metri, occupava la Valle Antigorio. Oggi quei torrenti non scorrono più tra queste incisioni, dunque è possibile attraversarle a piedi: cavità e cunicoli si scoprono lungo pareti scolpite o lisce. Si possono visitare l’Orrido Sud (lungo circa 200 metri e profondo da 20 a 30 metri), l’Orrido Nord-Est e l’Orrido Ovest. Non perdetevi poi le Marmitte dei Giganti, cavità emisferiche o cilindriche scavate nella roccia, e la Gola di Balmafredda dove i depositi alluvionali sono coperti da prati e pascoli.
L’orrido di Pradis in Friuli Venezia Giulia
Quello delle grotte e dell’orrido di Pradis è uno dei complessi naturalistici più spettacolari della regione. Scavato in rocce calcaree, la sua origine risale a un arco temporale tra i 65 e i 100 milioni di anni fa. Le grotte sono caratterizzate da un colore verde smeraldo, attraverso 270 scalini si scende invece nell’orrido scavato dal torrente Cosa tra salti e cascate, gallerie, archi e ponticelli. Le grotte sono anche un importante sito archeologico per lo studio della Preistoria grazie ai reperti qui rinvenuti, come ad esempio resti di marmotta e utensili dell’uomo di Neanderthal.
Le gole del Sagittario in Abruzzo
Oasi Wwf dal 1991, è riserva naturale dal 1997. Le gole, nel comune di Anversa degli Abruzzi, sono state scavate dal fiume Sagittario e qui, tra rocce e pareti calcaree, abitano il lupo, l’orso marsicano, il cervo, il capriolo e la marmotta gigante, l’aquila reale, il falco pellegrino e il picchio. Tra le specie vegetali troviamo invece il fiordaliso del Sagittario, la Campanula cavolinii e l’Ephedra che si possono anche ammirare nel Giardino botanico. Già che siete da queste parti non mancate la visita al borgo di Anversa, tra i più belli d’Italia, e all’Eremo di San Domenico sull’omonimo lago artificiale.
La gola del Bletterbach in Alto Adige
Otto chilometri di lunghezza e 400 metri di profondità: sono i numeri di questa gola scavata nelle Dolomiti che racconta 40 milioni di anni di storia geologica della Terra. Gli strati di detriti sono ancora visibili così come sono stati depositati, dal porfido, all’arenaria, al gesso. Si può esplorare da soli o con le guide: uno degli itinerari possibili è il Sentiero del Bosco che porta dal centro visitatori alla malga e ritorno, lungo il quale dieci pannelli vi raccontano la vita di api, rane, picchi, funghi, muschi e licheni, insetti e ovini.
Foto di copertina: Alto Adige – Flickr
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