In Nigeria sono le donne a guidare la rivoluzione energetica

Metà dei 198 milioni di abitanti in Nigeria non ha accesso all’energia elettrica, nonostante le riserve petrolifere. Ma entro 10 anni la nazione più popolosa d’Africa vuole raggiungere la quasi totalità della popolazione. Ecco come.

Sono circa 600 milioni le persone che non hanno accesso all’energia elettrica nell’Africa subsahariana. Di questi molti vivono in zone rurali, dove le uniche fonti di energia sono ancora la legna o il carbone. Ed è probabilmente la Nigeria, il paese più popoloso d’Africa, a dover affrontare gli ostacoli maggiori: metà dei 198 milioni di abitanti soffre di povertà energetica. Secondo quanto riporta la Thomson Reuter foundation, la Nigeria ha fissato diversi obiettivi, tra i quali portare l’elettricità al 90 per cento della popolazione entro il 2030. Di questa, almeno un terzo dovrebbe provenire da fonti rinnovabili.

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Piccole imprenditrici, spesso contribuiscono a distribuire l’energia nelle zone rurali. ©Barefootcollege.org

In Nigeria metà della popolazione non ha accesso all’elettricità

Da dove cominciare quindi, in un Paese che esporta il 90 per cento del petrolio estratto? È in questo scenario che sono nate campagne come Power for All, che punta a promuovere l’energia rinnovabile decentralizzata come l’approccio più rapido, economicamente efficiente e sostenibile per l’accesso universale all’energia. Lanciata in Nigeria nel 2016, è guidata da Ify Malo, avvocato e imprenditrice, ed ha recentemente avviato il programma Women Dre (Energia rinnovabile decentralizzata per le donne). L’obiettivo è quello di formare giovani imprenditrici nel settore del fotovoltaico, dando loro la possibilità di diventare produttrici e distributrici di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Le donne che guidano la transizione energetica in Nigeria

C’è poi Damilola Ogunbiyi, ingegnere e la prima donna a guidare la Rural electrification agency (Rea), la principale agenzia della Nigeria responsabile della fornitura di elettricità alle comunità rurali. Non solo, ma la Renewable energy association of Nigeria (Rean) è composta da un consiglio esecutivo a maggioranza femminile (due su tre). Entrambe sono proprietarie di aziende che operano nel settore delle rinnovabili.

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Il progetto Ruwes mira a fornire sia gli strumenti che la formazione perché le donne possano utilizzare metodi più sicuri e sostenibili per la produzione di energia. ©Rural Women Energy Security

L’Usaid (Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale) riporta che “studi di settore hanno dimostrato che investire nelle ragazze e nelle donne ha un impatto positivo sulla produttività e sulla crescita sostenibile”. E che “includere le donne nel team di gestione di un’azienda può portare a una squadra più ricca di idee e di soluzioni”.

Ci sono poi iniziative completamente dedicate alle donne, come la Rural women energy security (Ruwes) che punta a migliorare l’economia rurale e la salute delle donne. Fornisce infatti forni più efficienti e nuove lampade, per cucinare e illuminare le proprie abitazioni e sostituire gli inefficienti e spesso pericolosi per la salute, strumenti di cottura, riscaldamento e illuminazione.

La popolazione della Nigeria potrebbe passare dagli attuali 198 milioni a 411 milioni nel 2050, mentre solo entro il 2020 la domanda di energia elettrica dovrebbe raddoppiare. Numeri che potranno essere gestiti solo investendo nell’uguaglianza di genere e nell’accesso sicuro all’elettricità, distribuita e prodotta da fonti rinnovabili.

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