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Nel 2016 la potenza rinnovabile installata è cresciuta dell’8 per cento, mentre calano i costi delle tecnologie del 10 per cento.
Boom di rinnovabili nel mondo. Nel 2016 a livello globale la nuova capacità installata – escludendo i grossi impianti idroelettrici – è aumentata del 9 per cento, 138,5 gigawatt nel 2016 contro i 127,5 gigawatt del 2015, mentre sono stati investiti 241,6 miliardi di dollari in energie verdi, quasi un quarto in meno (23 per cento) rispetto all’anno prima. I dati arrivano dall’ultimo rapporto “Global Trends in Renewable Energy Investment 2017” dell’Unep, il programma ambientale delle Nazioni Unite, redatto in collaborazione con Frankfurt School-Unep Collaborating Centre e Bloomberg New Energy Finance.
In generale, secondo il rapporto dell’Unep, di fronte a una crescita della capacità installata di energia rinnovabile la spesa media di capitale per megawatt, per fotovoltaico ed eolico, è calata di oltre il 10 per cento, in parte grazie al minor costo delle tecnologie rinnovabili.
Clean energy provided 55% of all new energy capacity in 2016 & investment was double the amount for fossil fuels https://t.co/RhMv6lljDj
— BloombergNEF (@BloombergNEF) 7 aprile 2017
Gli investimenti in capacità rinnovabile sono stati circa il doppio rispetto agli investimenti in generazione elettrica da combustibili fossili; e la nuova potenza rinnovabile è pari al 55 per cento di tutta la nuova potenza elettrica installata nel mondo lo scorso anno, la massima percentuale riscontrata fino ad ora. Questo è il segnale che oggi conviene di più investire in rinnovabili che in combustibili fossili. La quota di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili, escluse le grandi centrali idroelettriche, è salita dal 10,3 per cento al 11,3 per cento con conseguente riduzione delle emissioni di circa 1,7 gigatonnellate di anidride carbonica.
Gran parte del calo dei finanziamenti sono legati a una riduzione dei costi delle tecnologie. Il rapporto ha tuttavia documentato un rallentamento degli investimenti da parte di Cina, Giappone e di alcuni mercati emergenti. Gli investimenti in energie rinnovabili nei paesi in via di sviluppo sono scesi a 117 miliardi di dollari (-30 per cento), mentre nelle economie sviluppate le risorse economiche investite sono stati pari a 125 miliardi di dollari (-14 per cento). La Cina ha visto calare gli investimenti del 32 per cento a 78,3 miliardi di dollari, rompendo una tendenza al rialzo degli ultimi 11 anni. Messico, Cile, Uruguay, Sud Africa e Marocco hanno ridotto gli investimenti in energie verdi a causa di un rallentamento dell’aumento della domanda elettrica, in parte dovuto all’efficienza energetica, e a un ritardo delle aste e dei sistemi di finanziamento. La Giordania è invece uno dei pochi Paesi che ha visto un’inversione del trend con investimenti in aumento del 148 per cento, pari a 1,2 miliardi di dollari.
Anche gli Stati Uniti hanno contenuto il loro impegno economico a favore delle rinnovabili del 10 per cento (46,4 miliardi di dollari), così come il Giappone che ha contratto del 56 per cento (14,4 miliardi di dollari).
Degna di nota l’Europa che, nonostante la diminuzione dei costi delle tecnologie, ha registrato un segno positivo delle risorse allocate con un aumento del 3 per cento (59,8 miliardi di dollari) rispetto al 2015. A trainare il vecchio continente sono soprattutto il Regno Unito (24 miliardi di dollari) e la Germania (13,2 miliardi di dollari).
Nel solare fotovoltaico lo scorso anno sono stati investiti a livello globale 113,7 miliardi di dollari (-34 per cento rispetto al 2015), mentre la capacità installata è aumentata di 75 gigawatt, segnando un nuovo record. Per quanto riguarda l’eolico gli investimenti sono stati di 112 miliardi e mezzo (-9 per cento) per una nuova capacità installata di 54 gigawatt, in lieve diminuzione rispetto ai 63 gigawatt del 2015.
Un segnale positivo è venuto dalle aste per il solare e l’energia eolica di tutto il mondo, dove sono state aggiudicate tariffe che anche solo pochi anni fa sarebbe stato impensabile poterle attuare. I record stabiliti lo scorso anno sono stati di 29,10 dollari al megawattora per il solare in Cile e 30 dollari per megawattora per eolico onshore in Marocco.
Non è tutto oro quello che luccica. Gli autori del rapporto avvertono infatti che, proprio grazie alla riduzione dei costi delle tecnologie rinnovabili, alcuni grandi Paesi stanno riducendo i loro investimenti nel settore dell’energia verde. E questo è un rischio, perché il comparto non è ancora pronto per camminare completamente sulle proprie gambe. Del resto, anche i combustibili fossili ancora oggi ricevono miliardi di dollari di sussidi. Il rischio è quello di lasciare solo il settore delle rinnovabili prima che possano essere raggiunti gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra in base agli impegni presi con l’Accordo di Parigi.
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