
Secondo Greenpeace la caccia alle balene da parte del Giappone è inutile e serve solo a “mantenere un ente del ministero della Pesca”.
Nonostante la forte opposizione internazionale il ministro della pesca norvegese ha annunciato un aumento della quota di balene cacciabili del 28%.
Le balene, oltre ad essere creature meravigliose, mantengono vivi gli oceani e, addirittura, alterano la composizione dell’atmosfera con le loro feci. La loro scomparsa, insomma, causerebbe effetti negativi a cascata. Ciononostante Giappone, Norvegia e Islanda continuano a cacciare questi giganteschi animali. La Norvegia ha perfino annunciato di aver aumentato il numero degli esemplari cacciabili durante il 2018.
L’incremento delle balene da abbattere, annunciato dal ministro della pesca norvegese, è pari al 28 per cento rispetto allo scorso anno. In totale saranno arpionate e uccise 1.278 balene. Il provvedimento sarebbe stato adottato nel tentativo di rilanciare questa pratica ormai, giustamente, in declino. “Spero che la nuova quota costituisca un buon punto di partenza per una buona stagione per l’industria della caccia alle balene”, ha dichiarato il ministro della pesca Per Sandberg.
La Norvegia, insieme all’Islanda, è l’unico paese al mondo a consentire la caccia alle balene per scopi alimentari (il Giappone continua a trincerarsi dietro motivazioni “scientifiche”) e non ha mai accettato la moratoria stabilita nel 1986 dalla Commissione baleniera internazionale (Iwc). Eppure il declino dell’industria è senza dubbio influenzato dal fatto che sempre più consumatori rifiutano di mangiare carne di balena.
Proprio su questo fa leva Greenpeace, evidenziato l’anacronismo di tale pratica. “Crediamo che la Norvegia dovrebbe accettare il divieto di caccia alle balene e la diffusa opposizione a questo tipo di caccia, oltre alla mancanza di mercato locale per tali prodotti, e chiudere questa industria superflua e superata – ha dichiarato Truls Gulowsen, direttore di Greenpeace Norvegia. – Le baleniere norvegesi appartengono al passato, sono mantenute solo per ragioni politiche e dovrebbero essere eliminate il più rapidamente possibile”.
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