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Storica decisione da parte del presidente degli Stati Uniti. Il tanto discusso oleodotto, che avrebbe dovuto collegare il Canada al Golfo del Messico, non si farà.
Era nell’aria una decisione di questa portata. Dopo l’abbandono della Shell delle perforazioni artiche e l’annuncio delle cancellazioni per le perforazioni in Alaska, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha messo definitivamente la parola fine al progetto del tanto discusso oleodotto Keystone XL.
Lo ha annunciato in una conferenza stampa, con accanto il segretario di Stato John Kerry, che molto ha spinto verso questa decisione, spiegando che “la costruzione dell’oleodotto Keystone XL non è più nell’interesse della sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.
“If we want to prevent the worst effects of climate change before it’s too late, the time to act is now.” —@POTUS https://t.co/yyUhBOVTc8
— The White House (@WhiteHouse) 6 Novembre 2015
In una dichiarazione Kerry ha infatti dichiarato: “Il fattore critico nella mia determinazione era questo: continuare con questo progetto avrebbe compromesso in modo significativo la nostra capacità di continuare a guidare il mondo nella lotta contro il cambiamento climatico”.
Una presa di posizione importantissima a meno di quattro settimane dalla conferenza sul clima di Parigi, dove capi di Stato e rappresentanti delle istituzioni saranno chiamati a prendere una decisione si spera decisiva nella mitigazione dei cambiamenti climatici.
L’oleodotto Keystone, di proprietà della compagnia petrolifera TransCanada, avrebbe dovuto trasportare fino a 830mila barili di bitume al giorno, da convertire poi in petrolio grezzo presso gli impianti di raffinazione americani. Complici i prezzi del barile sempre più bassi e una strenua lotta degli abitanti e degli ambientalisti contro il progetto, l’oleodotto non si farà.
La soddisfazione per la storica decisione fa presto il giro del mondo. Bill McKibben, fondatore di 350.org, scrive su Twitter: “Il discorso di Obama sull’oleodotto Keystone XL lascia il segno. È il primo leader mondiale a fermare un progetto di queste dimensioni a causa dei cambiamenti climatici”.
The #KeystoneXL speech by @potus hit all the right notes. He’s 1st world leader to shut down a big project on climate grounds. That’s huge
— Bill McKibben (@billmckibben) 6 Novembre 2015
Anche Greenpeace Italia, con le parole del direttore Giuseppe Onufrio, dichiara vittoria: “Questa notizia dimostra che l’opposizione di cittadini e comunità può fermare pericolosi progetti di sfruttamento di combustibili fossili. Cancellando sia il progetto Keystone XL che le concessioni per le trivellazioni in Alaska, Obama ha riaffermato la sua leadership nella lotta ai cambiamenti climatici. Un’ottima notizia, soprattutto in vista della Conferenza sul clima che si terrà a Parigi tra tre settimane”.
Che conclude: “A colpirci nel discorso di Obama, l’assenza di riferimenti all’Europa, che ha ormai perso la leadership sulle politiche energetiche e climatiche. Purtroppo, causa di questo declino sono anche le decisioni dei governi italiani che, da anni ormai, si caratterizzano per politiche che mirano a bloccare lo sviluppo delle rinnovabili, a proporre tariffe elettriche che disincentivano l’efficienza energetica e a trivellare i nostri mari, in cerca di scarse riserve di idrocarburi, spesso di pessima qualità. Dopo le scelte nette di Obama, in vista del vertice di Parigi chiediamo a Renzi di cambiare rotta, per lo sviluppo del Paese e il futuro del pianeta”.
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