Secondo il dossier Stop Pesticidi nel piatto 2025 di Legambiente, su 4.682 campioni di alimenti, il 48 per cento contiene residui di sostanze chimiche.
Tre sostanze tossiche contaminano l’olio di palma e, in misura minore, altri oli vegetali. L’Efsa esprime preoccupazione per la salute di bambini e adolescenti, soggetti particolarmente esposti all’assunzione di tali sostanze.
L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, Efsa, ha appena pubblicato un parere riguardante i rischi per la salute pubblica legati ad alcune sostanze trovate nell’olio di palma e in altri oli vegetali. Si tratta dell’estero glicidico degli acidi grassi (GE), del 3-monocloropropandiolo (3-MCPD), e del 2-monocloropropandiolo (2-MCPD) e loro esteri degli acidi grassi, tre contaminanti che si formano durante la raffinazione ad alte temperature degli oli vegetali. I livelli più elevati di queste sostanze sono stati riscontrati nell’olio di palma.
Il GE è classificato come cancerogeno e genotossico, pertanto non dovrebbe essere presente negli alimenti. “L’esposizione ai GE per i bambini che consumino esclusivamente alimenti per lattanti costituisce motivo di particolare preoccupazione, in quanto questa è fino a dieci volte quella che sarebbe considerata di bassa preoccupazione per la salute pubblica”, ha detto la dottoressa Helle Knutsen, presidente del gruppo di esperti scientifici dell’Efsa sui contaminanti nella catena alimentare (Contam).
Il 3-monocloropropandiolo è genotossico nei ratti e sospettato di essere cancerogeno per l’uomo; l’Efsa ha ora più che dimezzato la dose giornaliera tollerabile, portandola da 2 a 0,8 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno. “Abbiamo fissato una dose giornaliera tollerabile di 0,8 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno per 3-MCPD e i suoi esteri degli acidi grassi sulla base delle evidenze che collegano questa sostanza a un danno d’organo nei test sugli animali”, ha spiegato Knutsen. “Le informazioni tossicologiche sono tuttavia troppo limitate per stabilire un livello di sicurezza per 2-MCPD”. I ragazzi fino a 18 anni superano la dose giornaliera ammissibile e queste sostanze sono un potenziale rischio per la loro salute“, ha concluso Knutsen.
Un limite per la concentrazione di queste sostanze negli alimenti al momento non c’è (esiste solo per il 3-MCPD nella soia) e ci si augura che la Commissione europea, sulla base del parere pubblicato, provveda a fissarlo. L’Efsa scrive sul proprio sito web: “Il gruppo scientifico ha espresso una serie di raccomandazioni affinché si conducano ulteriori ricerche per colmare le lacune nei dati e migliorare le conoscenze sulla tossicità di queste sostanze, in particolare di 2-MCPD, e sull’esposizione dei consumatori ad essi tramite l’alimentazione”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Secondo il dossier Stop Pesticidi nel piatto 2025 di Legambiente, su 4.682 campioni di alimenti, il 48 per cento contiene residui di sostanze chimiche.
Come emerge dalla fotografia di ActionAid, la povertà alimentare tra gli adolescenti non è solo questione di disponibilità di cibo, ma di relazioni, identità e possibilità di scegliere.
Consiglio e Parlamento europei si sono accordati sulla proposta della Commissione Ue per la deregolamentazione dei nuovi ogm, ma le organizzazioni contadine, dell’agricoltura bio e ambientaliste chiedono di fermarla.
In Australia alcuni ricercatori stanno indagando come i microbi, compresi quelli del suolo, influenzano gli stati emotivi e le relazioni sociali attraverso l’asse intestino-cervello.
La proposta di togliere la scadenza all’autorizzazione delle sostanze attive dei pesticidi è contenuta in un pacchetto semplificazione della Commissione. Per gli ambientalisti in questo modo il profitto dell’industria prevale sulla salute.
L’associazione dei consumatori, analizzando otto campioni di riso basmati, ha rilevato la presenza di pesticidi in circa la metà dei campioni, e aflatossine in cinque di essi.
Un documento dell’associazione Ciwf fa i conti di quanto costerebbe in termini ambientali, economici ed etici il primo allevamento di polpi e, in generale, l’acquacoltura carnivora.
Sei anni dopo il precedente dossier, Eat-Lancet estende il concetto di dieta per la salute planetaria anche ai temi di giustizia sociale e accessibilità del cibo.
Con l’approvazione da parte del Parlamento europeo della direttiva suolo, gli Stati membri hanno tre anni di tempo per istituire sistemi di monitoraggio e promuovere soluzioni per una gestione sostenibile.
