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Orto cucito, a Milano un luogo dove coltivare piante, interessi e relazioni
Orto cucito è uno spazio condiviso nel cuore di Milano che ha l’obiettivo di promuovere sostenibilità e inclusione con un ricco programma culturale.
I tiepidi raggi del sole che accarezzano il volto, il delicato profumo dei fiori che pervade l’aria, i fili d’erba che solleticano i piedi. Le palpebre socchiuse, le orecchie intente a cogliere il suono degli zoccoli sul terreno misto al piacevole ronzio delle api. La frenesia, il traffico, negozi affollati e grattacieli sono un ricordo lontano.
Siamo sotto la cerchia dei Navigli, nel capoluogo lombardo, precisamente all’interno del giardino condiviso Milano green way. Qui nasce Orto cucito, un progetto ideato dalle cooperative sociali Officina dell’abitare e Opera in fiore e curato dall’architetto e art designer Caterina Fumagalli.
Uno spazio aperto a tutti
Si tratta di un orto urbano sociale che ha l’obiettivo di promuovere l’ecologia e l’inclusione sociale, coinvolgendo attivamente la cittadinanza milanese. Tutto è cominciato a febbraio del 2021 con la preparazione della terra e dei cassoni dove coltivare le piantine, per poi procedere con la semina e la piantumazione, in attesa di gustare il momento del raccolto.
A prendersi cura delle orticole ci sono disabili, detenuti, senzatetto e migranti che, grazie alla cooperativa Opera in fiore, hanno scoperto una passione cui dedicarsi. Chiunque lo desideri, però, può “adottare” un cassone dove coltivare ciò che preferisce. La scelta è ampia: papaveri, fiordalisi, girasoli, peperoncini, zucche, fiori edibili, piante aromatiche, lino, indaco.
Un fitto calendario di eventi
Oltre che per le attività di giardinaggio, all’orto ci si può recare per un drink, per lavorare in smart working o anche solo per leggere un libro in mezzo ai colori della natura. I bambini possono fare amicizia con gli animali ospiti della fattoria didattica: oche, galline, pony e asinelli.
È previsto un ricchissimo calendario di eventi, da laboratori di maglieria e sartoria a workshop sulle coltivazioni e sulle tinture vegetali. Sarà possibile partecipare a lezioni di yoga sull’erba o passeggiate in bicicletta fra le cascine; acquistare piante, fiori, prodotti delle realtà contadine della rete Slow Food Milano area metropolitana e manufatti di Borseggi, la sartoria maschile nata all’interno della casa di reclusione di Milano-Opera.
Per Milano creeremo un luogo nuovo, fatto di bellezza, sinergie e vicinanza al prossimo, a chi è più fragile.
Sono in programma incontri sulla biodiversità e sull’alimentazione sostenibile, oltre a masterclass che spaziano anche nel campo della moda e dell’upcycling. Per non perdervi neanche un appuntamento, vi suggeriamo di seguire il profilo Instagram di Orto cucito, mentre per avere informazione aggiuntive basta inviare una mail.
Una moltitudine di partner che vuole restituire alla città l’amore per la terra
“Da anni come architetto ho scelto di contribuire all’ideazione e sviluppo di progetti inclusivi. Sento la responsabilità di progettare città più vivibili, partecipando anche alla rigenerazione di territori periferici o non ancora valorizzati”, ci racconta Caterina Fumagalli. “Orto cucito è nato quest’anno, ma si svilupperà nel tempo grazie anche al contributo di partner importanti legati al territorio e all’interazione con la cittadinanza che si approprierà del luogo. Credo fortemente nella cultura come motore di crescita nelle politiche urbane e territoriali: vogliamo mostrare come un progetto che parte dal basso sia in grado di diventare una delle voci autorevoli all’interno dell’attuale dibattito sulla sostenibilità ambientale”.
LifeGate è media partner dell’iniziativa, mentre per lo sviluppo dei canali digital c’è il supporto della giovane agenzia creativa Wonder. I partner dei laboratori sono Fibra research, co-fondata da Fumagalli e Adriana Fortunato, e Re-generations; fra i partner culturali c’è il museo Bagatti Valsecchi e fra quelli di rete si trova Libera contro le mafie. Sono solo alcuni degli attori che si stanno impegnando per dare ai cittadini milanesi, e a chiunque vorrà godersi una giornata all’orto, uno spazio dove riscoprire l’amore per la terra, per la natura e per le persone. Sentimenti che, mai come in questa pandemia, ci siamo resi conto di provare.
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