
La presidenza emiratense della Cop28 è stata accusata dalla Bbc di voler sfruttare la propria posizione per fare affari legati allo sfruttamento di petrolio e gas.
Sarà la Corte suprema dei Paesi Bassi a decidere definitivamente sulla “classa action climatica” per imporre al governo di ridurre le emissioni di CO2.
Il governo dei Paesi Bassi ha deciso di proseguire la propria battaglia giudiziaria contro l’associazione ambientalista Urgenda e le centinaia di cittadini che nel 2015 diedero vita ad una “class action climatica”. Con l’obiettivo di chiedere al governo di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra della nazione europea del 25 per cento, entro il 2020, rispetto ai livelli del 1990. Ciò al fine di garantire la sicurezza dei cittadini olandesi, e del resto del mondo, sul lungo periodo.
As could be expected, Dutch government appeals landmark #Urgenda climate ruling, again https://t.co/NwabF3T2JH
— EU Environmental Law (@EurEnvlLaw) 21 novembre 2018
Sia in primo grado, che nella sentenza di appello arrivata il 9 ottobre 2018, i giudici hanno dato ragione agli ecologisti. Sulla base dell’assunto secondo il quale il governo ha il dovere di agire contro i cambiamenti climatici.
Ora l’esecutivo, secondo quanto riferito da Climate Home News, ha depositato i primi documenti finalizzati a presentare un nuovo ricorso. Stavolta, a decidere (definitivamente) sarà la Corte suprema olandese. Una decisione per nulla condivisa dalla direttrice di Urgenda, Marjan Minnesma: “Sarebbe molto più utile se lavorassimo fianco a fianco per ridurre le emissioni, anziché doverci concentrare nuovamente su un duello in tribunale”.
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Per l’adattamento agli impatti del clima sono stati stanziati 21 miliardi di dollari nel 2021. Ne servirebbero fino a 387 all’anno, secondo l’Unep.
Il 17 e il 18 novembre sono state due giornate straordinarie per il clima: superata per la prima volta la soglia (anche psicologica) di 2 gradi di aumento della temperatura media globale su base giornaliera.
Sembra un paradosso, ma la Somalia si prepara ad affrontare un’altra stagione di siccità e inondazioni: 4,3 milioni di persone a rischio alimentazione.
Il rapporto 2023 sullo Stato dell’azione climatica del World resources institute è senza appello: siamo ancora lontanissimi dal trend che serve alla Terra.
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Le temperature registrate finora stabiliscono che il 2023 diventerà l’anno più caldo mai registrato prima, superando il 2016. I dati del Copernicus climate change service.