Olio di palma, scoperta un’alternativa ecologica e sana: “Può essere una svolta”

L’università Queen Margaret di Edimburgo ha annunciato la scoperta di una sostanza in grado di sostituire l’olio di palma.

L’olio di palma – tanto controverso per il suo impatto sugli ecosistemi quanto diffuso nel mondo – potrebbe aver trovato un’alternativa in grado di sostituirlo. La notizia arriva dalla Scozia: un gruppo di ricercatori dell’università Queen Margaret (Qmu) di Edimburgo hai affermato di aver messo a punto un olio al 100 per cento vegetale e capace di ridurre del 70 per cento i danni ambientali (legati sia alla deforestazione che alla perdita di biodiversità).

L’olio di colza è presente in moltissimi prodotti alimentari e cosmetici

Qualora confermata, potrebbe rappresentare una svolta industriale. L’olio di palma è infatti utilizzato per fabbricare biscotti, creme spalmabili, cioccolate, gelati, pizze, ma anche prodotti di cosmetica come rossetti, bagni schiuma, deodoranti, creme da barba o dentifrici. Per rendere l’idea della sua onnipresenza, basti pensare che si stima venga utilizzato nella metà dei prodotti alimentari e di bellezza in commercio. A ciò si aggiunge l’impiego nella filiera dei biocarburanti.

Container pieni di olio di palma in Malesia
Container pieni di olio di palma in Malesia © Thierry Falise/LightRocket via Getty Images

Secondo quanto riferito dall’emittente britannica Bbc, i ricercatori scozzesi sono convinti che quella individuata possa rappresentare l’alternativa. Battezzata Palm-Alt, sarebbe anche più sana, poiché conterrebbe l’80 per cento di grassi saturi (e il 30 per cento di calorie) in meno. E non conterrebbe né olio di cocco, né aromi, né zuccheri, né edulcoranti, coloranti o conservanti. Gli ingredienti di questo composto innovativo sarebbero un sotto-prodotto dell’industria del lino, fibre naturali e olio di colza.

I ricercatori parlano di costi ridotti per il Palm-Alt

Ne scaturisce una sostanza che appare simile alla maionese. Ma il cui gusto sarebbe pressoché identico a quello dell’olio di palma, il che – ha spiegato Catriona Liddle, del gruppo di ricercatori che ha partecipato al progetto – è stato confermato da una serie di test sensoriali.

A completare il quadro, che già appare roseo, ci sono i costi secondo i ricercatori scozzesi sarebbero ridotti. Il che permetterebbe al Palm-Alt di entrare in diretta concorrenza con l’olio di palma anche dal punto di vista economico.

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