Australia e Tuvalu confermano l’intenzione di adottare il primo trattato al mondo che concede asilo climatico. Ma c’è ancora un ostacolo da superare.
Uccelli di plastica volano su mari morenti
Secondo un nuovo studio il 90% degli uccelli marini di tutto il mondo ha rifiuti di plastica nello stomaco.
Gli uccelli marini, volatili che si nutrono solo in mare, sono da sempre considerati un barometro per l’inquinamento da plastica negli oceani e nei mari di tutto il mondo. Oggi questo barometro indica inequivocabilmente, casomai qualcuno avesse ancora dei dubbi, che la misura è colma.
Secondo un nuovo studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, fino al 90 per cento degli uccelli marini di tutto il mondo ha residui di plastica nelle viscere. La ricerca, condotta da un team di ricercatori australiani, ha prefigurato uno scenario più catastrofico di quanto non si pensasse, secondo una stima precedente infatti gli uccelli colpiti erano il 29 per cento.
Gli uccelli sono particolarmente attratti dai piccoli frammenti di plastica perché li scambiano per uova di pesce, di cui vanno ghiotti. Spesso la plastica staziona diverso tempo nell’organismo degli animali, rilasciando sostanze tossiche come il nonilfenolo.
Secondo Denise Hardesty, ricercatrice del Csiro, agenzia scientifica nazionale australiana, e coautrice dello studio, il problema delle materie platiche nel mare è in aumento. “Nei prossimi undici anni produrremo tanta platica quanta ne è stata prodotta dagli anni Cinquanta”.
Alcune specie di uccelli in particolare, come alcuni albatros (Diomedeidae) e berte (Calonectris diomedea), sembrano essere più inclini a mangiare frammenti di plastica. I ricercatori hanno esaminato al computer le abitudini alimentari dell’avifauna marina e le concentrazioni di immondizia, per individuare le zone dove il problema è maggiore.
A sorpresa il fenomeno è risultato essere più grave non dove c’è più spazzatura, come ad esempio la famigerata isola di plastica del Pacifico, bensì nei pressi di Australia e Nuova Zelanda, dove il numero di specie animali è più elevato.
“Ho trovato di tutto all’interno degli animali – ha spiegato Denise Hardesty – accendini, tappi e perfino giocattoli”. Questo scenario inquietante è destinato a peggiorare, secondo le previsioni effettuate dal computer con i dati inseriti dai ricercatori, entro il 2050, il 99 per cento degli uccelli marini avrà plastica al proprio interno.
Uccelli di plastica per un mare morente. Invertire questa tendenza è anche una nostra responsabilità, è necessario ridurre drasticamente il consumo di plastica e aumentarne il riciclo.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La siccità continua, sempre più vicino il “giorno zero” per Città del Messico. Ma nelle altre città la situazione non è migliore.
È la domanda che ci ponete più spesso. Abbiamo provato a dare alcune risposte e a dare delle buone ragioni per investire in brand etici.
In un mondo in cui 2 miliardi di persone non hanno accesso quotidiano ad acqua potabile, l’inquinamento idrico è una piaga da debellare: come si può fare?
Con l’arresto di due politici e un ex capo di polizia i giudici brasiliani muovono i primi passi per fare chiarezza sulla vicenda di Marielle Franco, accogliendo la richiesta di giustizia della società civile.
Caldo e assenza di neve stanno trasformando le gare di Coppa del mondo di sci. Che ora deve reinventarsi per evitare di essere consegnata agli archivi di storia dello sport.
Con il Club alpino italiano (Cai) raccontiamo le sfide e opportunità delle terre alte, da un approccio più consapevole alla loro tutela e valorizzazione.
Gli orsi nel nostro paese sono una specie a rischio. I motivi? Leggi non rispettate o poco conosciute. E una sempre più palese mancanza di coscienza ambientale.
La montagna va ascoltata la tecnologia può aiutare: è la ricetta di Gianfranco Pederzolli, presidente dei consorzi di bacino imbrifero montano.