Patrick Zaki era accusato di sovversione per alcuni post contro il regime egiziano di Al-Sisi.
Dopo un primo periodo di prigionia in custodia cautelare, nel dicembre 2021 era stato scarcerato in attesa di giudizio.
Ora è arrivata la grazia presidenziale, dopo la condanna a tre anni.
Aggiornamento del 19 luglio: Patrick Zaki, condannato ieri a tre anni di carcere, ha ricevuto la grazia da parte del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. A riferirlo sono le autorità del Cairo secondo le quali il presidente avrebbe usato “i suoi poteri costituzionali” per emettere un decreto presidenziale che concede la grazia a un gruppo di persone contro le quali sono state pronunciate sentenze giudiziarie”.
“Solo un’ora fa eravamo in questa piazza molto preoccupati, Ora le sensazioni sono molto diverse, di grande emozione: non abbiamo i dettagli di questa grazia che però è stata annunciata: questo vuol dire che quella giornata terribile di ieri viene superata”, ha affermato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “Restano i tre anni e mezzo che Patrick ha perso, e quelli non si recuperano. Adesso non sappiamo se dentro questo provvedimento di grazia ci sia anche altro, e quando verrà poi materialmente attuato, se ore, giorni. La cosa importante è che venga abolito il divieto di viaggio perché ci sono persone assolte, mai condannate, che non possono lasciare l’Egitto, sono tutti i difensori dei diritti umani. È importante che Patrick recuperi la sua piena libertà, che possa tornare a Bologna”.
L’attivista per i diritti umani Patrick Zaki è stato condannato a tre anni di carcere. Lo ha annunciato il suo legale al termine dell’udienza odierna tenutasi a Mansoura, in Egitto. Dopo la lunga prigionia cautelare iniziata a febbraio 2020, Patrick Zaki era stato scarcerato nel dicembre 2021 in attesa di giudizio. Le sue udienze sono state rinviate ogni volta senza che si arrivasse a una conclusione nel procedimento giudiziario, ma con l’udienza del 18 luglio è arrivata la notizia peggiore: Patrick Zaki torna in carcere per 14 mesi, dopo la parte di condanna già scontata in misura cautelare.
Patrick Zaki è un attivista per i diritti umani egiziano, nato nel 1991 a Mansoura. Ha lavorato come ricercatore per l’organizzazione non governativa Egyptian initiative for personal rights e nel 2019 si è trasferito a Bologna per frequentare un Master in studi di genere.
Il 7 febbraio 2020 è tornato per qualche giorno nel suo paese natale ma una volta atterrato al Cairo è stato arrestato, per poi scomparire per diverse ore. Il giorno successivo sono arrivate sue notizie dalla città di Mansoura, dove è stato incarcerato con i capi di accusa di minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento a manifestazione illegale, sovversione, diffusione di notizie false e propaganda per il terrorismo. In pratica, Zaki è considerato un dissidente e nel mirino ci sono suoi post e articoli di accusa al regime di al-Sisi, che non accetta critiche pubbliche.
Patrick Zaki è stato condannato a tre anni di carcere. Un verdetto scandaloso. Dopo 22 mesi di carcere durissimo e un processo iniziato più di un anno fa, l’immagine di Patrick trascinato via dall’aula del tribunale di Mansura è terrificante. Ora più che mai #FreePatrickZakipic.twitter.com/jtSIwcsrDg
Nel dicembre 2021, dopo 669 giorni di prigionia in misura cautelare, Patrick Zaki è stato scarcerato in attesa di giudizio. Qualche giorno fa Zaki si è laureato a distanza all’Università di Bologna con 110 e lode e aveva detto di non vedere l’ora di tornare in Italia.
La condanna a tre anni
Ora la notizia peggiore. Patrick Zaki deve tornare in carcere per una condanna a tre anni. Dal 2020 le sue udienze subivano il rinvio o si concludevano con un nulla di fatto e il procedimento giudiziario si era trasformato in un’odissea, di cui peraltro buona parte vissuta in carcere.
Patrick Zaki è stato condannato a tre anni di carcere. Un verdetto scandaloso. Dopo 22 mesi di carcere durissimo e un processo iniziato più di un anno fa, l’immagine di Patrick trascinato via dall’aula del tribunale di Mansura è terrificante. Ora più che mai #FreePatrickZakipic.twitter.com/jtSIwcsrDg
L’ultima udienza, quella del 18 luglio, ha portato però alla condanna a tre anni, come annunciato dal suo legale. Zaki è stato portato via dal tribunale tra le urla dei familiari e della fidanzata ed è stato subito portato in carcere. L’attivista ha già scontato un anno e dieci mesi di prigione in custodia cautelare, che verranno sottratti dalla condanna odierna. Per Zaki restano quindi ancora 14 mesi di carcere.
L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha fatto un appello per la liberazione di Alaa Abd el-Fattah e degli altri prigionieri di coscienza.
Ramy Shaath si trova in carcere da oltre due anni e mezzo per le sue attività di opposizione politica al regime. Ora la procura egiziana ha disposto la scarcerazione.
Dal colpo di stato del 2021 in Myanmar ci sono stati oltre 4mila morti e la repressione va peggiorando. L’appello dell’Onu per mettere fine alla tragedia.
La battaglia della Germania contro l’estrema destra prosegue. Prima è stata messa fuori legge l’associazione Hammerskin, ora l’organizzazione Artgemeinschaft.
La condanna di un’adolescente per aver espresso sostegno ai prigionieri politici su X è l’ennesimo esempio della repressione di Riyadh contro qualsiasi forma di dissenso.
A New York ci sono 110mila migranti, ma la situazione è critica in molte città statunitensi per l’arrivo di migranti dal continente americano e non solo.