Perché Ultima generazione ha imbrattato il Senato e cosa rischiano gli attivisti

Liberi gli attivisti di Ultima generazione dopo il blitz al Senato contro l’inazione politica sui cambiamenti climatici, ma andranno a processo a maggio.

  • Gli attivisti di Ultima generazione hanno imbrattato il Senato con vernice lavabile.
  • Cinque i denunciati, per tre di loro il processo per direttissima con udienza rinviata a maggio.
  • Agiamo contro “la disperazione che deriva dal susseguirsi di statistiche e dati sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico”.

Arresto convalidato ma nessuna misura cautelativa, neanche l’obbligo di firma, per gli attivisti di Ultima generazione che ieri erano state fermate dalle forze dell’ordine dopo il blitz mattutino con il quale avevano imbrattato con vernice lavabile la faccia di Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica. Lo ha stabilito il giudice nel corso dell’udienza per direttissima tenutasi oggi, dopo che il pm nella propria requisitoria aveva chiesto l’obbligo di dimora. Il processo per le attiviste si terrà il 12 maggio prossimo.

Ieri, dopo le numerose azioni nei musei, gli ambientalisti erano passati ai palazzi delle istituzioni. Gli attivisti di Ultima generazione, che qualche mese fa avevano imbrattato “Il seminatore” di Vincent Van Gogh in mostra temporanea a Roma, hanno infatti colpito con un getto di vernice arancione la facciata principale di Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica. Alla base del gesto, spiegano ancora una volte gli attiviste (attiviste, nello specifico: l’azione è stata condotta da quattro ragazze), “la disperazione che deriva dal susseguirsi di statistiche e dati sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico, ormai già iniziato, e il disinteresse del  mondo politico di fronte a quello che si prospetta come il più grande  genocidio della storia dell’umanità”. Le richieste del movimento sono:

  • interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per  la ricerca ed estrazione di gas naturale;
  • procedere a un incremento di  energia solare ed eolica di almeno 20 GW immediatamente;
  • creare migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile, aiutando  gli operai dell’industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili.

Le reazioni del mondo della politica

Cinque le persone identificate per l’atto di disobbedienza civile, tre di loro sono andate a processo per direttissima. Fortissime sono state subito le dichiarazioni di condanna da parte della politica, con il presidente del Senato Ignazio La Russa che, dopo aver sentito il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha fatto sapere che d’ora in poi le misure di sicurezza verranno rafforzate, creando una zona cuscinetto off-limits ai normali cittadini come già oggi avviene per Palazzo Chigi, sede della presidenza del Consiglio, e per Montecitorio, sede della Camera dei deputati. Addirittura il vicepremier, ed ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è giunto ad auspicare il “carcere duro” per i ragazzi, che sono accusati di danneggiamento aggravato, reato per il quale la pena prevista è dai sei mesi ai tre anni di carcere. Gli attivisti di Ultima generazione, che contestano sia l’accusa (“eccessiva, trattandosi solamente di imbrattamento, con una vernice che è stata subito lavata”) sia decisione di ricorrere al processo per direttissima (“l’arresto in flagranza risulta arbitrario perché non è previsto dal codice penale per il reato addotto, per il quale si prevede la semplice denuncia a piede libero. Siamo di fronte a un altro abuso”).

Di fronte al tribunale di Roma, a piazzale Clodio, questa mattina era stato organizzato un presidio, annullato dopo che questa mattina la polizia ha fermato un’attivista di Ultima generazione che si stava recando nella sede della Rai per essere intervistata. “L’azione è stata come sempre pacifica e non violenta, non avrebbe mai potuto né voluto portare il minimo danno alle persone” spiegano gli attivisti, affermando di aver semplicemente “voluto attirare l’attenzione sul tragico ritardo della politica nei confronti delle questioni ambientali. La reazione grottesca della politica è stata quella di inveire verso un gesto considerato irrispettoso nei confronti delle istituzioni, e coerentemente con questa fuorviante rappresentazione dei fatti si sta sviluppando l’azione giudiziaria”.

In un anno ben 310 eventi climatici estremi

A dar manforte alle parole degli attivisti ci sono i dati: secondo l’ultimo rapporto di Legambiente del 30 dicembre, nel 2022 la penisola ha registrato un incremento del +55 per cento di casi di eventi climatici estremi rispetto al 2021. Parliamo di 310 fenomeni meteo-idrogeologici che hanno provocato impatti e danni da nord a sud e causato ben 29 morti. Nello specifico si sono verificati 104 casi di allagamenti e alluvioni da piogge intense, 81 casi di danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 29 da grandinate, 28 da siccità prolungata, 18 da mareggiate, 14 eventi con l’interessamento di infrastrutture, 13 esondazioni fluviali, 11 casi di frane causate da piogge intense, 8 casi di temperature estreme in città e 4 eventi con impatti sul patrimonio storico.

Il 29 dicembre il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha pubblicato sul proprio sito internet il nuovo Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, versione finalmente aggiornata del documento, analogo, che fu presentato nel 2018. Ma di certo non basta.

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