La Svezia non aveva mai avuto una prima ministra donna. La carica è stata assunta da Magdalena Andersson, leader dei Socialdemocratici, che però si è dimessa dopo poche ore.
La Svezia per poche ore ha avuto una nuova prima ministra, Magdalena Andersson. La leader dei Socialdemocratici, che a inizio novembre aveva sostituito alla guida del partito il premier dimissionario Stefan Löfven, il 24 novembre mattina ha ottenuto il via libera dal parlamento per essere la prima donna nella storia del paese ad avere in mano le redini del governo. Il mandato doveva durare fino a settembre 2022, quando si terranno nuove elezioni. Ma la sera stessa Andersson ha rassegnato le dimissioni, dopo che i Verdi si sono staccati dalla coalizione di governo,
La prima volta per una donna
Da mesi l’equilibrio politico della Svezia è molto precario. Dal 2014 il primo ministro è il leader del partito Socialdemocratico Stefan Löfven, ma l’esecutivo negli ultimi tre anni si è poggiato su una coalizione molto debole, corrispondente a un terzo dei seggi del parlamento, cioè un governo di minoranza con i Verdi e il sostegno esterno dei liberali e del Partito della sinistra.
A giugno una crisi legata a una proposta di legge sulla liberalizzazione dei prezzi degli affitti ha portato a un voto di sfiducia nei confronti del premier, che non è riuscito a trovare una nuova maggioranza e ha così rassegnato le dimissioni. Qualche settimana dopo Löfven ha però ottenuto una nuova fiducia dal parlamento, ma sin da subito ha annunciato che in occasione del congresso del partito di novembre avrebbe presentato le dimissioni definitive da primo ministro e leader di partito, per cercare di dare una scossa a una situazione politica critica.
Una bella notizia dalla Svezia: il parlamento ha votato la fiducia al governo di Magdalena Andersson, la prima donna premier in quel paese. Con lei, in Europa ci sono 5 prime ministre. Presto saranno una eccezione quei paesi che non rompono il soffitto di cristallo. https://t.co/Ia2I89Hm1i
E così è stato. Il 4 novembre scorso Magdalena Andersson, ministra delle Finanze negli ultimi sette anni, gli è succeduta nella leadership dei Socialdemocratici, divenendo anche la principale candidata a guidare il nuovo governo. In realtà i pochi seggi in mano al partito hanno reso un’incognita la sua effettiva nomina, per cui era indispensabile un appoggio esterno. Che a suo modo c’è stato, grazie a un accordo sulle pensioni con il partito della Sinistra e il supporto dei Verdi e dei liberali. La mattina del 24 novembre Andersson è stata eletta prima ministra con 117 voti favorevoli, 57 astenuti e 174 contrari – in Svezia per le nomine non occorre la maggioranza dei favorevoli, ma la non-maggioranza dei contrari. E così per la prima volta nella storia del paese una donna ha preso le redini del governo.
Chi è Magdalena Andersson
Magdalena Andersson, 54 anni, viene dalla città di Uppsala. Da giovane era una campionessa di nuoto, poi nel 1996 è iniziata la sua carriera politica che l’ha portata a fare da consigliera a Goran Persson, primo ministro in quegli anni. Nel 2009 è entrata nell’ufficio ministeriale del fisco con una posizione di rilievo, nel 2012 è divenuta poi portavoce del futuro primo ministro Löfven. Andersson è stata nominata ministra delle Finanze nel nuovo esecutivo del 2014, guidato dai socialdemocratici. Ha mantenuto questa carica per tutto il primo mandato e poi anche a partire dal 2019, con il nuovo esecutivo di minoranza.
La nuova premier si è contraddistinta in questi anni per un forte accento sul welfare state e contro la liberalizzazione e la privatizzazione di alcuni settori cardine del paese, come l’istruzione e la sanità. Inoltre, Andersson ha sempre dato molto peso alla lotta ai cambiamenti climatici e al finanziamento della transizione ecologica. “I prezzi elevati dell’energia non devono essere usati come una scusa per rallentare la transizione verso fonti energetiche pulite”, diceva il mese scorso in una delle sue ultime apparizioni da ministra delle Finanze. Infine, la prima ministra ha dato ampio spazio al tema della sicurezza nei suoi discorsi, sottolineando la necessità di invertire un trend criminale in peggioramento nel paese.
Le dimissioni-lampo
Il lavoro di Andersson cominciava subito in salita, dal momento che tra le prime urgenze c’era l’approvazione della legge di bilancio. Inoltre, c’è da gestire la pandemia Covid-19, con i contagi che stanno tornando a crescere in un paese che in questi due anni è stato tutto tranne che un modello sotto questo punto di vista. La nuova prima ministra doveva avere insomma il compito di ricompattare la politica del paese dopo mesi di tribolazioni, ma anche di consolidare l’immagine e il consenso di un partito Socialdemocratico in difficoltà, mentre cresce la popolarità del centro-destra. Il suo mandato doveva durare poco, visto che a settembre 2022 sono in programma nuove elezioni. E invece è durato molto meno.
#BREAKING: Sweden's first female prime minister, Magdalena Andersson, has resigned hours after taking up the post, after suffering a budget defeat
Il giorno stesso della sua nomina c’è stato il voto sulla legge di bilancio. Il partito del Centro, che sostiene il governo, si è astenuto sul pacchetto presentato dall’esecutivo e alla fine a passare è stata una versione più orientata a destra, che riserva meno risorse all’ambiente e all’accoglienza e incrementa i finanziamenti alle forze dell’ordine. Di fronte a questa situazione i Verdi hanno deciso di lasciare il governo e a quel punto, morta la coalizione, Andersson ha rassegnato le dimissioni. La già ex prima ministra si è detta comunque disponibile a guidare un nuovo governo monopartitico, guidato dai suoi Socialdemocratici. Il parlamento verrà presto chiamato a esprimersi su questo.
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