Pericolo giallo, una minaccia concreta

L’Onu lancia l’allarme: una nube gialla proveniente dall’Asia, minaccia di estendersi sul resto del mondo.

Composta di gas aereosol, ceneri, fuliggini e particelle
industriali, ha uno spessore di circa tre metri e ha già
ucciso centinaia di migliaia di persone.
Attualmente ha un’estensione di migliaia di chilometri:
dall’Afghanistan allo Sri Lanka, dall’Indonesia alla Cina, con
propaggini che hanno raggiunto il paradiso incontaminato delle
Maldive.

I duecento scienziati interpellati dall’Onu, tra i quali
climatologi e fisici, si sono dichiarati sorpresi dall’estensione e
dalla mobilità della nube.
Il pericolo giallo si sposta a velocità elevata, seguendo i
venti e le correnti d’alta quota, deludendo le aspettative di
quanti speravano rimanesse agganciata all’Asia senza minacciare
quegli stessi Paesi che tanto hanno contribuito a generarla.

Era facilmente prevedibile che si potesse arrivare a una situazione
di questo genere, quindi è davvero insolito che nessuno
immaginasse il pericolo dato dal continuo trasferimento di
industrie altamente inquinanti nei paesi, dove i controlli,
soprattutto quelli ambientali, sono pressoché inesistenti e
i governi disposti a tutto pur di attirare investimenti
dall’estero.
Ma questa non è l’unica causa della formazione della nube.
Vi sono fattori come l’aumento della popolazione, l’utilizzo fino a
dieci volte maggiore dei veicoli, degli impianti di riscaldamento e
di quelli d’aria condizionata e, soprattutto, incendi di vastissime
porzioni di foreste, che hanno dato il via al costituirsi della
nube, a causa della fuliggine in sospensione.

I governi favorevoli all’industrializzazione di questi territori
dichiarano che tutto ciò è inevitabile se si desidera
favorire la crescita economica, ma la loro gravissima mancanza
è quella di tralasciare di preoccuparsi della salute
dell’intero pianeta e di non rispettare le norme per la
salvaguardia dell’ambiente.

La verità, come accade di solito, si cela dietro meri
interessi economici, oscurata da accordi tra multinazionali e paesi
che non hanno il minimo scrupolo a devastare ciò che
appartiene a tutti eludendo trattati e leggi, nascondendo le colpe
in nome di un progresso che continua ad arricchire i soliti e a
subirne le scelte la maggioranza.

Elena Evangelisti

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