Pericolo tropicale

Ananas, papaya, mango, avocado, maracuja, passion fruit stanno diventando un cult per i consumatori di casa nostra. Gli estimatori della “nuovelle cuisine” ne fanno un segno di distinzione e allora non c’è occasione in cui non amino colorare la loro tavola di frutta proveniente da località esotiche. Tutto bene, dunque? Macché! Troppo spesso i Paesi

Ananas, papaya, mango, avocado, maracuja, passion fruit stanno
diventando un cult per i consumatori di casa nostra. Gli estimatori
della “nuovelle cuisine” ne fanno un segno di distinzione e allora
non c’è occasione in cui non amino colorare la loro tavola
di frutta proveniente da località esotiche. Tutto bene,
dunque? Macché! Troppo spesso i Paesi da cui arriva la
frutta, di solito extraeuropei, si avvalgano di metodi di
coltivazione, conservazione e spedizione che in Italia sono
proibiti da tempo.

Sul banco degli imputati sono soprattutto i fitofarmaci cui si
ricorre senza limiti per mantenere a lungo la frutta tropicale.
In pratica si usa il “cannone” là dove basterebbe un
modestissimo tiro di “cerbottana”. E’ chiaro che la scelta è
figlia dei lunghi tempi di commercializzazione. Un esempio? Le
arance provenienti dal Nord Africa sono “addomesticate” con
additivi per farle “marcire” più lentamente.

Un addomesticamento che però non scongiura l’invecchiamento
dei frutti: perdita inesorabile dei livelli di vitamina C. E allora
che senso ha consumare una arancia? E non finisce qui. Le sostanze
di sintesi chimica penetrano all’interno della polpa, facendo
assumere al frutto un sapore amarognolo. Le arance che arrivano
artificialmente a maturazione sono conservate in frigoriferi e poi
sono collocate in una “cella di sverdimento” dove sono sottoposte
all’etilene: gas narcotico, nocivo per l’uomo, che “richiama in
vita” gli enzimi che colorano la frutta e la fa sembrare
completamente matura. Stessa sorte subiscono banane e ananas che
arrivano dall’Africa e dall’America Latina.

Avocado e banane, prima di essere spedite dai luoghi di origine,
sono messe in ammollo in soluzioni antiparassitarie per combattere
la formazione di funghi che potrebbero svilupparsi sotto la buccia
durante il viaggio. Tra le diverse sostanze utilizzate si segnala
il tiobendazolo: rischia di rimanere attivo quasi una ventina di
giorni, andando così a finire nel nostro piatto.

Un altro consiglio è di dribblare la frutta fuori stagione:
ciliege, pesche e albicocche, consumate a gennaio, provengono di
sicuro da lontano. Che fare? A questo punto molti assicurerebbero
di essere completamente informati. Eppure le cose non stanno
proprio così, altrimenti la scelta cadrebbe su prodotti
nostrani biologi o provenienti da lotta integrata. Infine, al
supermercato o dal “verduraio” sotto casa occhio alla zona di
origine di un frutto. Nel nostro Paese non mancano proprio le
varietà di frutta che fanno per noi e poi l’organismo
è programmato per assumere il cibo giusto nella stagione
giusta. Prodotti più concentrati d’inverno e più
ricchi d’acqua in primavera. Insomma consumare cocomeri durante la
stagione fredda è privo di qualsiasi logica.

Massimo Ilari

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articoli correlati
Spesa di novembre, frutta e verdura di stagione

Malinconico e piovoso, il mese di novembre va rallegrato con pietanze coloratissime e speziate, che portano luce e calore, e sollevano lo spirito. Perfetta la cucina indiana, ricca di profumi e di accostamenti stuzzicanti. Provate un chutney di mele, una specie di confettura piccante fatta con mele, zucchero, zenzero, cannella, peperoncino, curcuma e altre spezie; si usa per condire cereali, patate,

Fa’ la ‘spesa giusta’, le ricette di 4 foodblogger (e le tue)

Quattro foodblogger sono state invitate a scegliere ingredienti eco per una ricetta dedicata all’iniziativa “Cena giusta”, organizzata nell’ambito della campagna Spesa giusta di Fairtrade. Lisa Casali, Anna Maria Pellegrino, Simona M. e Francesca Gonzales hanno già pubblicato per questo sui loro blog Ecocucina, Lacucinadiqb, Pensieriepasticci e Spadelliamoinsieme le loro ricette ad hoc, sostenibili, solidali e…