Diritti umani

Brasile, assassinato un altro leader indigeno che difendeva l’Amazzonia

Zezico Guajajara, Guardiano dell’Amazzonia, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco in circostanze ancora da chiarire.

Nonostante l’epidemia di Covid-19 si stia diffondendo anche in Brasile, costringendo all’isolamento molte comunità, non si arresta la violenza contro le popolazioni native, già recentemente oggetto dell’indesiderata e pericolosa attenzione dei missionari.

Lo scorso 31 marzo è stato infatti assassinato Zezico Rodrigues Guajajara, leader indigeno del territorio Araribóia, che ospita gli indigeni Guajajara e gruppi incontattati della tribù degli Awá, nello stato amazzonico di Maranhão.

 

L’ombra della deforestazione illegale

Il corpo dell’uomo, professore e direttore dell’Azuru indigenous school education center, è stato trovato vicino al suo villaggio, Zutiwa, nel comune di Arame, che ospita circa mille indigeni. Secondo le ricostruzioni stava tornando al villaggio a bordo della propria motocicletta, quando è stato ucciso con un colpo esploso da un fucile da caccia. Non si conosce ancora il movente dell’omicidio, né è stato effettuato alcun fermo. Si ritiene tuttavia che Zezico sia stato assassinato dai taglialegna che operano illegalmente nella zona, che lo avevano già ripetutamente minacciato di morte.

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Nativi sotto attacco

Zezico Rodrigues è il quinto guajajara assassinato negli ultimi quattro mesi, dopo gli omicidi di Paulo Paulino Guajajara, ucciso l’1 novembre in un’imboscata da taglialegna illegali nel territorio Araribóia, di Firmino Prexede Guajajara e Raimundo Benício Guajajara, uccisi in una sparatoria il 7 dicembre, e del 15enne Erisvan Guajajara, pugnalato a morte nel comune di Amarante il 13 dicembre.

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Proprio come Paulo Paulino, anche Zezico Rodrigues faceva parte dei Guardiani dell’Amazzonia, gruppo di guajajara che pattuglia la foresta per proteggerla dai taglialegna illegali ed evitarne la distruzione. La resistenza dei Guardiani ha suscitato la violenta reazione delle potenti mafie dei trafficanti di legname che sfruttano illegalmente le risorse del territorio indigeno Arariboia.

Proteste dei nativi contro contro Jair Bolsonaro a San Paolo
Per 23 anni Zezico ha servito il suo popolo come insegnante ed è stato riconosciuto come uno dei leader più importanti dei guajarara per la sua lunga difesa del territorio Arariboia. Il suo sostegno ai Guardiani della foresta è stato determinante per il successo di questo gruppo di volontari nei loro sforzi per proteggere il loro territorio dal disboscamento illegale © Victor Moriyama/Getty Images

I Guajajara chiedono giustizia

“Abbiamo perso un altro guerriero, un grande leader del popolo Guajajara – ha dichiarato Sônia Guajajara, del popolo Guajajara e leader dell’Associazione delle popolazioni indigene brasiliane (Apib) -. Zezico Guajajara era un importante leader indigeno, coraggioso e impegnato nella lotta in difesa del nostro popolo. Chiediamo alla polizia federale di indagare e chiarire questo brutale omicidio”.

Con Bolsonaro i nativi sono senza diritti

Le già precarie condizioni delle popolazioni indigene amazzoniche sono precipitate con l’elezione a presidente di Jair Bolsonaro, che ha dato forza a trafficanti di legname, imprenditori agricoli e sfruttatori di risorse in genere, delegittimando i nativi e incoraggiando l’invasione dei loro territori.

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“L’omicidio di Zezico Guajajara, noto nemico dei taglialegna, non è un episodio isolato – ha affermato Ana Paula Vargas, della ong Amazon Watch, nata per proteggere la foresta pluviale e promuovere i diritti delle popolazioni indigene nel bacino amazzonico -. Il suo assassinio è legato ai recenti omicidi di altri indigeni che hanno subito le conseguenze delle attività criminali dei taglialegna che invadono le loro terre e minacciano le loro vite con la garanzia dell’impunità. Il governo brasiliano è connivente e complice di questi omicidi”.

Un camion che trasporta tronchi tagliati illegalmente nella foresta pluviale amazzonica
La deforestazione in Amazzonia continua ad aumentare ed è vicina al punto di non ritorno, rischiando di trasformare la più grande foresta pluviale del pianeta in un’arida savana © Mario Tama/Getty Images

Gli effetti della strategia del terrore

La strategia della violenza sembra funzionare e gli abitanti degli oltre 170 villaggi del territorio Arariboia si sentono, comprensibilmente, sempre più insicuri e abbandonati. Le autorità locali, secondo quanto riferito dal quotidiano brasiliano Folha de S. Paulo, hanno deciso di evacuare tre Guardiani per la loro sicurezza: il coordinatore del gruppo, Olímpio Guajajara, e i guardiani Laércio e Auro Guajajara.

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“Noi, il popolo Guajajara, dipendiamo da questa terra – diceva Zezico Rodrigues in un’intervista rilasciata ad Amazon Watch nel 2019 -. La nostra cultura, la nostra identità e i nostri valori sono legati al nostro territorio. La nostra visione è che la Terra ha bisogno di noi e noi abbiamo bisogno di lei. Non riceviamo risorse finanziarie o appoggio politico dal governo brasiliano per sostenerci in questa battaglia per difendere il nostro territorio, ma continuiamo a combattere perché è l’unica scelta che abbiamo”.

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