La Cina vieta il commercio di avorio

Entro la fine del 2017 in Cina sarà vietata la vendita e la trasformazione di avorio per contrastare il bracconaggio di elefanti.

Meglio tardi che mai, lo scorso venerdì la Cina ha annunciato la messa al bando del commercio interno di avorio entro la fine del 2017. Si tratta di una decisione storica che chiude il più grande mercato d’avorio del mondo e che potrebbe assestare un colpo decisivo al bracconaggio di elefanti in Africa (si stima che tra il 50 e il 70 per cento di tutto l’avorio di contrabbando finisca in Cina).

Avorio confiscato
La povertà, la dilagante corruzione tra le forze dell’ordine e la richiesta di avorio che rimane alta sono le tre cause principali della caccia di frodo agli elefanti per ottenerne le zanne. Chiudere il principale mercato di avorio, quello cinese, contribuirà a ridurre il bracconaggio (Photo credit should read BERTRAND GUAY/AFP/Getty Images)

Divieto di vendita e lavorazione

In una nota pubblicata dal Consiglio di Stato cinese si legge che tutte le attività di vendita e trasformazione dell’avorio saranno interrotte entro il 31 dicembre 2017, mentre saranno chiuse entro marzo numerose attività legate al commercio di avorio. Il Ministero della Cultura aiuterà i lavoratori impiegati nel settore, tra cui maestri intagliatori, a trovare posti di lavoro correlati. Chi possiede oggetti in avorio potrà venderli all’asta dopo aver ottenuto l’approvazione governativa.

Fermare il massacro degli elefanti

Il provvedimento annunciato dal paese asiatico ha l’obiettivo di salvare gli elefanti africani, sempre più minacciati dal traffico di avorio. Secondo una recente ricerca della Iucn la popolazione degli elefanti è diminuita del 20 per cento dal 2006 al 2015 e conta attualmente 415mila esemplari. Il numero di esemplari uccisi a causa delle loro preziose zanne supera quello dei nascituri mettendo a serio rischio la sopravvivenza della specie in Africa.

Branco di elefanti africani
Il massacro di elefanti rappresenta anche una grande perdita economica per il continente africano. Secondo uno studio pubblicato su Nature il turismo in Africa ha perso 25 milioni di dollari l’anno per l’uccisione illegale di elefanti: 250 milioni di dollari in dieci anni (Photo credit should read TONY KARUMBA/AFP/Getty Images)

La migliore notizia di conservazione del 2016

L’annuncio ha riscosso reazioni entusiastiche tra le associazioni ambientaliste. “È la migliore notizia di conservazione del 2016”, ha affermato Alex Hofford, fotoreporter che si occupa di conservazione e che da anni vive a Hong Kong. Secondo i dati diffusi dal Wwf ogni anno vengono uccisi dai bracconieri circa 20mila elefanti, questa strage ha decimato il numero dei giganteschi erbivori che nel secolo scorso erano quasi cinque milioni. “La decisione di Pechino dimostra la determinazione per contribuire a salvare gli elefanti africani dall’estinzione – ha dichiarato Cheryl Lo del Wwf Hong Kong. – Ora i tre principali mercati mondiali di avorio, Cina, Hong Kong e Stati Uniti, sono in fase di esaurimento”. “La Cina, dopo essere stata il problema principale del bracconaggio di elefanti, potrebbe diventare la soluzione principale”, ha affermato soddisfatto Iain Douglas-Hamilton, fondatore di Save the Elephants.

Ivory crush in Cina
La decisione di Pechino potrebbe salvare gli elefanti prima che sia troppo tardi. Secondo gli esperti, se i tassi di mortalità si manterranno ai livelli attuali, esiste il rischio concreto che questi animali possano estinguersi entro il 2025 (Photo credit should read AFP/AFP/Getty Images)

Il peso dell’opinione pubblica

La decisione da parte della Cina arriva in seguito ad anni di crescente pressione, sia internazionale che nazionale, da parte dei sostenitori della fauna selvatica. “L’annuncio della Cina rappresenta un punto di svolta per la conservazione degli elefanti”, ha commentato Carter Roberts, presidente del Wwf.

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