Come i monaci buddisti hanno salvato la lontra

In molte aree della Cina le lontre sono ormai estinte, ma in un fiume nel Qinghai è presente una popolazione vitale. Il merito sarebbe dei buddisti tibetani.

L’enorme espansione industriale della Cina, che ha portato il Paese ad essere la nazione al mondo che emette più gas serra, ha causato un drammatico degrado ambientale di cui le persone sono le prime vittime. L’inquinamento atmosferico contribuisce infatti alla morte di migliaia di persone ogni giorno. L’uomo non è, naturalmente, l’unica specie danneggiata, inquinamento e distruzione degli habitat hanno compromesso numerosi ecosistemi. In particolare la maggior parte dei fiumi cinesi è ormai priva di mammiferi di grandi e medie dimensioni. Eppure, nei pressi di una città che ospita oltre 200mila persone, è stata recentemente trovata una popolazione vitale di lontre (Lutra lutra), ormai estinte in molte altre aree. Il merito sembrerebbe essere sia degli sforzi di conservazione che delle iniziative dei buddisti tibetani.

Primo piano di una lontra
In Cina sono presenti tre specie di lontra © Tim Ellis/Flickr

Dove sopravvivono le lontre

La capitale della prefettura autonoma tibetana di Yushu, nella provincia cinese del Qinghai, è attraversata da due fiumi, Zhaqu e Changu, che confluiscono poi nel fiume Tongtian. In quest’area i ricercatori del Centro di Conservazione di Shanshui hanno effettuato un monitoraggio della durata di un mese e, grazie alle trappole fotografiche, alle impronte e agli escrementi rinvenuti lungo il corso del fiume, hanno documentato la presenza di una fiorente popolazione di lontre.

Perché la lontra sta scomparendo

Un tempo la lontra era cacciata senza tregua per la sua preziosa pelliccia, ora la specie, inserita negli elenchi di fauna e flora protette della Cites, gode di maggiore protezione. Ciononostante il numero di lontre continua a diminuire, secondo quanto riportato dalla Iucn, e la specie si è estinta localmente nella maggior parte dei suoi vecchi areali. Se la caccia ha allentato la pressione ora questi mustelidi sono infatti minacciati dal degrado e dall’inquinamento degli ecosistemi fluviali.

Buddisti tibetani
Abitanti di Yushu, capitale dell’omonima prefettura autonoma tibetana © Flickr

Buddisti dalla parte delle lontre

Le lontre di Yushu sono però sopravvissute e sembrano passarsela piuttosto bene, grazie, anche, al buddismo. Oltre il 95 per cento della popolazione della città è tibetana e il buddismo, che promuove la compassione per tutti gli esseri viventi, ha una forte influenza. Una serie di credenze e tradizioni offre effettivi vantaggi alle lontre. Molti abitanti del luogo, ad esempio, non mangiano pesce, garantendone dunque una maggior quantità per le lontre. Ritengono inoltre che il taglio degli alberi o l’inquinamento delle acque possano fare adirare gli dei della montagna e del fiume, così facendo conservano importanti ecosistemi. I leader religiosi buddisti si sono infine espressi contro l’uso delle pellicce animali, contribuendo a ridurne drasticamente la domanda.

Fiume Zhaqu
In molte zone del mondo le lontre sono minacciate dalla degradazione degli ambienti fluviali, dalla presenza invasiva dell’uomo e dall’inquinamento © Flickr

La Cina ha capito il valore della natura

Non si può però chiaramente prescindere da efficaci e scientifiche iniziative di conservazione che, combinate con le “sostenibili” tradizioni buddiste, possono garantire la sopravvivenza della lontra in Cina. In tempi recenti il paese asiatico ha iniziato a comprendere l’importanza di proteggere il suo patrimonio ecologico, istituendo ad esempio la riserva naturale di Sanjiangyuan, anche chiamata dei Tre Fiumi poiché comprende le sorgenti del Fiume Giallo, dello Yangtze e del Mekong, e avviando un massiccio piano di riforestazione che prevede di aumentare la copertura arborea nazionale del 23 per cento entro il 2020.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articoli correlati
Un olivastro di migliaia di anni in Sardegna è arrivato terzo agli European Tree of the year awards 2024

Sale sul podio l’olivastro millenario di Luras, in Sardegna, nell’ambito del prestigioso riconoscimento European tree of the year 2024: l’albero italiano ottiene il terzo posto, dietro a “The weeping beach of Bayeux” in Francia e al vincitore “The heart of the garden” in Polonia, quest’ultimo accreditato con quasi 40.000 voti. European Tree of the year