Cooperazione internazionale

Forniamo cure gratuite in ospedali sostenibili, perché la nostra presenza diventi inutile

In ogni Paese in cui opera, Emergency promuove e mette in pratica da 25 anni un modello di sanità sostenibile. Cure gratuite, formazione del personale locale, strutture efficienti. Nel rispetto di persone e ambiente.

Sostenibilità. Ne sentiamo parlare sempre di più, ne leggiamo sui giornali, si fa spazio nel dibattito pubblico. Ma come si declina un tema così ampio nella realtà di Emergency? La risposta è molto semplice. In ciascuno dei Paesi in cui operiamo, da 25 anni promuoviamo e mettiamo in pratica un modello di sanità sostenibile. Sostenibile socialmente, così come dal punto di vista economico e ambientale. Tutti i nostri progetti si basano su tre principi cardine: eguaglianza, qualità e responsabilità sociale.

Emergency in Sudan
In ciascuno dei Paesi in cui operiamo, da 25 anni promuoviamo e mettiamo in pratica un modello di sanità sostenibile © Emergency

Partendo dal presupposto irrinunciabile che la cura sia un diritto umano fondamentale e come tale debba essere riconosciuto a ciascun individuo senza discriminazioni, progettiamo, costruiamo e gestiamo ospedali in un’ottica di lungo periodo. Lavoriamo affinché un giorno la nostra presenza in loco diventi inutile. Per raggiungere questo obiettivo, una componente essenziale del nostro lavoro è la formazione del personale locale, che rappresenta circa l’85 per cento di tutto il personale impiegato nei nostri progetti in giro per il mondo.

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Formazione e collaborazione con il personale locale

Ogni giorno, lo staff internazionale lavora fianco a fianco con i colleghi nazionali per garantire standard clinici di qualità e allo stesso tempo rafforzare il sistema sanitario locale. Tutti i nostri ospedali in Afghanistan sono sedi riconosciute delle specializzazioni in pediatria, chirurgia e ginecologia, così come il centro Salam di cardiochirurgia in Sudan è riconosciuto come centro di formazione per gli infermieri di terapia intensiva e per gli specializzandi in cardiochirurgia, cardiologia e anestesia. Giusto qualche mese fa abbiamo orgogliosamente festeggiato il dottor Amin, il primo pediatra formato nel nostro centro in Panshjir, che ha brillantemente superato l’esame di stato a Kabul e conseguito la specialità.

Ingresso del centro Salam di Emergency
L’ingresso del Salam Center © Ashraf Shazly/AFP/Getty Images

Altro elemento fondamentale è il coinvolgimento delle comunità locali e delle autorità dei paesi che ci ospitano. Sosteniamo le comunità impiegando nei nostri ospedali personale nazionale, dando priorità alle categorie vulnerabili e assicurandoci che grazie al loro lavoro possano garantire uno standard di vita dignitoso alle proprie famiglie senza creare discrepanze a livello locale. Concordiamo i nostri interventi con le autorità locali coinvolgendole nelle diverse fasi di progettazione e realizzazione e chiedendo loro di destinare in maniera regolare risorse umane ed economiche per garantire il funzionamento degli ospedali. In questo modo potremo trasferire loro la responsabilità delle strutture alla fine di un percorso condiviso.

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Il centro pediatrico di Emergency a Entebbe, in Uganda
Il centro pediatrico di Entebbe, in Uganda, sarà realizzato con una tecnica di costruzione tradizionale che evita la dispersione del calore, la terra pisè © Emergency

Dai rifiuti all’energia, come gli ospedali di Emergency riescono ad essere sostenibili

Nella progettazione e gestione dei nostri ospedali cerchiamo anche di dare il buon esempio in termini di rispetto ambientale. A Goderich, in Sierra Leone, tutti i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo del nostro centro chirurgico e pediatrico sono triturati e sterilizzati prima di abbandonare l’ospedale. Il centro di maternità di Anabah, in Afghanistan, sorge in una valle priva di fornitura elettrica e lo abbiamo reso completamente autosufficiente grazie a un sistema di cogenerazione. Il centro di eccellenza pediatrica di Entebbe, in Uganda, attualmente in costruzione su progetto dell’architetto Renzo Piano, sarà realizzato in terra pisè, una tecnica di costruzione tradizionale che evita la dispersione del calore, e ricoperto di pannelli fotovoltaici. Lo stesso vale per la nostra sede di Milano, Casa Emergency, che è certificata in classe energetica B per l’efficace sistema di riutilizzo dell’energia termica e delle risorse idriche.

Il centro pediatrico di Emergency a Entebbe, in Uganda
Il centro pediatrico di Entebbe, in Uganda, sarà ricoperto di pannelli fotovoltaici © Emergency

Tutto questo riusciamo a realizzarlo perché centinaia di migliaia di persone scelgono di sostenerci, con donazioni grandi, piccole, regolari, una tantum, come il 5 per mille della dichiarazione dei redditi. Ancora una volta, nel 2017, Emergency è risultata la prima scelta per i cittadini italiani che hanno deciso di devolvere una piccola percentuale delle proprie tasse al mondo del volontariato. Oltre il 60 per cento dei fondi che raccogliamo ogni anno proviene da donazioni private. Questo modello di sanità sostenibile che portiamo avanti ormai da 25 anni, quindi, è possibile soprattutto grazie a voi.

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Ospedale di Goderich Elena Nebiolo
Nel centro chirurgico e pediatrico di Emergency a Goderich, in Sierra Leone, tutti i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo sono triturati e sterilizzati prima di abbandonare l’ospedale © Elena Nebiolo/Emergency

La sostenibilità di Emergency

Nel 2018, per la prima volta, abbiamo deciso di pubblicare un report di sostenibilità con l’obiettivo fornire alle centinaia di migliaia di persone che scelgono di sostenerci un ulteriore strumento trasparente di verifica delle attività che ogni giorno possiamo portare avanti grazie al loro contributo. Per realizzarlo, abbiamo chiesto a dipendenti, volontari, staff internazionale, soci, insegnanti e donatori privati di indicare quali temi ritenessero opportuno sviluppare in quest’ottica. Cinque le aree che sono emerse dal sondaggio, e che sono approfondite nel dettaglio all’interno del report: stabilità delle donazioni; percezione e caratteri distintivi dell’associazione; indipendenza nelle scelte; sviluppo economico-finanziario e diversificazione delle entrate; advocacy verso opinione pubblica e istituzioni.

L’augurio per i prossimi 25 anni? Poter continuare a fare ancora di più, nel rispetto dei diritti e dell’ambiente, insieme.

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