Cooperazione internazionale

Penny Wirton, la scuola di italiano gratuita per migranti che rende la lingua strumento d’integrazione

In Italia sono 45 le Penny Wirton che permettono gratuitamente agli stranieri nel nostro paese di imparare l’italiano grazie a un insegnamento “uno a uno” con docenti volontari. Un esempio virtuoso che favorisce l’integrazione.

Cosa favorisce davvero la concreta integrazione delle persone straniere in un luogo? La conoscenza della lingua locale è forse il primo e più importante passo per entrare a far parte di una comunità e quindi di un paese, qualunque esso sia. Un esempio virtuoso a questo proposito lo offre la Penny Wirton, una scuola di italiano per stranieri che permette a chiunque lo desideri di imparare la lingua grazie a lezioni “a tu per tu” tenute da docenti volontari, gratuitamente. Una realtà che in Italia conta oggi 45 scuole e dà concrete possibilità di apprendimento e, quindi, di realizzazione sociale e professionale. Vi raccontiamo come è nata la Penny Wirton, un vanto tutto italiano.

Penny Wirton, insegnamento gratuito dell’italiano ai migranti

Quella della Penny Wirton è una storia tutta italiana (anche se il nome potrebbe trarre in inganno) che per una volta racconta un bel successo. I protagonisti sono i migranti giunti in Italia per lavorare o comunque per vivere una vita migliore, e dei docenti che, in modo assolutamente gratuito e volontario, insegnano a stranieri provenienti da tutto il mondo, la nostra lingua, l’italiano.

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Chi vi scrive è venuta a conoscenza dell’esistenza di questa scuola grazie a Laura Bosio, preside della Penny Wirton di Milano, che ha da poco pubblicato Una scuola senza muri in cui narra la sua esperienza a diretto contatto con gli studenti e la sua visione, la sua idea di scuola, integrazione e insieme profonda umanità. Durante una presentazione di questo libro, chi vi ha partecipato è stato assolutamente travolto e colpito dall’entusiasmo sia dell’autrice, che di alcuni suoi studenti che hanno dato testimonianza dell’operato della scuola e dei risultati ottenuti. Un racconto ricco di positività, ottimismo e speranza per il futuro, difficile da incontrare quando si parla di immigrazione in Italia.

 Penny Wirton
Il metodo Penny Wirton prevede un rapporto con gli studenti molto stretto, per adattarsi meglio alle loro esisgenze d’apprendimento © Penny Wirton

Una scuola d’integrazione che diventa osservatorio culturale

Di fatto la Penny Wirton permette in qualunque momento dell’anno e a chiunque desideri conoscere l’italiano, di frequentare delle lezioni uno a uno, o in piccoli gruppi per imparare la lingua. Non è una scuola tradizionale: se uno studente smette di venire, può tornare quando vuole e troverà un maestro disposto a riprendere il percorso insieme. Chi arriva in questa scuola è cittadino del mondo: ci sono studenti di ogni nazionalità, molti non sanno nemmeno scrivere e leggere nella propria lingua madre, altri invece sono altamente qualificati nel proprio paese d’origine, ma non conoscono l’italiano, necessario per ottenere il permesso di soggiorno.

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Ciò che la scuola garantisce non è solo l’insegnamento della lingua ma la possibilità di integrarsi, di conoscere da vicino un’altra cultura che non è la propria. Questo è basilare per sentirsi parte della comunità e cominciare da lì ad avere una vita soddisfacente sotto ogni punto di vista. Molto è ciò che è offerto, ma enorme è anche ciò che i professori ricevono: la Penny Wirton oggi è come un osservatorio da vicino del fenomeno della migrazione e più in generale della geopolitica internazionale. Le persone, uomini e donne, che frequentano le lezioni provengono dalle situazioni più disparate, tutti o quasi arrivano dal sesto continenete esistente al mondo: quello in movimento che migra verso di noi.

Penny Wirton
Un’aula della Penny Wirton di Milano dove gli insegnanti insegnano uno a uno agli studenti stranieri © Penny Wirton

La storia della scuola di italiano per stranieri Penny Wirton

Forse il nome Penny Wirton, scelto per la scuola, non è noto a tutti: si tratta del titolo di un romanzo per ragazzi di Silvio D’Arzo, Penny Wirton e sua madre, che racconta la vita di un giovane che non ha mai conosciuto suo padre e deve conquistarsi una sua dignità personale. È stato scelto da Eraldo Affinati e Anna Luce Lenzi, i “genitori” della scuola che nel 2008 le hanno dato luce a Roma e ora si estende a tutte le scuole che, anche fuori dalla capitale, vogliono adottare questo particolare tipo di insegnamento aderendo a un’apposita Carta d’intesa.

La scuola Penny Wirton è indipendente, apartitica, gratuita e autofinanziata, si regge quindi su contributi volontari di aderenti, amici, simpatizzanti e accetta con piacere l’iniziativa spontanea di donatori di ogni tipo. Anche tutti i materiali a uso della scuola (libri, quaderni, matite) vengono acquisiti in questo modo. I locali delle varie realtà (più di quaranta) che si sono diffusi in questi anni in tutta Italia sono concessi gratuitamente da vari enti od organizzazioni. A Milano, per esempio, le lezioni si svolgono il mercoledì e venerdì dalle 15:00 alle 17:00 in via Pinturicchio 35; sabato mattina dalle 10:00 alle 12:00 alla Cascina Biblioteca di via Casoria 50.

Come sostenere il progetto e partecipare all’integrazione

I modi per contribuire concretamente a queste realtà in Italia sono molti: il primo è certamente quello di diventare insegnanti. Non occorre esserlo di professione ma conoscere bene l’italiano ed essere disponibili a collaborare gratuitamente offrendo una responsabile continuità. Per “integrarsi” in questa dimensione, è richiesta la frequenza di un corso di formazione organizzato dalla stessa Penny Wirton e un iniziale affiancamento a insegnanti già in servizio. Per chi invece non è portato per l’insegnamento, è possibile contribuire economicamente: a questa pagina del sito si trovano tutte le coordinate per farlo. Infine, la Penny Wirton ha da poco orgogliosamente aperto la sua prima scuola all’estero, in Svizzera nel Canton Ticino: questa sorprendente realtà ha varcato i confini italiani. Il virus dell’integrazione si propaga.

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