Giovani attivisti

Sciopero mondiale per il clima. Lo storico 24 maggio di Fridays for Future

Il secondo sciopero mondiale per il clima, organizzato il 24 maggio dal movimento Fridays for Future, ha colorato le città di tutto il mondo.

Il movimento Fridays for Future è giunto al suo esame di maturità. I giovani di tutto il mondo hanno partecipato oggi, venerdì 24 maggio, al secondo sciopero mondiale per il clima. Secondo gli organizzatori, almeno 1,4 milioni di persone hanno preso parte all’iniziativa, in 1.664 città di 125 paesi.


Dopo quello del 15 marzo, che  aveva già coinvolto più di 2.000 città in oltre 120 paesi, in ogni continente.

“Mobilitazione in crescita soprattutto in Italia e in Germania”

La rete YouthForClimate, che per mesi ha raccolto le adesioni, ha parlato di “mobilitazione in crescita, in particolare in Italia e in Germania”, ma anche “in Africa e in Asia, continenti che finora non si erano impegnati troppo”. Il collettivo è nato dall’appello allo sciopero lanciato nello scorso mese di agosto dalla giovane svedese Greta Thunberg.

Sciopero per il clima
Lo sciopero per il clima del 15 marzo 2019 nel Regno Unito © Jack Taylor/Getty Images

Secondo l’organizzazione ambientalista internazionale 350.org, a marzo sono scesi in piazza oltre un milione e mezzo di studenti, che hanno dato vita alla più grande azione globale per il clima della storia.

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Anche Roma – nella quale proprio l’attivista scandinava ha parlato, in piazza del Popolo, lo scorso 19 aprile, prima di incontrare numerose autorità tra le quali papa Francesco – ha ospitato un corteo.

Allo stesso modo, altre 126 città italiane si sono tinte di verde. La redazione di LifeGate ha seguito lo sciopero in diretta: dalla capitale, da Milano, Bologna e Bergamo. In quest’ultimo caso, in particolare, a partecipare Global Strike for Climate sono stati anche alcuni rappresentanti delle popolazioni indigene che in questi giorni sono a Chiuduno, in provincia di Bergamo, per partecipare al Festival dello Spirito del Pianeta. Tre importanti testimonianze, gli aborigeni dell’Australia, gli aztechi del Messico e i cree del Canada, che si uniscono ai giovani che lottano per il nostro Pianeta.

sciopero clima
Rappresentanti delle popolazioni aborigene a Bergamo © Lifegate

Sono stati i cree a ricordare che nel 2018 il Canada ha registrato il record del numero di incendi avvenuti a causa dei cambiamenti climatici e per il 2019 si aspettano un fenomeno simile. Anche gli aztechi si uniscono alla lotta perché le loro terre sono minacciate dalla selvaggia deforestazione perpetrata ad opera dell’uomo. “Dobbiamo cambiare prospettiva”, hanno affermato gli aborigeni dell’Australia, perché “la Terra non è nostra, ma siamo noi parte della Terra; il nostro Pianeta continuerà a vivere, saremo noi a estinguerci se non agiamo subito”. Nella mattinata, i primi a cominciare le marce sono stati gli studenti di nazioni come Giappone, Nuova Zelanda e Australia.

Quindi è stata la volta dei ragazzi russi.

E della patria di Greta Thunberg, la Svezia.

Così come della Turchia.

Il Vaticano: “I politici ascoltino i giovani”

Perfino dei ragazzi palestinesi e israeliani – secondo quanto riferito da Climate Home News – hanno partecipato allo sciopero fianco a fianco, a conferma del fatto che la battaglia per la salvaguardia della Terra può unire tutti.

Le manifestazioni continueranno a svolgersi per tutto il giorno, in tutto il mondo, seguendo il fuso orario di ciascun paese. Alle ragazze e ai ragazzi che partecipano, è arrivato anche il sostegno del Vaticano: “Negli ultimi mesi, i giovani sono diventati sempre più espliciti, come si rileva, ad esempio, negli imponenti scioperi per il clima. La loro frustrazione e rabbia verso la nostra generazione è palese. Rischiamo di finire per derubarli del loro futuro”.

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Studenti in piazza a Londra per lo sciopero mondiale per il clima © Dan Kitwood/Getty Images

Ad affermarlo, secondo quanto riferito dall’agenzia Ansa, è stato il cardinale Peter Turkson, prefetto del dicastero per lo Sviluppo umano integrale. “Bisogna fare appello – ha concluso il prelato – ai leader politici ad essere molto più coraggiosi e ad ascoltare il grido drammatico che si leva dalla comunità scientifica e dal movimento dei giovani per il clima”.

Il terzo sciopero mondiale per il clima si terrà il 20 settembre

Tra gli ultimi a partecipare ci sono stati gli americani e i canadesi.

Anche in Cile, nazione che ospiterà la prossima Cop 25, la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul clima, si è registrata un’importante mobilitazione. L’appuntamento per il terzo sciopero per il clima è stato già fissato: sarà il prossimo 20 settembre.

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