Australia e Tuvalu confermano l’intenzione di adottare il primo trattato al mondo che concede asilo climatico. Ma c’è ancora un ostacolo da superare.
Xylella, gli ulivi pugliesi dovranno essere trattati con un pesticida vietato
Gli ulivi pugliesi attaccati dalla Xylella devono essere abbattuti. E con loro anche quelli nel raggio di 100 metri da un albero infetto. Ma tra i pesticidi indicati per i trattamenti ce n’è uno vietato dall’Unione europea perché responsabile della morìa delle api.
È entrato in vigore dal primo maggio, il decreto emanato d’urgenza dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina per contrastare l’avanzata del batterio Xylella che dal 2015 ormai rappresenta una piaga per gli ulivi pugliesi. Il decreto prevede tre obblighi relativi a una zona che corrisponde a tutto il Salento e a una zona-cuscinetto vicina a quella rilevata come infetta, nel territorio dei comuni tarantini e baresi di Taranto, Statte, Crispiano, Martina Franca, Ceglie Messapica, Ostuni, Cisternino, Fasano e Locorotondo.
XYLELLA: COLDIRETTI PUGLIA, OGNI TENTENNAMENTO AGGRAVA MALE, SUBITO ‘ERADICAZIONI CHIRURGICHE’ E SEMPLIFICAZIONE PROCEDURE https://t.co/XelDmK7e5K pic.twitter.com/cfD3HFbaeI
— Ruvesi.it (@ruvesi_it) 3 maggio 2018
Estirpare gli alberi infetti, e non solo quelli
Il primo obbligo, in conformità con quanto già richiesto lo scorso anno dall’Unione europea, riguarda la rimozione delle piante infette e di tutte le piante ospiti del batterio, presenti nel raggio di 100 metri dalla pianta infetta: in pratica vanno disboscati tre ettari di terreno per ogni albero infetto. Una misura che già in passato aveva ricevuto forti critiche da parte dei coltivatori della zona, ma che non è stata ancora del tutto soddisfatta: il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano infatti ha spiegato che “ci sono da abbattere circa un migliaio di alberi e molti di questi abbattimenti sono per diverse ragioni resi difficilissimi dalle normative attualmente in vigore, per cui proporremo al governo un decreto legge d’urgenza”.
La seconda prescrizione riguarda l’obbligo di diserbo attraverso lavorazioni superficiali del terreno, o trinciatura e successivo interramento, o pirodiserbo o utilizzando diserbanti: secondo il commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriukaitis, infatti, in Italia la Xylella prolifera anche per via “dei ritardi nell’abbattimento degli alberi malati, che lasciati a terra fanno da riserva per l’ulteriore diffusione del batterio”. Il terzo obbligo riguarda il trattamento con insetticidi efficaci nei confronti della sputacchina, l’insetto portatore del batterio: ne vanno fatti due nel periodo tra maggio e agosto, altri due tra settembre e dicembre. Tra gli insetticidi indicati dal ministero figurano Acetamiprid, Deltametrina, Etofenprox, Imidacloprid, Lambda Cialotrina, olio essenziale di arancio dolce.
Il pesticida vietato solo un mese fa
#Xylella e obbligo di #pesticidi: Grave attentato all’agricoltura biologica e serie ripercussioni economiche e ambientali. Bisogna riconsiderare il decreto adottando criteri di tutela ambientale
— AIAB (@AIABfederale) 18 aprile 2018
Peccato però che uno di questi, l’Imidacloprid prodotto dalla Bayer, giusto un mese fa sia stato messo al bando dalla Commissione europea, anche con il voto favorevole della stessa Italia, perché ritenuto tra i pesticidi maggiormente responsabili della morìa di api, insieme a Clothianidin, sempre della Bayer, e Thiamethoxam di Syngenta: o meglio, questi tre possono essere utilizzati solamente in serra. Secondo la sede pugliese dell’Associazione italiana per l’agricoltura biologica (Aiab) in ogni caso l’utilizzo di pesticidi “sarebbe un grave attentato all’agricoltura bio e si verificherebbero ripercussioni economiche e ambientali”.
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