Entro il 2019, le case automobilistiche che operano in Cina dovranno passare dalla vendita di modelli a motore termico all’auto elettrica. Lo stabilisce un decreto governativo.
Cina, è allarme affidabilità per le auto elettriche prodotte nel Paese
Incendi, guasti, autonomia ai minimi termini. La Cina fa i primi conti con la mobilità elettrica domestica, sempre più diffusa ma di bassa qualità costruttiva
In Cina è diventato uno degli argomenti più dibattuti sui social e in rete: l’auto elettrica Made in China è afflitta da numerosi problemi: autocombustione, autonomia ridotta, scarsa affidabilità, bassa qualità generale. Come chiarisce bene l’articolo di Adam Minter, editorialista di Bloomberg Opinion e autore di Junkyard Planet: Travels in the Billion-Dollar Trash Trade, il mercato delle auto elettriche prodotte in Cina e destinate esclusivamente al mercato domestico, sta diventando un problema che fa discutere, soprattutto perché sull’onda degli incentivi a pioggia stanziati dal governo a sostegno dello sviluppo della mobilità elettrica si stanno diffondendo modelli di auto poco affidabili e che non rispettano gli standard di sicurezza in vigore nella quasi totalità del mondo.
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Auto elettriche, in Cina i primi contraccolpi
Somme ingenti di denaro a favore non solo di chi l’auto elettrica la deve comprare ma anche di chi la deve produrre, senza contare che sono stati posti dazi sulle importazioni di auto a motore endotermico e limiti alla circolazione di macchine a gasolio e a benzina in città come Pechino e Shangai. Da qui, ecco spuntare tantissime startup in cerca di sostegno economico, non sempre con un know-how all’altezza; la conseguenza naturale è che, secondo i dati di un sondaggio online cinese, il 70 per cento dei clienti non comprerebbe più un veicolo a batterie. Proprio le batterie sono la fonte principale dei problemi: incendi per autocombustione e imprevedibili crolli della carica, con tutto ciò che questo significa in termini non solo di sicurezza e autonomia, ma anche di impatto ambientale.
Nel 2018, oltre 1 milione di elettriche vendute in Cina
Se si dà credito solo ai numeri, la strategia del governo cinese sembra vincente: nel 2018, le aziende nazionali hanno consegnato 1,26 milioni di automobili NEV (New Energy Vehicle: ibride plug in, fuel cell ed elettriche); di queste, la maggior parte è rappresentata dalle elettriche pure; il 62 per cento in più rispetto al 2017. Ciò significa non solo che il mercato cinese pesa per più del 50 per cento, da solo, sul volume delle elettriche vendute in tutto il mondo, ma che l’obiettivo dei due milioni di NEV venduti entro il 2020 è ormai molto più che credibile.
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Mobilità elettrica, in Cina scoppia lo scandalo Quality-Gate
Se invece si guarda alla qualità dei risultati ottenuti, i media cinesi parlano già di “Quality-Gate” e usano la parola “scandalo” per descrivere la situazione, che effettivamente fa pensare: nel 2018, i produttori cinesi hanno richiamato oltre 135mia auto elettriche. Le batterie, come anticipato, sono la fonte maggiore di problemi: prestazioni nettamente inferiori al dichiarato, surriscaldamenti pericolosi, durata molto scarsa e, problema più importante, almeno in quaranta casi si sono verificati casi di combustione spontanea. A tutto ciò si aggiungono motori rotti, trasmissioni difettose e cattivi odori nell’abitacolo. Nel frattempo il governo è corso ai ripari e ha deciso di tagliare ogni forma di sostegno a quei costruttori di auto elettriche domestici che non offrono adeguati standard qualitativi. Problemi qualitativi e di sicurezza che, è bene ricordarlo, non interessano in alcun modo i modelli elettrici venduti nel resto del mondo.
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