La discesa del carbone. Venduta a un dollaro una miniera che ne valeva milioni

Il crollo dei prezzi del carbone è realtà. La miniera di carbone Isaac Plains in Australia, valutata 860 dollari australiani (circa 631 milioni dollari americani) tre anni fa, è stata venduta a un dollaro. Secondo quanto ha riportato Bloomberg, il gruppo minerario brasiliano Vale SA e la giapponese Sumitomo Corp. hanno venduto per un dollaro

Il crollo dei prezzi del carbone è realtà. La miniera di carbone Isaac Plains in Australia, valutata 860 dollari australiani (circa 631 milioni dollari americani) tre anni fa, è stata venduta a un dollaro. Secondo quanto ha riportato Bloomberg, il gruppo minerario brasiliano Vale SA e la giapponese Sumitomo Corp. hanno venduto per un dollaro americano la miniera Isaac Plains alla società australiana Stanmore Coal Ltd., con sede a Brisbane. Nel 2012 Sumitomo Corp. aveva acquistato la metà delle quote aziendali per 430 milioni dollari australiani.

 

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Il nuovo proprietario ha affermato che il sito ha risorse calcolate in 30 milioni di tonnellate e si è detto disponibile a investire 22,5 milioni di dollari americani per far tornare la miniera operativa.

 

 

 

 

“Le prospettive per il carbone sono ancora molto difficili”, ha detto Roger Downey, direttore esecutivo per i fertilizzanti e il carbone di Vale S.A., dopo l’annuncio della vendita. “Anche in Australia le miniere accusano conti in rosso. Ci troviamo in una situazione di mercati piuttosto avversi e difficili”.

 

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L’attività della miniera di Isaac Plains era iniziata nel 2006 ed è terminata lo scorso anno quando il sito estrattivo ha chiuso i battenti. Negli anni d’oro la sua produzione di picco si era attestata a 2,8 milioni di tonnellate l’anno con la vendita di carbone a produttori di acciaio in Giappone, Corea del Sud e Taiwan.

 

Il crollo del prezzo del carbone sia per uso energetico sia da coke, usato per produrre l’acciaio, sta costringendo le miniere di tutto il mondo a chiudere e sta mandando in bancarotta alcuni produttori. Negli ultimi tre anni negli USA hanno dichiarato fallimento circa trenta società che operano nel carbone, sette solo nell’ultimo anno. Tra questi la Alpha Natural Resources Inc., il secondo produttore statunitense di carbone, che ha annunciato bancarotta. Ma anche a oriente l’industria del carbone registra conti in rosso. L’Indonesia, che è il primo esportatore di carbone per uso termico, ha diminuito la sua produzione a causa dei prezzi troppo bassi. Stesso andamento in Australia, leader nelle esportazioni di carbone metallurgico. Tra i motivi del calo dei prezzi le recenti politiche energetiche che vedono una riduzione dell’uso di carbone per la produzione di energia elettrica a causa del suo elevato livello di emissioni, principale causa del cambiamento climatico.

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