Vestas, a Taranto dagli artigiani dell’eolico

A Taranto l’eolico dà lavoro a oltre 700 persone. L’azienda danese produce in Italiapale eoliche che vengono spedite in tutto il mondo.

A Taranto non c’è solo Ilva, non ci sono solo storie di disoccupazione e inquinamento ambientale. A Taranto c’è anche una realtà che sta crescendo, che è all’avanguardia in termini di tecnologia, che crea occupazione sul territorio e “sforna” operai specializzati che girano il mondo per formare i loro colleghi su come produrre pale eoliche. Questa realtà si chiama Vestas.

L’eolico a Taranto ha una storia relativamente lunga. Nel 1989 nella “città dei due mari” nasce West (Wind Energy System Taranto) che produce turbine eoliche e già nel 1991 viene installato il primo prototipo da 1MW, una macchina all’avanguardia per quei tempi. A dieci anni dalla nascita di West, nel 1998, prende il via la joint venture Iwt (Italian Wind Technology) che nel 2001 viene acquisita al 100 per cento da Vestas. Da allora l’azienda danese opera a Taranto con un impianto di produzione di pale eoliche che nel tempo ha prodotto nove modelli differenti. L’impianto di Taranto è alimentato a energia 100 per cento rinnovabile.

Produrre pale eoliche, artigianato di precisione

Sono alti cento metri, giganti silenziosi che producono energia elettrica senza inquinare, sono gli aerogeneratori. Quando li vediamo in funzione in un parco eolico non pensiamo al processo che dietro si cela.

Tanto per cominciare c’è la realizzazione di tutti i pezzi che nel caso dello stabilimento di Vestas a Taranto significa produzione delle pale eoliche che sono fatte in fibra di vetro assemblata con fibra di carbonio. A Taranto sono in funzione 5 linee produttive che producono tre differenti tipi di pale: V100 da 2MW, V112 da 3MW e V126 sempre da 3MW. I processi produttivi sono di due tipi: structural Shell, anche detto a infusione, praticamente lo stesso procedimento che viene utilizzato nel settore navale per costruire gli scafi (in vetroresina) delle barche e structural spar dove la fibra di vetro utilizzata è pre-impregnata, in questo caso il procedimento è simile a quello impiegato nel settore automobilistico e nel settore aeronautico. Nulla è lasciato al caso, ogni singolo processo, dalla costruzione dell’anima interna, alla fase di incollaggio a quella della realizzazione della parte esterna della pala, sono controllati e certificati.

vestas
Vestas, un operaio al lavoro su una turbina © Vestas/YouTube

Per costruire una pala, quella più piccola da 1 MW, servono 6 uomini e 40 ore, di cui 8 ore per fare la parte interna della pala e 16 per la fase di laminazione, ovvero la parte esterna. Il resto del tempo viene impiegato per quella che viene detta fase di cura e per il controllo di qualità. Per produrre una pala V100 (la più piccola prodotta attualmente) sono necessarie 330 ore lavorative.

Le pale prodotte vengono spedite in tutto il mondo. Date le loro dimensioni, arrivano fino a 62 metri con un peso di 3 tonnellate, le soluzioni tecniche per il trasporto e il relativo costo rappresentano una fase cruciale di tutto il processo produttivo.

Installazione e gestione parchi eolici

Una volta prodotti tutti i componenti di un aerogeneratore, questi vengono spediti sul luogo dove nascerà un parco eolico. A questo punto inizia l’installazione. Gli operai di Vestas, specializzati nell’installazione, in due giorni montano un aerogeneratore: basamento, edificazione della torre sulla quale verrà posata la navicella contenente il rotore e alla fine la turbina.

Oggi l’azienda si occupa anche della gestione (service) di tutte le macchine Vestas in funzione e di quelle altri brand, con attività di monitoraggio costante in remoto, controllo e manutenzione periodica oltre agli interventi straordinari in caso di guasti. Una squadra di 400 addetti divisi in 200 team opera quotidianamente con interventi sul campo e al loro fianco lavorano altri 80 uomini per gestire gli aspetti logistici, tecnici e contrattuali. Vestas Italia a Taranto coordina il monitoraggio in tempo reale dei dati degli impianti eolici di tutto il Mediterraneo orientale (ad esempio: Italia, Egitto, Giordania, Grecia, ecc.), da qui se ci sono dei guasti si fanno partire le segnalazioni alle squadre sul territorio. Tutti i dati vengono inviati al centro ricerca&sviluppo situato in Danimarca (il più grande al mondo), dove sono analizzati per il miglioramento continuo sia della produzione dei componenti sia della gestione degli impianti

I green jobs e l’occupazione per il territorio

Vestas ha 21.781 dipendenti in tutto il mondo. Nello stabilimento di Taranto oggi lavorano 738 operai (di cui una sola donna nella produzione e 5 nel reparto amministrativo). Un numero di addetti che è raddoppiato in soli due anni, grazie alla continua domanda di aerogeneratori e alle previsioni di sviluppo del settore.

Operai che arrivano praticamente tutti dalla provincia di Taranto, qualcuno da Brindisi e Bari, e che con turni di lavoro fanno funzionare lo stabilimento 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Questi addetti, la maggior parte con un’età media di 30 anni, sono degli artigiani dell’eolico, la cura nel dettaglio e nelle rifiniture è fatta tutta a mano con il risultato di riuscire a produrre pale perfettamente aerodinamiche con uno scarto di peso tra una e l’altra di massimo 3-4 chili, su un totale di 3 tonnellate. Operai altamente specializzati che, grazie alla formazione continua, possono diffondere il loro know how in giro per il mondo nelle aziende del gruppo Vestas.

Tutti i numeri di Vestas

  • 57.600 turbine installate nel mondo
  • 76 GW di potenza eolica installata
  • 63 GW di impianti eolici in gestione
  • presente in 75 Paesi nei cinque continenti
  • 21.781 dipendenti in tutto il mondo
  • 731 dipendenti nella fabbrica di Taranto
  • 2,9 miliardi di euro di ricavi nell’ultimo trimestre a livello globale, con un incremento del 37% rispetto all’anno precedente

L’eolico in Italia

In Italia, secondo quanto indicato dall’associazione europea dell’eolico (Wind Europe) a fine 2015 erano installati 9 gigawatt (GW) di eolico e si prevede di raggiungere i 12 GW entro il 2020.

“Oggi siamo in una fase delicata dello sviluppo eolico in Italia, ci sono i vecchi impianti eolici, quelli che ormai stanno raggiungendo la soglia dei 20 anni e richiedono un intervento di rinnovamento, quello che in gergo tecnico si chiama retrofitting. A parte ad ottimizzare la produzione di energia elettrica sulle nuove turbine, Vestas sta seguendo con interesse le potenzialità del business del Revamping ossia della sostituzione delle vecchie macchine a favore di macchine di nuova generazione che offrirebbe al mercato macchine più performanti ed efficienti. Tuttavia, ad oggi, questo implica l’introduzione di un nuovo iter burocratico autorizzativo”, sostiene Rainer Karan, Direttore Generale di Vestas Italia Srl. “La necessità di rinnovare gli impianti più vecchi unito al meccanismo aste esistente, aiuterebbe lo sviluppo del settore eolico e il mercato ad esso collegato”.

Impianto eolico Vestas. Photo Credit: Vestas
Impianto eolico Vestas. Photo Credit: Vestas

C’è poi la questione delle aste per le rinnovabili elettriche non fotovoltaiche che avverranno proprio in questi giorni per assegnare nuovi incentivi agli impianti rinnovabili. Il governo con un decreto ha stanziato 435 milioni di euro all’anno e i nuovi impianti saranno selezionati durante l’asta del 27 novembre. Tali impianti potranno godere di un periodo di incentivazione di 20 anni. L’esito delle aste sarà determinante per lo sviluppo dell’eolico in Italia.

L’eolico nel mondo

Secondo i dati del Global Wind Energy Council (Gwec) la potenza complessiva installata a livello mondiale a fine 2015 era 432,9 GW, con una crescita cumulativa del mercato di oltre il 17 per cento. L’incremento di nuova capacità è dovuto soprattutto alla Cina con i suoi 30.753 MW installati lo scorso anno; mentre il settore a livello globale ha registrato una crescita di nuova di 63.467 MW nel 2015, + 22 per cento rispetto al 2014.

2015 è stato un anno senza precedenti per l’industria eolica da un punto di vista di nuova potenza eolica installata che ha superato la soglia dei 60 GW per la prima volta nella storia. Più di 63 GW di nuova capacità di energia eolica sono stati connessi alla rete, un incremento del 22 percento rispetto al 2014 (51,7 GW).

Sempre secondo il Gwec, entro il 2030 la produzione eolica potrebbe raggiungere i 1,2 terawatt (TW) se non arrivare addirittura a 2,1 TW. Una crescita che richiede investimenti per circa 200 miliardi di euro grazie ai quali, nei prossimi 14 anni, potranno essere creati 2,4 milioni di nuovi posti di lavoro in tutto il mondo. Vestas stima che entro il 2020, il 10% del consumo mondiale di energia sarà generato dall’energia eolica.

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