Il 90% degli italiani si sente “costretto” a usare l’auto a causa del trasporto pubblico poco efficiente e di una cattiva pianificazione urbanistica.
Idrogeno: il punto sulla mobilità sostenibile in Alto Adige
Bilancio delle attività svolte e progetti futuri sull’idrogeno della Regione sono stati gli argomenti al centro di un incontro a Bolzano a cui ha partecipato anche Toyota. La casa automobilistica ha anche firmato in Giappone un accordo con altre 10 aziende per la costruzione su larga scala di stazioni di idrogeno nel Paese.
Dieci macchine a idrogeno, cinque autobus a celle a combustibile e un milione di chilometri percorsi a emissioni zero: sono i numeri dell’idrogeno in Alto Adige, raccontati in un incontro organizzato, lo scorso 18 maggio, dal Centro H2 di Bolzano per fare un bilancio di tutte le attività svolte finora e dei prossimi progetti che riguarderannno la Regione e per interrogarsi sulla mobilità del futuro: un sistema ecosostenibile è davvero possibile? L’idrogeno troverà una rete adeguata per svilupparsi? E quali sono i traguardi raggiunti dalla tecnologia ibrida?
Il successo dell’ibrido
All’incontro, a cui hanno partecipato il Presidente della Provincia Arno Kompatscher, gli assessori alla Mobilità e all’Ambiente, Florian Mussner e Richard Theiner, i vertici di Autobrennero Spa, Alperia e SASA, i rappresentanti di imprese altoatesine, era presente anche Toyota per raccontare la sua esperienza sul tema della mobilità sostenibile, fronte in cui la casa automobilistica giapponese è da sempre impegnata. “Grazie all’ibrido, che nel 2017 compie 20 anni dalla sua introduzione, abbiamo rivoluzionato il modo di guidare – ha dichiarato Andrea Saccone, Service Excellence & Innovation General Manager Toyota Motor Italia – consentendo di risparmiare ben 77 milioni di CO2. Nel 2016 abbiamo raggiunto l’importante traguardo di dieci milioni di auto ibride vendute nel mondo, con l’obiettivo di arrivare a quindici milioni nel 2020. Con l’ibrido abbiamo realizzato dunque il miglior presente possibile e i numeri in Italia lo testimoniano: siamo arrivati a una quota del 3 per cento del mercato”.
Verso l’idrogeno
Lo sguardo è ora sempre più rivolto al futuro e alla Mirai, la prima berlina di serie a idrogeno realizzata da Toyota, che oggi vanta 3mila esemplari in circolazione nel mondo: “Con Mirai proseguiamo, adesso, il nostro lavoro sempre più a emissioni zero, perché crediamo nell’uso diffuso di una risorsa così importante come l’idrogeno. Per fare questo, abbiamo lavorato tanto e continuiamo a farlo, al fianco delle Istituzioni. Grazie infatti al Governo e al Parlamento, l’Italia si sta adeguando agli altri Paesi europei nei quali l’uso dell’idrogeno è già una realtà consolidata”. Solo quando il nostro Paese aggiornerà la normativa tecnica sulle stazioni di rifornimento a idrogeno, si potrà dare avvio alla costruzione di una rete adeguata per rifornire i serbatoi a 700 bar in tutta sicurezza: l’obiettivo è avere, entro il 2025, un numero sufficiente di stazioni e recepire così la Direttiva per la costruzione di infrastrutture per i combustibili alternativi (DAFI).
L’accordo sull’idrogeno in Giappone
Intanto dall’altra parte del mondo, in Giappone, Toyota Motor Corporation e altre dieci aziende hanno siglato un accordo di collaborazione per la costruzione su larga scala di stazioni di idrogeno per il rifornimento dei veicoli con celle a combustibile. L’iniziativa si inserisce nella “Roadmap strategica per l’idrogeno e le fuel cell” del governo giapponese che punta al raggiungimento di un totale di 160 stazioni di rifornimento e 40mila vetture ad idrogeno entro il 2020. Allo scopo di accellerare questo processo, le undici compagnie firmatarie dell’accordo stanno valutando la creazione di una nuova società che abbia tra i propri obiettivi quello di regolarizzare la costruzione delle stazioni di rifornimento implementando misure a supporto della realizzazione e del funzionamento delle stesse e di permettere un’ampia diffusione delle vetture con celle a combustibile rendendo il business delle stazioni di rifornimento autosostenibile grazie all’aumento dell’efficienza ed alla riduzione dei costi di esercizio. Il tutto perché una società basata sull’utilizzo regolare dell’idrogeno diventi davvero possibile.
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