Musica popolare italiana: tradizione e storia

La musica popolare tende ad essere strettamente legata, in alcuni casi in modo inseparabile, ad almeno due altri aspetti culturali di natura regionale: gli strumenti musicali con cui è eseguita e i balli che la accompagnano.

di Antonio Larizza

Quest’estate ho assistito a numerosi festival di musica tradizionale italiana, sia a Milano che nel sud Italia. Ed ogni volta sono stato travolto dalla trance che questa musica popolare italiana genera.

Caratteristiche della musica popolare italiana

In realtà la musica popolare ha caratteristiche comuni in tutti i Paesi del mondo. Per esempio, è sempre legata a un certo momento della vita o della storia di un popolo ed è per questo anche definita musica occasionale.

La musica popolare, poi, non nasce mai per opera di un solo individuo, ma di una collettività e proprio per questo che è sempre anonima.

Altra caratteristica fondamentale è la sua diffusione orale: tramandata da padre in figlio, da generazione in generazione. Spesso ciò ha fatto in modo che la musica popolare subisse svariate variazioni e modifiche, così che di uno stesso canto se ne possano rintracciare svariate versioni, anche molto diverse tra loro.

Una cartina geografica della Puglia.
La taranta – Dal libro Athanasius Kircher, “Magnes sive De Arte Magnetica. Opus tripartitum”, Roma 1641 © Carlo Raso/Flickr

Musica tradizionale italiana: storia e origini

L’origine della musica tradizionale va ricercata nella necessità di uno strumento di comunicazione che potesse essere più facilmente accettato nell’ambito di una comunità spesso chiusa e ristretta. Si pensi ai canti d’amore della serenata, con i quali era certamente più semplice “dichiararsi” alla donna amata piuttosto che cercare l’occasione per farlo di persona.

La musica popolare italiana tende ad essere strettamente legata, in alcuni casi in modo inseparabile, ad almeno due altri aspetti culturali di natura regionale: gli strumenti musicali con cui è eseguita e i balli che la accompagnano.

Si pensi al ruolo svolto nella musica popolare italiana delle diverse regioni da strumenti come la zampogna, l’organetto, i fischiotti, lo scacciapensieri, oppure da balli come la tarantella, la pizzica, la tamurriata, o la quadriglia.

In realtà il termine musica popolare italiana raccoglie un numero piuttosto elevato di musiche tradizionali provenienti da tutte le singole regioni della Penisola italiana. E questa non è cosa da trascurare: la storia italiana, infatti, è caratterizzata da secoli di divisioni interne in piccoli stati e la musica riflette questa frammentazione.

La musica popolare italiana, dunque, riflette le caratteristiche della regione di provenienza, con le svariate influenze derivanti dalla posizione geografica in cui risiede: influenze arabe, africane, celtiche, persiane, latine, e slave a seconda che la regione si trovi a nord, a sud, a est o a ovest.

U Sonu. La danza nella Calabria Greca

Se volete sapere qualcosa di più sulla sonata per il ballo, per esempio, vi consiglio il libro U Sonu. La danza nella Calabria Greca, scritto dal maestro Ettore Castagna, antropologo ed etnomusicologo. Questo libro indaga con grande sensibilità sulla musica popolare italiana della Calabria, in
particolare di quella parte d’Aspromonte ancora strettamente influenzata, almeno fino ai primi del novecento, dagli antichi fasti della Magna Grecia. Da qui Calabria Greca, con paesi che per molti secoli hanno conservato la lingua greca o elaborato dialetti di chiara derivazione ellenica. Il libro è accompagnato da un raro documento sonoro: un cd che riporta suonate “a ballu” riprese sul campo, pressoché integrali.

A un popolo mettetegli la catena, spogliatelo,
tappategli la bocca? è ancora libero, toglietegli il lavoro,
il passaporto, la tavola dove mangia, il letto dove dorme? è
ancora ricco. Un popolo diventa povero e servo quando gli rubano la
lingua adottata dai padri, è perso per sempre, diventa
povero e servo quando le parole non partoriscono parole e si
mangiano fra loro. Me ne accorgo ora, mentre accordo la chitarra
del dialetto, che perde una corda al giorno.

Ignazio Buttitta

Immagine di copertina: Musica popolare italiana ®Ettore de Carolis, Associazione Culturale Carpino Folk Festival.

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