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Lina, la prima auto elettrica fatta con lino e barbabietola
Realizzata da un gruppo di studenti olandesi, Lina è la prima auto biodegradabile, composta da materiali di origine vegetale. Ecco la nuova frontiera dell’automotive.
Un’auto fatta di zucchero? Non si tratta di una favola per bambini, ma di un vero modello di auto elettrica con la scocca in barbabietola da zucchero e lino. Lina, così il nome dell’auto, è stata realizzata da un gruppo di giovani studenti (appena 22enni) dell’università di Tecnologia di Eindhoven, in Olanda. Può trasportare quattro passeggeri e ha un’autonomia di circa 80 km. A fine vita la scocca e gli interni possono essere riciclati.
L’idea di partenza era quella di realizzare un’auto che fosse leggera, composta di materiali a basso impatto ambientale e ovviamente elettrica. “Abbiamo applicato una combinazione di materiali e plastiche a base biologica per creare il telaio dell’auto”, ha dichiarato Yasmin Amel Gharib, 22 anni, del team TuEcomotive. “Il bio composito è fatto di lino, una pianta che può essere coltivata in qualsiasi clima temperato. L’anima a nido d’ape è invece prodotta a partire dall’acido polilattico, una bioplastica ricavata interamente da barbabietole da zucchero”.
Perché Lina è il futuro dell’auto
I due fogli di lino avvolgono la bioplastica, conferendone resistenza e stabilità. “Solo le ruote e i sistemi di sospensione non sono fatti di materiali a base biologica”, ha detto un altro componente del gruppo, Yanic van Rie a Reuters.
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L’intera struttura risulta così estremamente leggera (solo 310 kg), paragonabile alla fibra di vetro, ma l’auto per ora non ha superato i crash test europei (Ncap) perché il materiale “non si piega come il metallo, ma si rompe”, ha spiegato il leader della squadra Noud van de Gevel. Ovviamente gli studenti stanno già lavorando a delle alternative.
L’economia circolare nel settore automobilistico
L’uso di bioplastiche e di materiali di origine vegetale non sono una novità assoluta. Ford ad esempio sta sviluppando una bioplastica per gli interni delle proprie auto a partire dagli scarti di lavorazione dell’agave, o al bambù per la componentistica. In questo modo si va a ridurre drasticamente l’impiego di energia e risorse per l’estrazione e la lavorazione delle materie prime, in ottica circolare. Anche Lina rientra in questa visione: per fare un’auto ci vogliomo 300 mq di terreno coltivato a lino.
Ma la vera sfida sarà la circolarità del settore automobilistico. E gli studenti olandesi hanno dimostrato che il mondo della ricerca è pronto. “Con il nostro progetto, non solo vogliamo ispirare il settore a cercare e applicare materiali più sostenibili, ma anche rendere il pubblico più consapevole”, conclude Yasmin. “Sappiamo che il materiale innovativo che abbiamo sviluppato è adatto a qualcosa di più delle sole automobili, quindi speriamo che le persone utilizzino le nostre conoscenze per un futuro bio-based”.
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