I designer africani si riappropriano della moda del loro continente

Oggi il continente africano sta assumendo un ruolo sempre più centrale a livello mondiale nell’industria della moda. I mercati globali non lo considerano più un punto di arrivo della merce ma una fonte di ispirazione. Colori di tendenza Che sia per i colori brillanti, le fantasie o le stampe, c’è un crescente interesse per la

Oggi il continente africano sta assumendo un ruolo sempre più centrale a livello mondiale nell’industria della moda. I mercati globali non lo considerano più un punto di arrivo della merce ma una fonte di ispirazione.

Colori di tendenza

Che sia per i colori brillanti, le fantasie o le stampe, c’è un crescente interesse per la moda africana a livello internazionale. I paesaggi tropicali con le foreste rigogliose, la frutta e i fiori esotici sono grande fonte di ispirazione per i designer di tutto il mondo. Questo stile, caratterizzato dalle tipiche fantasie africane e dalle stampe animalier, che sono diventate un marchio di fabbrica in Occidente, ha subìto una forte influenza dallo stile di questo continente.

 

Sostituzione di merce importata con prodotti locali

Troppi paesi africani in passato hanno importato abiti di seconda mano dall’Occidente. Adesso i tempi sono cambiati. Per cercare di invertire questa tendenza alcuni designer stanno lavorando sodo e stanno creando collezioni di abiti completamente made in Africa. “È un sistema politico che sta andando avanti da decine e decine di anni e che non aiuta a crearsi un proprio nome nel mondo della moda. Ora è arrivato il turno dell’Africa. Abbiamo abbastanza risorse e stiamo tenendo gli occhi aperti,” spiega Carine Zoe Umutoni, la fashion designer che ha creato Onyx.

 

Tappeto di lana di cammello in Egitto
Realizzazione di un tappeto con lana di cammello in Egitto © Peter Macdiarmid/Getty Images

 

Utilizzo di prodotti africani da parte di marchi europei

L’Africa, in particolare la costa orientale, sta diventando il fulcro di provenienza dei capi di abbigliamento utilizzati anche in Europa. 37 paesi su 54 sono produttori di cotone e il Kenya e l’Etiopia sono i punti di riferimento dell’industria tessile nel continente. Negli ultimi due anni in Etiopia sono stati creati indumenti per alcuni marchi europei come Primark e H&M. Alla Origin Africa, la fiera del cotone, del tessuto e dell’abbigliamento più grande di tutto il continente, che si è tenuta a ottobre ad Addis Abeba, in Etiopia, Teta Isibo, designer di gioielli e accessori per Inzuki Designs, ha spiegato: “Sono orgogliosa di essere qui come rappresentante del Ruanda per mostrare ciò che viene realizzato in Africa e che può esse importato in altri paesi. È sempre più comune che i marchi internazionali reperiscano manufatti africani”.

 

Le sfide. Dunque perché le aziende occidentali non acquistano un maggior numero di prodotti dall’Africa? È tutta una questione di fiducia, afferma Keren Long della Ethical Apparel Africa, un’impresa sociale che offre servizi di consulenza e sostegno agli acquisti ai marchi che sviluppano una base di produzione africana. Una cosa è chiara, il potenziale c’è. Gli artigiani di tutto il continente possiedono abilità e tecniche uniche, spesso tramandate di generazione in generazione, grazie alle quali creano magnifici oggetti tipici. Ciò su cui devono ancora lavorare, sottolinea Long, è la puntualità nelle consegne, la costanza nella produzione, il miglioramento della qualità, la tracciabilità etica dei prodotti e le attività volte al rispetto dell’ambiente.

 

valentino primavera estate 2016
La collezione primavera-estate di Valentino del 2016 ispirata all’Africa e presentata a ottobre alla settimana della moda di Parigi, in Francia © Pascal Le Segretain/Getty Images

Lo stereotipo dell’Africa tribale ed etnica

L’esaltazione dell’Africa può facilmente intensificare il problema dell’appropriazione culturale e scadere nello stereotipo offensivo di terra tribale ed etnica. Per esempio, in molti hanno criticato la casa di moda italiana Valentino per la sfilata di ottobre alla settimana della moda di Parigi dove è stata presentata la collezione primavera estate del 2016 intitolata “Africa tribale e selvaggia”, in cui i modelli, per la maggior parte bianchi, portavano le treccine, un tipo di acconciatura di origine africana diffusa in tutto il continente. “La moda africana viene considerata tribale ed etnica e continuerà a essere vista in questo modo se i designer si limiteranno a realizzare giacche in stile Chanel con stoffe africane,” ha dichiarato Anna Getaneh, l’anima creativa di African Mosaique, le cui collezioni provengono dall’Africa e sono interamente realizzate in questa parte di mondo. Secondo lei c’è bisogno di qualcosa di nuovo per separarsi dall’etichetta che è stata affibbiata all’intero continente nel corso degli anni.

 

Oggi l’Africa è un continente che offre molte opportunità. Mentre i designer africani stanno ridefinendo il proprio stile, i fashion designer di tutto il mondo stanno andando in questo continente per cercare ispirazione. Questa è una celebrazione della bellezza dell’Africa e dell’importanza economica che sta assumendo. Come sottolinea la campagna di Twitter #TheAfricaTheMediaNeverShows, l’ingegnosità e la creatività del continente rimane spesso nascosta nell’ombra.

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