![Disastro ambientale nelle Filippine per il naufragio di una petroliera](https://cdn.lifegate.it/QBlvR-Tk_3h2TfimNFfKOU9a-gI=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/gettyimages-1472120300-e1721986649699.jpg, https://cdn.lifegate.it/vev16Yif4memfevYVnlW-KXSFb8=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/gettyimages-1472120300-e1721986649699.jpg 2x)
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Dopo quattro giorni nelle mani dei rapitori, quasi 300 studentesse nigeriane sono state liberate grazie alla trattativa di pace avviata dalle autorità locali.
Bello Matawalle, governatore dello stato di Zamfara, nel nord-ovest della Nigeria, ha dichiarato all’emittente araba Al Jazeera che le studentesse rapite venerdì 26 febbraio da un gruppo di oltre cento uomini armati sono state liberate. Ora si troverebbero al sicuro con le autorità, in attesa di ricevere assistenza medica e psicologica.
La polizia locale aveva inizialmente dichiarato che le ragazze, prelevate nella scuola del remoto villaggio di Jangebe, fossero 317, ma stando al governatore sarebbero 279 – cifra confermata dal portavoce Sulaiman Tanau Anka, il quale ha reso noto che alcune delle presenti erano riuscite a fuggire al momento dell’assalto, rifugiandosi nella boscaglia.
Matawalle ha chiarito inoltre che non è stato pagato alcun riscatto per ottenere la liberazione degli ostaggi, che invece sarebbe stata frutto di “una trattativa di pace conclusasi positivamente”. Un risultato elogiato anche dal commissario di polizia Abutu Yaro, che ha sottolineato come “il dialogo” abbia garantito la salvezza delle giovani, alcune delle quali hanno meno di 11 anni.
Molti genitori hanno pianto alla vista delle loro figlie; “per loro è stato un enorme sollievo” poterle riabbracciare, come racconta Ahmed Idris, reporter di Al Jazeera. Anche il presidente Muhammadu Buhari ha accolto la notizia della liberazione con “incredibile gioia”.
Si tratta del terzo attacco ai danni di un istituto nigeriano in meno di tre mesi. Le autrici dei rapimenti sono gang interessate a saccheggi, riscatti e stupri. Nel 2019 il governo ha firmato un accordo di pace con i membri di questi gruppi armati, comunemente definiti “banditi”, ma gli attacchi sono continuati.
La regione settentrionale di questo paese africano è anche il campo d’azione di Boko Haram, un’organizzazione terroristica di stampo jihadista che nel 2014 si è macchiata del rapimento di 276 giovani donne, alcune delle quali risultano ancora disperse.
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