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La terra inquieta, l’arte racconta le migrazioni in una mostra alla Triennale di Milano
Alla Triennale di Milano “La terra inquieta” racconta le migrazioni della nostra epoca, attraverso le opere d’arte di artisti di 60 nazionalità diverse.
L’arte, nelle sue forme più distinte – ossia linguaggi espressivi ed esponenti di nazionalità differenti – diventa il mezzo per raccontare quasi come in una cronaca ciò che più di ogni altro fenomeno sta cambiando la nostra storia attuale: le migrazioni, protagoniste della mostra La terra inquieta. Alla Triennale di Milano dal 28 aprile al 20 agosto.
La terra inquieta, il racconto del fenomeno migratorio
La mostra è il frutto della collaborazione tra la Fondazione Nicola Trussardi e la Triennale, due istituzioni che da sempre mettono al centro della loro missione il presente in tutte le sue accezioni, prestando attenzione ai linguaggi più sperimentali e innovativi dell’arte e della cultura contemporanea e con la capacità di dare voce a fenomeni portatori di cambiamenti profondi.
La terra inquieta – che prende a prestito il titolo da una raccolta di poesie dello scrittore caraibico Édouard Glissant, da sempre affascinato dalla questione della coesistenza tra culture diverse – è dunque la condivisione di un progetto urgente e doveroso che ha l’ambizione di raccontare il presente come un territorio instabile e in fibrillazione. Attraverso le opere di più di 65 artiste e artisti provenienti da vari paesi del mondo – tra cui Albania, Algeria, Bangladesh, Egitto, Ghana, Iraq, Libano, Marocco, Siria e Turchia – e con un allestimento che si estenderà all’interno della galleria al piano terra della Triennale per proseguire al piano superiore, la mostra parla delle trasformazioni epocali che stanno segnando lo scenario globale e la storia contemporanea, in particolare affrontando il problema della migrazione e della crisi dei rifugiati.
La coscienza della migrazione
L’intento è quello di destare le coscienze, di accompagnarle nella comprensione di eventi ormai quotidiani che erroneamente vengono definiti “fenomeno”. La migrazione non è più un fenomeno, è una costante del nostro tempo che va accettata, compresa, resa umana.
Beatrice Trussardi, Presidente della Fondazione Nicola Trussardi, condivide questo pensiero: “…l’obiettivo di questa mostra, è quello di restituire al pubblico almeno una parte di queste esperienze, perché possano trasformarsi in conoscenza, fornendo risorse e strumenti utili alla ricerca di un equilibrio armonico tra gli esseri umani”.
Attraverso installazioni, video, immagini di reportage, materiali storici e oggetti di cultura materiale, La Terra Inquieta ricostruisce l’odissea dei migranti e le storie individuali e collettive dei viaggi dei nuovi dannati della Terra. Il percorso si snoderà attraverso una serie di nuclei geografici e tematici – il conflitto in Siria, lo stato di emergenza di Lampedusa, la vita nei campi profughi, la figura del nomade e dell’apolide – a cui si intersecheranno opere di forte impatto: vere e proprie metafore visive e monumenti precari eretti a commemorazione di questo nostro breve e instabile scorcio di secolo.
La mostra sarà visitabile alla Triennale sino al 20 agosto, da martedì a domenica dalle 10:30 alle 20:30, il biglietto costa 8 euro.
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