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La gomma riciclata da pneumatici fuori uso sta rivoluzionando le nostre strade, che diventano più sicure, silenziose e sostenibili.
Ogni giorno milioni di italiani si mettono al volante, percorrendo chilometri di asfalto, senza farsi troppe domande. Freniamo al semaforo, imbocchiamo una rotonda, attraversiamo un viadotto. Ma se quelle strade fossero più silenziose, più sicure, più resistenti… e anche più sostenibili? La buona notizia è che succede già. E spesso, senza che ce ne accorgiamo.
In Italia, oltre novecento chilometri di strade sono stati realizzati con asfalti modificati contenenti polverino di gomma riciclata da pneumatici fuori uso (Pfu): l’equivalente di un viaggio da Milano a Bruxelles. Un numero destinato a crescere, grazie a una tecnologia che migliora l’esperienza di guida, riduce l’inquinamento acustico e prolunga la vita del manto stradale. E, soprattutto, rappresenta un esempio concreto di economia circolare applicata alla vita quotidiana. Anche prodotti come gli pneumatici, frutto di una produzione complessa che comprende un mix di materiali, possono così essere trasformati in risorse utili proprio per quella stessa infrastruttura stradale su cui hanno viaggiato.
Ogni anno, in Italia, milioni di pneumatici esauriscono il proprio ciclo di vita. Si trasformano così in Pfu e, se riciclati correttamente, diventano una risorsa preziosa. Grazie a un articolato sistema di raccolta e trattamento – tramite una tecnologia ormai matura, testata in Italia e all’estero – è possibile trasformarli in granuli e polverini di gomma riciclata che trovano una seconda vita in diversi ambiti: nello sport, nell’edilizia, nell’arredo urbano e, appunto, nelle nostre strade.
I Criteri ambientali minimi (Cam) per le infrastrutture stradali, entrati in vigore a fine 2024, hanno dato ulteriore spinta all’uso del polverino negli asfalti, perché le pubbliche amministrazioni sono tenute a privilegiare l’uso di materiali sostenibili nelle gare per nuove infrastrutture. L’obiettivo? Infrastrutture più sostenibili, più durature, più efficienti.
Gli asfalti modificati con gomma riciclata non sono semplicemente “asfalti ecologici”. Sono soluzioni tecnologicamente avanzate che offrono vantaggi concreti. L’aggiunta di polverino di gomma ai conglomerati bituminosi migliora l’aderenza – aumentando di conseguenza la sicurezza sulle strade –, riduce il rumore da rotolamento (e dunque l’inquinamento acustico) e allunga la vita utile della pavimentazione. In altre parole, strade più confortevoli per chi guida, quartieri più vivibili per chi ci abita, cantieri meno frequenti e quindi meno costi, meno disagi e meno emissioni associate a lavorazioni e traffico.
Una soluzione già adottata in Paesi come Stati Uniti, Austria, Spagna e Portogallo, ma anche in molte regioni italiane. Le più virtuose sono Emilia‑Romagna, Toscana, Piemonte e Trentino-Alto Adige. In Emilia, per esempio, la Variante Canali a Reggio Emilia ha dimostrato una longevità straordinaria, resistendo perfettamente sei anni dopo la posa nonostante uno spessore ridotto del manto stradale. Al Sud, in provincia di Potenza, il programma Rubberap ha testato asfalti altamente performanti realizzati all’interno di aree urbane e industriali.
La gomma da Pfu non finisce solo nell’asfalto. Le sue proprietà la rendono adatta anche a superfici sportive (basket, atletica, padel), tappeti antitrauma per palestre, pavimentazioni per parchi gioco, arredi urbani resistenti agli agenti atmosferici, pannelli per l’isolamento acustico e rivestimenti antiscivolo per ambienti industriali e commerciali.
C’è persino un’applicazione per il benessere animale: speciali “cow shoes” che riducono il rischio di zoppia nei bovini, migliorando comfort e produttività negli allevamenti. Questa filiera non riguarda solo materiali: migliora i luoghi che viviamo ogni giorno. Campi da gioco più sicuri, scuole e uffici più silenziosi, spazi pubblici più accoglienti. È la definizione concreta di economia circolare: prestazioni migliori e benefici sociali che derivano da scelte di design orientate al riciclo.
Dietro a ogni chilometro di strada “silenziosa” o a ogni pavimentazione sportiva in gomma riciclata c’è una filiera che richiede responsabilità, competenze e investimenti. È un sistema che coinvolge istituzioni, aziende, operatori specializzati e consorzi, ognuno con un ruolo specifico nel garantire che gli pneumatici fuori uso vengano raccolti, tracciati e trasformati in nuove risorse. Il sistema è finanziato dal contributo ambientale pagato all’acquisto del nuovo pneumatico: in pratica, ogni volta che acquistiamo un nuovo pneumatico, il contributo ambientale versato permette di finanziare la sua gestione a fine vita, senza costi aggiuntivi per cittadini o amministrazioni. In Italia tra i principali attori di questo sistema c’è Ecopneus, società senza scopo di lucro nata dai maggiori produttori di pneumatici, che si occupa di garantire la raccolta, la tracciabilità e il recupero dei Pfu sul territorio nazionale.
Solo nel 2024, Ecopneus ha recuperato oltre 168mila tonnellate di pneumatici fuori uso, evitando che finissero abbandonati nell’ambiente e trasformandoli anzi in nuove risorse. Per rendere l’idea, la gomma raccolta in un solo anno basterebbe a coprire centinaia di migliaia di campi da basket o piscine olimpioniche. Una parte dei Pfu viene trasformata in granuli di gomma, acciaio e fibre tessili riutilizzabili in nuovi prodotti, mentre un’altra parte viene impiegata come fonte di energia nei cementifici, sostituendo i combustibili fossili. Il risultato è duplice: meno emissioni in atmosfera e più efficienza nella gestione delle risorse. Nel 2024, grazie a questo sistema, sono state evitate oltre 90mila tonnellate di anidride carbonica equivalente e risparmiata energia sufficiente a riscaldare più di 10 milioni di metri quadrati di edifici.
Se guidare su asfalti modificati è qualcosa che “facciamo senza saperlo”, allora il passo successivo è trasformare questa inconsapevolezza in cultura diffusa. Servono amministrazioni che applichino i Cam negli appalti, progettisti che conoscano le specifiche tecniche, imprese che investano in processi di qualità e cittadini informati sui vantaggi ambientali e sociali del riciclo. Diffondere la cultura del riciclo e promuovere l’utilizzo di materiali sostenibili è parte integrante della missione di Ecopneus, che nel 2024 ha raggiunto oltre 7,6 milioni di utenti con le sue attività di comunicazione. Un impegno che si concretizza anche in occasioni di confronto e approfondimento per addetti ai lavori e cittadini curiosi.
Per chi volesse scoprire da vicino il potenziale della gomma riciclata e il futuro delle infrastrutture stradali, il prossimo appuntamento è a Ecomondo, la fiera di riferimento per la transizione ecologica. Ecopneus sarà presente allo stand 201 del Padiglione B1, dove sarà possibile toccare con mano le innovative applicazioni di questo materiale. Inoltre, l’azienda promuoverà una tavola rotonda dedicata proprio al tema delle nuove infrastrutture stradali, intitolata “Strade sicure, durature e sostenibili: la traccia che vogliamo lasciare nel futuro”: un’occasione per approfondire come l’economia circolare debba diventare una realtà che ci accompagna ogni volta che accendiamo il motore. L’appuntamento è allo stand Ecopneus, giovedì 6 novembre dalle 10:30 alle 12:30.
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