
Il ritratto di un bambino mutilato a causa dei bombardamenti israeliani a Gaza ha vinto il World press photo 2025, il concorso fotografico che da 70 anni documenta le complessità del presente.
Il numero di volte in cui i poliziotti norvegesi si sono trovati a dover sparare un proiettile nel 2014 ha del sorprendente se si considera l’escalation di violenza che interessa molti stati del mondo occidentale. Solo due colpi di pistola sparati e nessun morto o ferito. Non bastasse questo dato, sorprende anche il numero di
Il numero di volte in cui i poliziotti norvegesi si sono trovati a dover sparare un proiettile nel 2014 ha del sorprendente se si considera l’escalation di violenza che interessa molti stati del mondo occidentale. Solo due colpi di pistola sparati e nessun morto o ferito. Non bastasse questo dato, sorprende anche il numero di volte in cui gli agenti di polizia hanno tirato fuori la pistola dalla fondina: 42, il più basso degli ultimi dodici anni.
È vero, la Norvegia è popolata da 5 milioni di persone, tante quante una metropoli europea, ma anche volendo fare una proporzione forzata con gli Stati Uniti (circa 319 milioni di abitanti), c’è da restare a bocca aperta. Negli States, infatti, solo nella prima metà del 2015 la polizia ha già ucciso 500 persone.
Un altro fatto interessante per capire la mentalità di questo popolo risale al 2011, l’anno in cui quel “folle” di Anders Breivik uccise 69 persone (110 i feriti) sull’isola di Utoya. Durante quel massacro la polizia non sparò nemmeno un colpo di pistola per arrestare Breivik.
Dopo la strage e gli attentati del 22 luglio 2011, il governo norvegese ha fatto sapere che sta considerando l’ipotesi di avere una polizia “meglio” equipaggiata. I poliziotti norvegesi sono tra i pochi in tutta Europa a non andare in giro con la pistola d’ordinanza (insieme a Islanda, Irlanda e Regno Unito). Questa può essere portata con sé solo previa richiesta e autorizzazione da parte di un superiore.
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