
La mancanza di dati ufficiali è un problema per il controllo del mercato legale di animali, soprattutto per le catture di quelli selvatici.
L’area marina protetta del comune pugliese elargirà un premio di cento euro per ogni tartaruga salvata e consegnata ai soccorritori. È il primo caso in Italia.
Si stima che ogni anno nel Mediterraneo la pesca professionale causi la cattura “accidentale” di oltre 130mila esemplari di Caretta caretta, specie prioritaria inserita nella Direttiva Habitat e classificata come “vulnerabile” dalla Lista Rossa della Iucn. Di queste tartarughe marine circa 50mila vengono catturate nei mari italiani, abboccando agli ami o rimanendo impigliate nelle reti, e circa 10mila non sopravvivono alla cattura.
Proprio per cercare di ridurre la mortalità di questi affascinanti e sempre più rari rettili marini, l’area marina protetta di Porto Cesareo (Amp), in provincia di Lecce, situata sulla costa ionica, ha istituito un fondo di soccorso per pescatori che salvano le tartarughe. Il Consorzio di gestione dell’area protetta ha deciso, caso unico in Italia, di prevedere nel suo bilancio “uno speciale fondo di sostegno per i pescatori, che avendo prestato soccorso ad una tartaruga, e consegnando la stessa ancora in vita ai soccorritori designati, faranno richiesta del contributo”.
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La somma annuale stanziata per l’iniziativa è di mille euro, e per ogni tartaruga marina salvata e consegnata ai soccorritori verrà riconosciuto ad ogni capobarca un contributo di cento euro. Non si tratta di somme particolarmente ingenti, ma è comunque un importante incentivo per favorire la salvaguardia di questi animali, sempre più minacciati dall’impatto antropico.
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“Col fine si salvare il maggior numero di tartarughe marine si ritiene opportuno incentivare e gratificare il pescatore, che operando nell’area marina protetta di Porto Cesareo, intende prestare soccorso alle tartarughe in difficoltà rinunciando all’introito della giornata”, ha commentato il presidente del Consorzio di gestione dell’Amp Porto Cesaeo, Remì Calasso.
I pescatori professionisti che dovessero recuperare una tartaruga marina dovranno immediatamente avvertire gli operatori dell’area protetta, che prenderanno in consegna l’animale per prestargli le cure necessarie. L’esemplare di tartaruga recuperato, ha specificato in un comunicato l’Amp, “dovrà essere tenuto a bordo dell’unità navale da pesca con solo coperto il carapace per mezzo di un panno bagnato. Qualora l’esemplare sia rimasto invece, impigliato in reti da posta, dovrà essere liberato limitando al massimo ulteriori traumi. Nel caso in cui l’esemplare sia abboccato all’amo non bisogna tentare di rimuoverlo”.
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