I colossi del petrolio hanno speso 6,2 miliardi di dollari per acquistare quote delle società che lavorano nel ramo delle energie pulite.
Il calo del prezzo del petrolio (non) sta mettendo in difficoltà le rinnovabili
La caduta del petrolio ha trascinato in basso anche le società green. Per Environmental defense fund, ma l’associazione tra petrolio ed energia ormai è un luogo comune.
La rapida caduta dei prezzi del petrolio ha trascinato in basso anche molte società di energia alternative. Perché? Per Victor Rojas e Paul Stinton Environmental defense fund, gruppo no profit di advocacy americano specializzato in temi ambientali, l’associazione tra petrolio ed energia ormai non è nulla di più di un luogo comune: “Petrolio può significare energia, ma energia non significa petrolio”. E questo perché la storica correlazione tra prezzi del greggio e domanda per energia rinnovabile si è indebolita sempre di più nei mercati globali.
© Sean Gallup/Getty Images
“Come le mele e le arance – spiegano – usiamo il petrolio e le rinnovabili per fare due tipi di succo completamente differenti: il petrolio produce soprattutto benzina per i trasporti mentre le rinnovabili generano elettricità. Da un punto di vista economico, petrolio e rinnovabili non sono sostituti: quando il prezzo di uno diminuisce, la domanda per l’altro non diminuisce”.
Ma se questo è vero, perché la caduta del prezzo del petrolio sembra aver indebolito anche i titoli azionari delle società green? Per Rojas e Stinson è un problema di percezione. È radicato nelle coscienze dei più che il prezzo del petrolio rappresenti il prezzo dell’energia in generale. Questa correlazione è una sfida continua che porta con sé ampie ripercussioni finanziarie e politiche. L’errore logico che tutta l’energia è economica perché il petrolio è economico può creare disincentivi per investitori, policy maker e clienti nel supportare le fonti rinnovabili efficientemente.
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