Problem solving, come educare il cane con il gioco e il divertimento

Il problem solving è un nuovo metodo per educare il proprio cane aiutandolo a risolvere senza stress eventuali problematiche relazionali o comportamentali. Ce ne parla l’esperta.

Il gioco è uno degli elementi fondamentali per il benessere e la salute psicologica dei nostri amici a quattro zampe. Proprio a questo proposito nasce il problem solving, un metodo innovativo in grado di stimolare l’apprendimento e l’intelligenza dei cani. “Il cane è un animale intelligente e ha bisogno di utilizzare sempre la sua mente e le sue capacità intellettive”, spiega Eleonora Mentaschi, comportamentalista. “Spesso ci occupiamo di fornirgli una adeguata attività fisica, di farlo correre e sfogare, ma ci dimentichiamo di allenare il suo cervello oltre al suo corpo. Ecco che l’attività mentale e, quindi, il problem solving, ci vengono in aiuto permettendoci di risolvere molti problemi”.

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Un momento di un’attività di problem solving © Eleonora Mentaschi

Problem solving, come imparare giocando

I cani hanno moltissime capacità di apprendere e di utilizzare a loro vantaggio le informazioni fornite dall’ambiente circostante. Aiutare il proprio amico a quattro zampe a imparare giocando significa anche aiutarlo a prevenire e a combattere stati d’ansia e piccoli, grandi problemi comportamentali e di relazione con l’uomo.

“Il problem solving vuole essere prima di tutto un approccio pedagogico fatto per risvegliare, stimolare e sostenere le capacità cognitive che ogni animale possiede fin dalla nascita. Si tratta di un metodo e di una disciplina non agonistica e non competitiva, adatta a cani di ogni razza, tipo ed età e che si può perfettamente integrare nei percorsi educativi e di modificazione del comportamento, così come nel lavoro in canile”, aggiunge Mentaschi.

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Ormai il premio è davvero vicino… © Eleonora Mentaschi

Quando l’attività mentale, intesa come percorso mirato e studiato per ogni singolo cane, viene proposta seguendo i metodi corretti da una persona qualificata e competente, è in grado di insegnare a ragionare e riflettere di fronte ai problemi che si prospettano nel quotidiano. Inoltre il problem solving aiuta il cane ad acquisire fiducia in se stesso e nelle proprie capacità e soddisfa un bisogno profondo e reale dell’animale.

“Questa attività stanca fino a dieci volte più dell’esercizio fisico e previene i problemi di comportamento, soprattutto quelli collegati a ipo-attività”, delucida Eleonora Mentaschi. Il problem solving rappresenta, quindi, un valido supporto nella soluzione di problemi di comportamento in affiancamento ad altri metodi e/o terapie comportamentali e costituisce un’attività libera e piacevole che aiuta l’animale a lavorare sulla calma e sull’autocontrollo.

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Guendalina cerca di risolvere un problema © Eleonora Mentaschi

L’attività mentale e gli esercizi del problem solving

Come si svolgono gli esercizi di problem solving? Si tratta di un’attività che coinvolge il cane in modo attivo, ma regalandogli momenti di gioia e di divertimento senza stress o ansie di sorta. “In pratica si propongono dei giochi appositamente creati e disegnati per nascondervi all’interno dei piccoli premi”, dice la comportamentalista. “L’animale dovrà risolvere il rebus, ossia trovare il modo per risolvere il problema e ottenere così il cibo nascosto. Ogni gioco è differente e viene costruito per avere caratteristiche specifiche: aprire un cassetto, schiacciare una leva, tirare una corda, spostare una casella (si può vedere la linea di giochi completa sul sito www.smartdog.it). Il cagnolino potrà utilizzare le zampe, il muso o la bocca. Soprattutto dovrà ragionare, pensare e concentrarsi per trovare la soluzione al problema proposto. Si tratta di un’attività mentale alla portata di ogni cane: sia esso cucciolo, adulto o anche anziano”.

Ogni soggetto è diverso, per questo il trainer esperto e qualificato (il cosiddetto “problem solving practitioner”) sceglie, mano a mano che si progredisce nell’apprendimento, i giochi più adatti. È molto importante infatti iniziare con attività ludiche semplici e adatte al cane e progredire seguendo le sue risposte. “È un po’ come a scuola quando si parte dalle elementari per arrivare alle medie e così via. La scelta dei giochi è forse la cosa più difficile, che richiede molta esperienza e per questo è bene affidarsi a personale esperto nel metodo”, delucida Eleonora Mentaschi. Si tratta, perciò, di un approccio pedagogico che vuole sviluppare in modo progressivo le abilità cognitive. Imparare giocando e, soprattutto, dimenticare stress e ansie – tutte cose che spesso trasmettiamo al nostro amico a quattro zampe con la nostra semplice vicinanza – utilizzando il problem solving sarà un metodo di straordinaria efficacia per relazionarsi e per impostare un corretto modo di vivere fra specie diverse, in nome dell’empatia e del divertimento.

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