I bassotti, una razza a rischio per una selezione sconsiderata

I bassotti, cani selezionati per la caccia in Germania, sono diventati una razza da compagnia che presenta, spesso, problematiche di salute

  • I bassotti sono nati in Germania selezionati per la caccia al tasso.
  • Negli anni sono diventati anche degli ottimi cani da compagnia.
  • La loro morfologia, però, è spesso causa di malattie osteo articolari e della temuta ernia del disco.

I bassotti si aggiungono alla lista – decisamente sempre più lunga – delle razze a rischio per colpa di problemi di salute diretta conseguenza di una selezione di allevamento al limite dell’assurdo. Sono compagni di sventura di questi cani tedeschi anche i bulldog, i carlini, i cavalier king charles spaniel, fino alle varie razze brachicefale di moda nonostante le patologie che ne affliggono l’esistenza. Ma facciamo un passo indietro e iniziamo a scoprire questi cani dalla forma a salsicciotto che, all’inizio, dovevano essere dei fedeli e utili compagni dell’uomo, caratterizzati di uno stato di salute davvero invidiabile.

bassotto a pelo ruvido
Un esemplare di bassotto a pelo ruvido © Pixabay

I bassotti e la loro storia

Anche i bassotti potrebbero rientrare fra le razze soggette al divieto di riproduzione nella natia Germania. L’ultima bozza della legge sulla protezione degli animali mira, infatti, a reprimere l’allevamento tramite tortura, ovvero la riproduzione di cani con tratti che causano dolore, sofferenza o danni fisici. E ciò potrebbe includere non solo brachicefali e toy, ma anche il bassotto “a causa delle loro gambe corte classificate come anormalità” con grave pregiudizio per la salute e il benessere. Se si guardano le immagini storiche di questi cani alla fine dell’ottocento si nota come essi presentavano zampe più lunghe e un busto più corto, senza perdere la loro caratteristica conformazione a salsicciotto. Si trattava, infatti, di una razza selezionata per la caccia a vari tipi di roditori infestanti le abitazioni e le campagne e la sua morfologia era prettamente stabilita per il compito prefissato. Ma ai giorni nostri,  il bassotto non è più un cane da tana, ma un compagno metropolitano che deve essere maneggiato e trattato come un animale da borsetta, facile da accudire e ancora più facile da portare in giro. Peccato, però, che in questo modo il povero bassottino abbia perso in salute e in aspettativa di vita.

Alcuni scrittori ed esperti hanno teorizzato che le prime radici della razza sono da far risalire all’antico Egitto, in cui sono state rinvenute incisioni raffiguranti cani con zampe piccole. Recenti scoperte circa resti mummificati di animali simili (estratti da antiche urne funerarie) possono dare credibilità a questa teoria. Nella sua incarnazione moderna, il bassotto è una creazione di allevatori tedeschi e comprende elementi tipici di segugi e terrier tedeschi, francesi e inglesi. I soggetti di questa razza sono stati allevati nelle corti reali di tutta Europa, tra cui quella della regina Vittoria, particolarmente innamorata di questo piccolo, ma coraggioso cane.

Ai giorni nostri la razza, nelle sue varietà descritte da un unico standard, è l’unica appartenente al 4º gruppo della classificazione della FCI. I vari tipi di bassotti si distinguono sostanzialmente per taglia (standard, nano e kaninchen) e lunghezza e tessitura del pelo (corto, lungo o duro). Tutti hanno, comunque, in comune le stesse tipologie caratteriali, le medesime malattie a sfondo ereditario e genetico, e le regole principali riguardanti la manutenzione, la cura e l’allevamento.

arlecchino
Il bassotto arlecchino si caratterizza per il mantello particolare e la colorazione degli occhi© Pixabay

Il bassotto arlecchino, una new entry al top

Negli ultimo anni si è evidenziata una richiesta sempre più marcata per un tipo preciso di bassotto: l’arlecchino. Con il suo manto maculato, questo cane costituisce una variazione sul tema della razza. Le macchie di colore caratteristiche sono il risultato dell’azione del gene “merle”, che influisce sulla pigmentazione della pelle e del mantello. Questo gene è dominante, per cui sarà possibile ottenere un bassotto arlecchino anche dalla prima generazione, con un solo genitore che lo esprime. Gli ultimi anni hanno tuttavia visto l’emergere di una moda di cani di questo tipo, e non ci si limita soltanto ai bassotti. Quasi tutte le razze da pastore, per esempio, possono esprimerlo, con varie gradazioni di colori e una particolare depigmentazione dell’occhio. Sia in queste tipologie, sia nel bassotto arlecchino, due genitori merle possono, però, avere una cucciolata che presenta problemi di salute potenzialmente gravi.

E’ fortemente sconsigliato, infatti, accoppiare due esemplari di questo tipo in quanto darebbero vita ad un doppio arlecchino, molto bello esteticamente, ma che potrebbe avere diversi problematiche di tipo fisico e caratteriale a causa del forte impatto genetico. Ed è perciò molto importante che ogni allevatore conosca bene la genetica di questa razza in modo da evitare la nascita di soggetti che presentano problemi. Da una parte, quindi, i bassotti arlecchino sono dei cani apprezzati per l’unicità dei loro mantelli; dall’altra, invece, è sempre richiesta attenzione per una pratica di allevamento che non è esente da conseguenze. E, purtroppo, il bassotto arlecchino si unisce all’elenco dei soggetti manipolati dall’uomo per fini estetici e commerciali che niente hanno a che vedere con la salute e il benessere dei cani.

bassotto arlecchino
Il mantello dell’arlecchino è dato dal gene merle © Pixabay

Il carattere e la vita pratica

Il bassotto è un cane che ama il gioco, adora correre, esplorare e stare a stretto contatto con la famiglia e con gli altri cani. In questo contesto non si differenzia molto dalle altre razze da tana e da caccia. E’ importante, però, che il piccolo bassotto abbia un’educazione corretta fin da cucciolo che lo porti a stabilire un comportamento normale e privo di atteggiamenti predominanti. Anche se dalla loro stazza non sembrerebbe, sono infatti soggetti con un carattere forte e una personalità dominante. Attenzione, quindi, se si sceglie il bassotto come compagno di vita e si ha poco tempo da dedicargli in famiglia e durante il tempo libero.

Per quello che riguarda la vita pratica e le cure quotidiane, i soggetti della razza vanno seguiti specificatamente per la dieta. Un bassotto grasso o con troppi chili di più diventerà, purtroppo, un cane facilmente predisposto alle problematiche che affliggono la razza. Per quel che riguarda la manutenzione giornaliera, la cura del mantello si differenzia a  seconda del tipo di pelo. Se non si ha tempo per spazzola e pettine, la cosa migliore sarà pertanto scegliere una varietà a pelo raso.

pelo lungo
Un bassotto a pelo lungo © Pixabay

I problemi della selezione

Quali sono gli  inconvenienti principali che derivano ai bassotti a causa della selezione attuata dall’uomo? In questa razza la problematica maggiore è data dalla condrodistrofia cioè una morfologia tipica di alcune razze canine definite anche “razze condrodistrofiche”. Si tratta di cani che presentano arti particolarmente corti rispetto alle dimensioni del tronco, con una caratteristica forma a salsiccia. Nella maggior parte dei casi sono esemplari nati dalla selezione dell’uomo per essere “cani da caccia”, o meglio “cani da tana”. La loro corporatura è stata ideata, infatti,  per consentire di stanare la selvaggina, infilandosi agevolmente nelle tane di lepri, volpi e tassi. Con il passare del tempo, questi “cani da tana” sono impropriamente diventati “cani da appartamento”, grazie alle dimensioni spesso ridotte e alla vivacità apprezzata dalle famiglie. La vita in appartamento, però, non è loro congeniale e provoca generalmente complicazioni per la salute,  visto che gli arti sono stati notevolmente accorciati a scapito di un tronco sempre più lungo. Il tutto per adeguarne la taglia alle esigenze di facile gestione quotidiana.

bassotto
Il bassotto è uno dei cani simbolo della Germania © Pixabay

Delucida l’esperto, il dottor Francesco Miccoli, medico veterinario e direttore sanitario di Reprovet ” La condrodistrofia è un disturbo nello sviluppo della matrice cartilaginea dell’osso. La conseguenza è che lo scheletro subisce malformazioni evidenti, con gravità variabile a seconda della localizzazione del disturbo.  In questa razza le anomalie a carico dei dischi intervertebrali predispongono alle ernie discali con conseguenze neurologiche severe e spesso invalidanti per tutta la vita (paralisi e/o paresi del treno posteriore) provocando una profonda sofferenza nei soggetti colpiti. Motivo per il quale in Germania si sta valutando di vietarne l’allevamento, e molti kennel club e club di razza, con i quali collaboriamo, hanno messo a punto protocolli e database, differenziati ed estesi disponibili in Italia su richiesta.

E’ necessario inoltre rilevare che i soggetti espositivi sono generalmente più lunghi dei soggetti da lavoro in tana e con una conformazione del distretto lombo-sacrale della colonna vertebrale e della muscolatura predisponente a un maggior rischio di contrarre ernia discale. Per contro i soggetti da lavoro sono pochi, tanto che le prove di questo tipo in esposizione sono più un palliativo che una vera e propria attitudine alla tana.  E’ semplice comprendere che sviluppando la selezione in questo modo, ovvero non testando i soggetti per questa patologia, essa si è diffusa sempre di più nella popolazione di razza, tanto che è difficile trovare soggetti eterozigoti per questa malattia soprattutto in Italia, dove è invece altissima l’incidenza dei esemplari omozigoti, con qualche eccezione nei pochi o pochissimi soggetti da lavoro”.

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Il bassotto è un perfetto cane da caccia, ma anche un ottimo compagno di vita © Pixabay

I bassotti e l’ernia del disco

L’elenco delle malattie a cui possono essere soggetti i bassotti è lungo. Tra le più rilevanti vanno considerate soprattutto quelle che riguardano l’apparato osteo articolare come, appunto, l’ernia del disco. Spiega il dottor Alessandro Passalacqua, medico veterinario che si occupa di fisiatria e riabilitazione: “Sicuramente l’ernia del disco del bassotto è considerata una problematica davvero importante sia per i piccoli pazienti che per coloro che ne condividono la vita. La malattia è dovuta a una predisposizione della forma della colonna vertebrale che viene indotta anche da fattori esterni e/o ambientali, come per esempio una cattiva alimentazione, scarsa attività fisica (e, in questo caso, in prima linea ci sono i problemi di obesità) e uno stile di vita non adeguato. Per esemplificare la colonna vertebrale è costituita da vertebre suddivise in cervicali (C1-C7), toraciche (T1-T13), lombari (L1-L7), sacrali e coccigee, che sono distanziate l’una dall’altra da dischi che assorbono gli urti. Se tali dischi si lesionano o dovessero rompersi, la conseguenza sarà la fuoriuscita del nucleo, generando così un’ernia e nei casi più gravi, anche una compressione midollare.

I sintomi più comuni dell’ernia del disco nel cane sono:

  • dolore acuto
  • plegia degli arti posteriori (assenza totale delle funzioni motorie)
  • paresi degli arti posteriori (diminuzione parziale della motilità)
  • perdita/riduzione del dolore profondo
  • perdita/riduzione dei riflessi
  • perdita/riduzione della sensibilità
  • minzione alterata (la cosiddetta vescica neurologica)
  • dolore sulla schiena e/o sul collo
  • posizione curva della schiena
  • impossibilità ad alzarsi in piedi sulle zampe posteriori
  • dolore nella camminata

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    L’ernia del disco è una patologia che può affliggere cani di ogni taglia e razza © Pixabay

Nei bassotti la prevenzione è d’obbligo

Come in altre razze e incroci canini, anche l’ernia del disco può essere prevenuta e affrontata con successo. Continua l’esperto: “In prima linea ci sono una serie di accorgimenti per prevenire l’insorgere e l’aggravarsi della malattia:

  • Alimentazione (il cane non deve assolutamente essere obeso né presentare chili di troppo).
  • Attività motorie
  • Nuoto
  • Creare un ambiente casalingo adatto alle sue attitudini
  • Evitare scale o comunque salti da acrobata (magari mettere dei cuscini sotto i divani per ammortizzare il contraccolpo sulla colonna)
  • Migliorare la superfice casalinga (evitare le superfici lisce e aumentare la presa delle zampe inserendo dei semplici tappeti di gomma)
  • Favorire le passeggiate sull’erba o sulla battigia
  • Evitare di prendere il bassotto come un bambino (non sollevandolo dalle ascelle, ma cercando di mantenere il più possibile la colonna in orizzontale, e prendendolo con una mano a livello del bacino e l’altra sotto lo sterno)

In pratica, comunque, i bassotti possono fare una vita normale come qualsiasi altro cane, anche se bisogna essere leggermente più attenti alla loro gestione proprio per la particolare morfologia.

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Le gambe esageratamente corte rispetto al corpo provocano spesso problemi ai bassotti © Pixabay

Il recupero dopo la malattia

Se un bassotto o qualsiasi altro cane dovesse essere colpito da un’ernia discale, bisogna recarsi immediatamente in una struttura adeguata quali centri veterinari che presentano al loro interno una figura come il neurologo/neurochirurgo, l’unico esperto in grado di  effettuare il prima possibile una visita specifica e valutare il paziente e le sue condizioni di partenza. Dopo questa attenta valutazione si tende ad effettuare una Risonanza magnetica /Tac che possa permettere di valutare il tipo di danno che ha causato l’ernia e la sua localizzazione,  oltre a capire se il midollo spinale si presenta alterato o meno. A questo,  di solito segue un intervento di neurochirurgia per poter ridurre ed eliminare la compressione midollare.

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L’ernia del disco è una patologia molto dolorosa e invalidante © Pixabay

Un rescue per la razza

Proprio per l’errata definizione di cane da appartamento, il bassotto razza da caccia e da tana per eccellenza, spesso viene abbandonato per la sua indole vivace e troppo attiva. O peggio, con l’insorgenza di una malattia e con il naturale processo di invecchiamento, il bassottino peluche mascotte di bimbi e famiglie diventa un peso a cui rinunciare senza molto affanno. Anche per questa razza, perciò, è nata un’associazione che si occupa di collocare, curare e assistere i soggetti abbandonati o bisognosi di cure specifiche. Ne parliamo con il presidente del Rescue bassotti, Paola Sutti, giornalista e appassionata della razza, per cercare di stilare un quadro più preciso degli abbandoni relativi ai bassotti:  “ La risposta presumerebbe una statistica, che non siamo in grado di fare: certo la sensazione che si ha, leggendo i post sui social, è quella di trovarsi di fronte a un aumento di cessioni di proprietà. Il periodo del Covid ha evidentemente generato una richiesta di cuccioli maggiore. Il punto è che il bassotto, per quanto splendido compagno di vita, ha delle esigenze dovute alla sua indole di cane da caccia e quindi di movimento, oltre che di una gestione oculata, basata sul rapporto e sulla sua educazione. Relegarlo in casa, considerando solo le sue dimensioni ridotte, ha portato a cani con forti problemi caratteriali. Certo a loro piace molto dormire sul divano – dal quale per altro non dovrebbero mai saltare -, ma sono come molle che devono poter scaricare l’energia e non solo nella ‘passeggiatina’ intorno all’edificio. Un altro aspetto che ci preoccupa è la moda dilagante degli arlecchini, che non vanno mai fatti accoppiare tra loro, perché potrebbero nascere cuccioli menomati, ciechi e sordi. Si tratta di un’informazione importantissima, anche per evitare che, nei prossimi anni, rescue come il nostro si ritrovino invasi da povere creature, nate dall’ignoranza di una regola fondamentale in questa razza e nei suoi derivati”. Per maggiori informazioni:  www.bassottiepoipiu.org

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