Impatto sociale

Profit e no profit, quando il pubblico chiede aiuto al privato. Il caso Ikea

Partiamo dalla fine, dall’ultimo intervento (fuori programma) dell’incontro nel negozio di Ancona per presentare i primi dieci anni del report di sostenibilità Ikea. Prende la parola Loredana Valentini, responsabile del Centro Servizi Immigrati del Comune di Ancona. Dapprima ha ringraziato Ikea per “la capacità di affiancamento e di fare gioco di squadra”, riferendosi in particolare al progetto “un

Partiamo dalla fine, dall’ultimo intervento (fuori programma) dell’incontro nel negozio di Ancona per presentare i primi dieci anni del report di sostenibilità Ikea. Prende la parola Loredana Valentini, responsabile del Centro Servizi Immigrati del Comune di Ancona. Dapprima ha ringraziato Ikea per “la capacità di affiancamento e di fare gioco di squadra”, riferendosi in particolare al progetto “un tetto per tutti” (punto di accoglienza temporanea di persone senza dimora, arredato da Ikea), per poi lanciare una richiesta all’azienda svedese: quella di aiutarli a sensibilizzare l’opinione pubblica al tema dell’accoglienza dei migranti.

 

Silenzio. C’è una sorta di momento di riflessione da parte dei rappresentanti Ikea presenti. È possibile che un’azienda privata sia diventata così importante e così stimata dal punto di vista della responsabilità sociale, che un’istituzione pubblica come il Comune di Ancona le si rivolga per una richiesta d’aiuto?
https://youtu.be/PoodwgVgpmI
Oltretutto, subito prima di lei aveva parlato il sindaco di Camerano, Massimo Piergiacomi, sul cui territorio sorge il negozio di riferimento per Ancona. Ikea, insediandosi lì, ha risolto alcune problematiche al Comune. Prima, c’erano 30mila metri quadri di una fabbrica chiusa da anni, quella della Farfisa, leggendario produttore di fisarmoniche ed organi elettrici (prima di essere spazzati via dai giapponesi). Il tetto era di eternit (rimosso in sicurezza a spese di Ikea).

 

Ikea ha inoltre finanziato a proprie spese la ristrutturazione e la riapertura della piccola stazione ferroviaria del paese, che ora affaccia direttamente sull’area del negozio; che di fatto è diventata anche parcheggio di scambio per i pendolari.

 

Il sindaco di Camerano, nel suo intervento, ha fatto anche un’altra richiesta ad Ikea: contribuire alla realizzazione di parte della ciclovia che proprio dalla stazione ferroviaria potrebbe connettersi ad altri itinerari ciclistici nel Conero.

 

I progetti sociali di Ikea Ancona

Ciò che Ikea sa far meglio, naturalmente, è arredare. E anche ad Ancona sono stati diversi i progetti sociali che si sono sviluppati così. Ne ha parlato con nella voce un filo di commozione, e di sincera riconoscenza, Cinzia Andreoni, responsabile del centro Papa Giovanni XXIII del capoluogo marchigiano. Hanno due residenze e un centro diurno per persone con disabilità intellettive. Ikea è arrivata ed ha arredato da cima a fondo (quadri compresi) 250 metri quadri di appartamento, anticipandone così enormemente la data di apertura. Cinzia Andreoni ha sottolineato la serietà e la responsabilità dei dipendenti Ikea, e la loro attenzione alle esigenze degli utenti.

Una cosa simile è stata fatta a Casa Sabrina, in cui la Fondazione Salesi ospita i familiari dei bambini ricoverati nell’omonimo ospedale.

 

Casa Sabrina
Una delle stanze arredate da Ikea a Casa Sabrina, Ancona

 

Pure Samir Al-Atrash, giovane responsabile della onlus Servizio di Strada ha avuto occhi sinceri nel raccontare come sia importante la collaborazione che da alcuni anni vede protagonisti i clienti Ikea, che volontariamente donano le loro coperte usate ai senza fissa dimora; un’esigenza che d’inverno è vitale, nel senso letterale del termine. L’iniziativa si chiama Riscalda la Notte ed è solo una di quelle che li ha visti collaborare con Ikea, come ad esempio questa.

 

Ikea - attività “riscalda la notte”
Raccolta di coperte per i senzatetto, donate dai clienti Ikea © Ikea

 

Ikea Ancona, lo smaltimento dei rifiuti e i progetti con Legambiente

Con l’88% dei rifiuti differenziati correttamente, Ikea Ancona è ormai vicina all’obiettivo del 90% che l’azienda si era data, e che alcuni negozi hanno superato. A fare questo lavoro in Ikea è un’azienda marchigiana, la Italmaceri, ormai parte del gruppo britannico DS Smith.
Diversi progetti di educazione ambientale hanno inoltre visto protagonista Legambiente Marche, ospite più volte dello store di Camerano. Tra questi il Festival Ambiente.

Festival Ambiente Ikea Ancona
Festival Ambiente di Legambiente Marche e Ikea © Ikea

 

 

Chieti, la novità si vede dai numeri

Quello di Chieti (in realtà siamo a San Giovanni Teatino, proprio a metà strada tra Chieti e Pescara) è il penultimo negozio Ikea aperto in Italia. L’esser nuovo si vede anche dai numeri della sostenibilità e da quelli delle risorse umane. Dal primo punto di vista Ikea Chieti vanta il primato come negozio più efficiente di Italia, l’unico sotto i 100 kWh/m2 di assorbimento energetico, piazzandosi a 99. Tra i primi anche per numero di pannelli fotovoltaici (11.291, per un impianto da 650 kW) a coprire un quarto del fabbisogno (e comunque il resto viene quasi interamente soddisfatto con energia idroelettrica prodotta da un consorzio avviato da Ikea in Valle d’Aosta).

 

La giovane età del negozio abruzzese si riscontra guardando i numeri del personale: il 77% dei dipendenti è assunta a tempo indeterminato, una percentuale alta in assoluto, ma bassa per Ikea; segno che le posizioni sono ancora molto mobili (nel negozio di Rimini, aperto da soli sette anni, gli assunti a tempo indeterminato sono il 99%). I 180 collaboratori diretti però stanno facendo rapidi passi in avanti, nell’ultimo anno fiscale gli avanzamenti di carriera sono stati 52: significa che una persona su quattro ha migliorato la propria posizione nell’organigramma aziendale (a Rimini, con un organico di 151 dipendenti, le promozioni sono state solo sei).

 

È infine il dato sulla raccolta differenziata a testimoniare la giovane età dello store chietino. Si è fermata infatti al 78% (poco per Ikea). La spiegazione sono stati i numerosi cantieri e riallestimenti che ci sono stati all’interno del negozio, e in questi casi la percentuale di rifiuti riciclabili si abbassa (le macerie non si possono riutilizzare).

 

I prodotti Wwf nel ristorante Ikea

La collaborazione tra la multinazionale svedese e l’organizzazione ambientalista conta molti anni alle spalle, ed è stata declinata in progetti internazionali, italiani e locali. Una partnership nazionale è quella che ha creato i menù bimbi, o la presenza dei prodotti Terre dell’Oasi, volto a unire agricoltura e conservazione della natura.

prodotti Terre dell'Oasi
I prodotti Terre dell’Oasi/Wwf, entrati nei menù dei ristoranti Ikea

 

Le case accoglienza arredate da Ikea a Pescara

Sono due, entrambe del locale centro di solidarietà, accolgono bambini e ragazzi allontanati da situazioni familiari particolarmente problematiche. Sono case grandi, composte ognuna da soggiorno, sala polifunzionale, uffici, camere per gli ospiti e stanze apposite per i neonati. Tutte arredate gratuitamente da Ikea.

 

I lavoratori Ikea in visita ai progetti sociali

Ce ne ha parlato Luana Mosca, che nel negozio di Chieti lavora al self service (dove i clienti prendono i pacchi che poi porteranno alla cassa). Lei è stata scelta nell’ambito di Iwitness, un programma per tutti i coworker Ikea nel mondo, che li manda a vedere di persona alcuni dei progetti sociali seguiti dall’azienda. Luana è andata a visitare Civico Zero, un’iniziativa di Save The Children per accogliere i minori non accompagnati arrivati in Italia come migranti.

 

Civico Zero - interni
Uno dei centri per minori “Civico Zero” arredati da Ikea © Ikea

 

Ikea ha arredato alcuni di questi punti, in particolare a Torino e a Roma, dove è andata Luana, rimasta colpita dai ragazzi presenti, da come si stiano costruendo un inizio di nuova vita dopo aver lasciato i paesi d’origine, e da come lascino testimonianza del loro passaggio, anche con una semplice foto appesa sulle pareti del centro dopo che hanno preso la loro strada.

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