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A Roma sono arrivati numerosi, provenienti soprattutto da scuole tecniche e professionali, giovani che stanno pensando a un futuro lavoro nella logistica delle merci. L’occasione il Progetto giovani conducenti, organizzato dall’Unrae in collaborazione con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Comitato centrale dell’Albo degli autotrasportatori. Obiettivo dell’iniziativa, che ha già raccolto l’adesione di
A Roma sono arrivati numerosi, provenienti soprattutto da scuole tecniche e professionali, giovani che stanno pensando a un futuro lavoro nella logistica delle merci. L’occasione il Progetto giovani conducenti, organizzato dall’Unrae in collaborazione con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Comitato centrale dell’Albo degli autotrasportatori. Obiettivo dell’iniziativa, che ha già raccolto l’adesione di 500 giovani, sostenere la riforma del settore trasporti in chiave sostenibile, passando attraverso la valorizzazione della forza lavoro e del ricambio generazionale verso giovani qualificati e adeguatamente formati .
“In una stagione in cui l’autotrasporto sta cambiando, diventando più complesso, più tecnologico e moderno, è stato giusto pensare di rivolgersi a una nuova generazione di autotrasportatori, investendo sulla loro formazione”, ha commentato in una nota il Ministro Graziano Delrio.
Un dato su tutti. La movimentazione delle merci su gomma in Italia raggiunge l’85 per cento. E in Europa rappresenta il 74 per cento del volume complessivo dei trasporti. Dal cibo ai vestiti, dai carburanti fino alla quasi totalità dei beni di largo consumo, senza il trasporto su gomma non arriverebbero nelle nostre case. Certo, l’impatto ambientale è tutt’altro che marginale: secondo un recente rapporto dell’EPA, l’agenzia del governo federale degli Stati Uniti preposta alla protezione della salute e dell’ambiente, il trasporto è responsabile del 14 per cento delle emissioni globali. La figura del camionista è, e rimarrà per diverso tempo, centrale. E al netto di scenari futuri dove l’intermodalità sarà sempre più sviluppata e il trasporto si sposterà progressivamente sulle rotaie, il cosiddetto ultimo miglio, ossia la consegna delle merci nei centri urbani, rimarrà a lungo delegato ai mezzi su gomma, sempre più virtuosi grazie a nuove tecnologie e ai carburanti alternativi. Inoltre, la guida autonoma e l’elettrificazione sono sempre più vicine, il che richiederà una nuova generazione di professionisti del trasporto, capaci non solo di sfruttare le tante innovazioni che già oggi sono nelle cabine di moderni camion, ma anche di interagire con una molteplicità di clienti che richiederà nuovi approcci.
Il Progetto giovani conducenti a oggi ha visto l’inserimento nel percorso formativo di 500 giovani, che hanno scelto la professione di conducente di veicoli industriali e si preparano a intraprenderla utilizzando il sostegno del progetto promosso dal ministero delle infrastrutture e dei trasporti Oggi sulle strade ci sono circa 775mila camionisti, la maggioranza dei quali “non si possono definire ‘giovani’, ha commentato Franco Fenoglio, presidente della sezione veicoli industriali di Unrae, a capo di Italscania e fra i maggiori sostenitori del Progetto giovani conducenti. “Servono nuove leve di conducenti, che sappiano trarre il meglio dai veicoli industriali nei quali le soluzioni tecnologiche adottate per il risparmio di carburante, la riduzione delle emissioni, la sicurezza e in genere per la sostenibilità, sono molto evolute”, spesso come e più che sulle automobili.
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