Nel primo mese di cessate il fuoco a Gaza l’esercito israeliano ha condotto bombardamenti per 25 giorni, uccidendo almeno 242 palestinesi.
È passato un mese da quando Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo di cessate il fuoco a Gaza. Un mese che però ha avuto molto poco di un effettivo cessate il fuoco. L’esercito israeliano ha violato i termini dell’accordo almeno 282 volte a partire dl 10 ottobre scorso e nei suoi attacchi militari, che hanno interessato 25 giorni su 31, ha ucciso 242 palestinesi e ne ha feriti 622. Allo stesso tempo ha continuato a limitare l’ingresso dei camion umanitari nella Striscia di Gaza, accusando Hamas di non aver rispettato i patti sulla consegna dei corpi degli ostaggi uccisi.
Nel frattempo si continua a negoziare per la fase due dell’accordo di cessate il fuoco, quella relativa alla futura amministrazione della Striscia di Gaza.
Un mese di (non) cessate il fuoco
L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas è entrato in vigore il 10 ottobre 2025. Raggiunto dopo lunghe negoziazioni e sulla base della proposta presentata dall’amministrazione statunitense di Donald Trump, prevedeva nella prima fase una serie di punti come, tra le altre cose, la fine delle ostilità nel territorio palestinese, il ritiro parziale dell’esercito israeliano, l’ingresso di centinaia di camion umanitari, la liberazione degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas e dei prigionieri palestinesi reclusi spesso senza accuse e processo nelle carceri di Israele e la consegna, sempre da parte dell’organizzazione palestinese, dei corpi degli ostaggi deceduti.
Solo alcuni di questi punti sono stati effettivamente rispettati. Hamas ha liberato nel giro di 72 ore tutti gli ostaggi israeliani e lo stesso ha fatto Israele con i prigionieri palestinesi, mentre le truppe israeliane sono arretrate dietro la cosiddetta linea gialla, che riguarda comunque più del 50 per cento della Striscia di Gaza. Per quanto riguarda l’ingresso dei camion umanitari, Israele ha limitato notevolmente il loro ingresso nel territorio palestinese come forma di ritorsione del fatto che Hamas non ha consegnato immediatamente i corpi degli ostaggi deceduti, per quanto diverse organizzazioni internazionali abbiano sottolineato che il lavoro di recupero di quei corpi nel territorio perlopiù ridotto in macerie della Striscia di Gaza potrebbe richiedere settimane se non mesi.
I negoziati su Gaza arrancano
Ma è sulla fine delle ostilità che il cessate il fuoco ha mostrato tutta la sua inefficacia. L’esercito israeliano ha continuato infatti a bombardare la Striscia di Gaza per ben 25 giorni a partire dal 10 ottobre scorso. Le violazioni dei punti del cessate il fuoco sono state almeno 282 e hanno causato l’uccisione di 242 persone palestinesi e il ferimento di 622. Le giornate peggiori sono state il 19 ottobre, quando l’esercito israeliano ha ucciso 45 persone a Rafah dopo la morte di due soldati delle Israel Defense Forces (Idf). E il 29 ottobre, quando l’esercito israeliano ha ucciso addirittura 109 persone, di cui oltre 50 bambini.
Il primo mese di cessate il fuoco si è dimostrato molto precario. E se i punti su cui si basava la fase uno dell’accordo sono stati perlopiù disattesi, i negoziati per arrivare alla fase due non stanno per ora portando a risultati concreti. Il piano Usa prevede il disarmo di Hamas e l’invio di una forza di stabilizzazione internazionale nella Striscia di Gaza, in attesa poi della ricostruzione e dell’instaurazione di un governo provvisorio. Ma l’organizzazione palestinese al momento non è disposta a posare le armi anche perché la forza internazionale non avrebbe solo compiti di peacekeeping ma un vero e proprio ruolo militare attivo, che passa anche dall’uso della forza per garantire ordine e sicurezza. A complicare ulteriormente il quadro c’è il fatto che centinaia di miliziani di Hamas sono rimasti intrappolati nei tunnel sotterranei e l’unico modo che hanno per uscire è di consegnarsi alle truppe israeliane. Il governo di Tel Aviv vorrebbe poterli uccidere o catturare ma questo significherebbe violare ancor di più i termini del cessate il fuoco. Gli Stati Uniti stanno facendo pressione perché si baratti la loro liberazione in cambio della consegna delle armi.
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