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La fitoterapia viene impiegata anche nella cura delle patologie oncologiche, e non solo a scopo preventivo. Ecco quali rimedi forniscono maggiore protezione.
Il dottor Hamer ha sempre visto nel cancro un tentativo di risoluzione a un problema, una protezione del corpo a una richiesta dura e imperiosa della vita: gli organi ci sostengono e talvolta si ammalano pur di riuscire a farlo. Questo stesso medico, dopo la propria diagnosi di cancro, correlò l’esordio della malattia al trauma per la morte del giovane figlio. Davanti alla chiamata della vita un organo è destinato a rispondere. Di fronte a un problema del “nido” una donna reagirà forzando gli organi di accudimento, la mammella e l’utero. Se è la paura a minacciarci, a far breccia nella famiglia o nel lavoro, l’urina segnerà il territorio forzando vescica, prostata e reni. Davanti alle situazioni indigeste e ai bocconi amari da ingoiare gli enzimi digestivi faranno del loro meglio per aiutarci a risolvere e smaltire in fretta, ma forzeranno pancreas, stomaco e intestino.
Questi semplici esempi ci inducono a pensare come la genesi delle malattie sia estremamente legata alle corde emotive, corpo e anima insieme. La risoluzione del problema pertanto non potrà prescindere da un aiuto che sostenga l’uno e l’altra. La metà dei pazienti in terapia oncologica utilizza rimedi naturali, cerchiamo dunque di capire quali sono i fitoterapici di reale aiuto verso i quali anche la ricerca scientifica ha già puntato l’attenzione.
Le cellule non sono eterne, neppure le cellule di cancro: tutte sono tutte destinate all’apoptosi ossia alla morte naturale. Secondo uno studio pubblicato sul portale del National Center for Biotechnology Information, la capacità dell’Aloe-Emodina (Aloe Vera) è proprio quella di favorire i processi che inducono le cellule tumorali all’apoptosi, soprattutto nei tumori neurologici.
Grande interesse per questa pianta cinese utile in particolare per il tumore polmonare. Si è stabilito che l’astragalo può addirittura incrementare l’efficacia della chemioterapia a base di platino (Journal of Clinical Oncology). Le sue proprietà aggiuntive sono l’effetto tonico, molto utile in un malato debole, e il suo effetto sulle cellule del sistema immunitario, rese più forti e aggressive durante la sua somministrazione.
La pianta dei baci a Natale è davvero un grande dono. Contiene la viscotossina capace di rallentare la crescita delle cellule malate creando una stabilizzazione che le rende meno aggredibili. Indicato soprattutto per chi è già stato operato e deve prevenire le recidive. In particolare il Viscum album ha dimostrato di ridurre le recidive dopo intervento per tumore vescicale (Journal Urology).
È un fungo che ha dimostrato, al microscopio, di contrastare i processi di angiogenesi nel cancro mammario (British Journal of Cancer) e dunque di inibire la crescita dei gruppi cellulari malati. Angiogenesi significa vascolarizzazione, dunque inibirla vuol dire tagliare i viveri al cancro.
Da questo albero meraviglioso si è estratto il Taxolo, ottimo chemioterapico di nuova generazione, fiore all’occhiello della terapia oncologica per il cancro ovarico e mammario. Talmente forte da poter essere utilizzato nei tumori aggressivi che crescono nonostante la prima linea di chemioterapia.
È al centro della terapia del prof. Di Bella contro il cancro e le è riconosciuto un ruolo protettivo soprattutto nei pazienti con carcinoma mammario e carcinoma prostatico. I risultati sono davvero promettenti e il suo utilizzo a lungo termine è protettivo verso le possibili recidive di malattia. Se assunta nelle ore serali migliora anche il riposo notturno e il sonno permane più profondo e ristoratore.
Bibliografia consigliata:
Dr. Ryke Hamer, Testamento per una nuova medicina
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