Psicodanza: che cosa è e come si svolge una sedata

La psicodanza vuole aiutare a vivere bene con se stessa. Una seduta di psicodanza si svolge in una palestra ed i partecipanti si muovono con vestiti comodi

Gianni, da dove nasce questo progetto?

Dall’idea di costruire un sistema di riequilibrio emotivo e psicofisico, evitando i tempi lunghi dispendiosi e sofferti della seduta di psicoanalisi, ad elaborare un trattamento di gruppo denominato Psicodanza. Realizzare questo intento non è stato difficile, in quanto altri valenti pionieri avevano lavorato in questa direzione, mettendo a punto tecniche come la Danzaterapia, la Biodanza, lo Psicodramma, il Mitodramma e la Danza dei colori.

Cosa accade? Come si svolge?

Il contesto giocoso in cui interagiscono i partecipanti favorisce l’armonia e l’integrazione delle parti in conflitto che sono all’interno di ciascuno di noi. La Psicodanza si svolge in una palestra ed i partecipanti, circa una ventina, si muovono con vestiti comodi e senza scarpe. In questo scenario vengono rappresentate in modo simpatico e allegro la varie situazioni che nella vita sono causa di dubbi e di incertezze. Questa serie di esperienze, vissute attraverso il movimento, la musica e l’espressione delle emozioni, agevola le soluzioni per noi più opportune. La presenza dello psicoterapeuta rassicura, sostiene ed aiuta i partecipanti a liberare le loro tensioni, a superare le loro inibizioni e a produrre gesti, movimenti e posture più naturali, più spontanee e più vantaggiose per l’individuo.

Quali sono gli scopi e gli obiettivi?

Il fine della Psicodanza è quello di aiutare la persona a vivere bene con se stessa, con un partner e/o in gruppo. In sintesi sono questi gli obiettivi: -avviare a soluzione conflitti emotivi, latenti o repressi -correggere la postura rigida o anomala, in modo da rendere tutto il portamento più armonico, naturale e seducente -instaurare, ristabilire o migliorare una relazione affettiva con un partner -superare la timidezza, imparare a parlare in pubblico e/o a socializzare -apprendere la difficile arte di “osare sempre e non subire mai”.

Da un’intervista con Gianni Camattari

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