
Uno studio di Ipes-Food rivela fino a che punto la produzione di generi alimentari sia legata ancora ai combustibili fossili.
Le lingue indigene sono un patrimonio inestimabile che va protetto, insieme ai diritti delle popolazioni native. Per questo l’Onu ha dichiarato il 2019 l’Anno internazionale delle lingue indigene.
Anche una lingua si può “estinguere” come succede alle specie animali e vegetali. Questo succede nel momento in cui muore l’ultima persona in grado di parlarla. Ad esempio, quando Marie Smith Jones è morta nel gennaio 2008, con lei è sparita la lingua indigena degli Eyak, popolazione dell’Alaska meridionale. La morte di un individuo come Udach’ Kuqax’a’a’ch’ (il nome indigeno di Jones) non è solo una perdita a livello umano, ma anche culturale.
Per evitare che casi come questo continuino a ripetersi, le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2019 l’Anno internazionale delle lingue indigene, con l’obiettivo di preservarle, tutelando i diritti e il benessere di chi è in grado di tenerle in vita.
Leggi anche: I volti delle culture indigene più colorate e remote del mondo, nei ritratti del fotografo Jimmy Nelson
Gli indigeni sono gli abitanti nativi di un luogo; perpetuano tradizioni e stili di vita antichi, al contempo si adattano alla modernità, mantenendo comunque caratteristiche sociali, culturali, economiche e politiche distinte da quelle delle società dominanti in cui vivono. Stiamo parlando di 570 milioni di persone divise tra 90 paesi.
Alla base dell’unicità dei cinquemila popoli indigeni del mondo ci sono le lingue, che definiscono l’identità sociale e culturale di queste comunità e permettono loro di tramandare usanze, conoscenze e la loro storia. Sono fonti di informazioni preziose sugli ecosistemi: attraverso di esse vengono trasmessi saperi antichi sull’utilizzo delle piante e degli elementi naturali. Infatti gli indigeni sono in prima linea nella salvaguardia dell’80 per cento della biodiversità che ci resta, quindi tutelare i loro territori e il loro legame con essi è nell’interesse di tutto il Pianeta.
Esistono già strumenti importanti a sostegno delle lotte indigene non solo per la difesa dell’ambiente ma anche dei loro diritti. Ogni 9 agosto si tiene la Giornata mondiale dei popoli indigeni, proclamata dall’assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1994 con l’obiettivo di celebrare la loro diversità e gettare luce sulle violazioni e sulle ingiustizie che continuano a subire dopo secoli di colonizzazioni e genocidi. Infatti, gli indigeni costituiscono il 5 per cento della popolazione mondiale ma il 15 per cento delle persone più povere: sono tra i gruppi più vulnerabili e meno tutelati al mondo.
A questa manifestazione si è aggiunta nel 2007 l’adozione, sempre da parte dell’Onu, della Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni che sancisce il loro diritto all’autodeterminazione, di essere liberi da ogni tipo di discriminazione, in particolare nell’esercizio delle loro usanze e nell’espressione della loro identità. Nel 2016 si è aggiunto un altro tassello importante in questo senso quando l’Assemblea generale delle Nazioni Uniti ha deciso di proclamare il 2019 Anno internazionale delle lingue indigene. È stato stabilito un “piano d’azione” con dell’agenzia Unesco a capo del coordinamento degli enti impegnati in operazioni di sensibilizzazione e salvaguardia.
Delle 6.700 lingue parlate al mondo, la stragrande maggioranza è indigena. Una lingua si estingue ogni due settimane e con la crescita del numero di persone che parlano quelle dominanti – come l’inglese, il cinese e lo spagnolo – a discapito della diffusione di quelle meno conosciute, si stima che potrebbero sparire tra il 50 e il 90 per cento delle lingue al mondo entro la fine di questo secolo. Stiamo assistendo a una perdita inesorabile del patrimonio culturale delle popolazioni native e non resta che agire per cercare di salvarlo.
Indigenous languages matter for peace, reconciliation & #GlobalGoals.
Find out more from @UNESCO: https://t.co/EiNtBuuaOV #WeAreIndigenous pic.twitter.com/s2qpatNyO6 — United Nations (@UN) 8 agosto 2018
Le lingue indigene giocano un ruolo fondamentale nella vita quotidiana delle persone, nella difesa dei diritti umani, nei processi di pace e di sviluppo sostenibile. Perderle significherebbe cancellare per sempre visioni alternative ai valori, alle filosofie e agli stili di vita delle culture dominanti. Forse non ce ne rendiamo conto, ma la lingua che parliamo definisce chi siamo, il nostro modo di intendere e relazionarci con il mondo. E in un mondo sempre più interconnesso, dove le differenze vengono soppresse per far spazio alla globalizzazione, difendere l’unicità delle popolazioni indigene e delle loro lingue è la chiave per preservare la nostra ricchezza come esseri umani.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Uno studio di Ipes-Food rivela fino a che punto la produzione di generi alimentari sia legata ancora ai combustibili fossili.
Descritto dai dati delle piattaforme Microsoft, il lavoro d’ufficio è un flusso incessante di mail, riunioni e notifiche che soffocano la concentrazione.
La pista da bob di Cortina, dopo mesi di polemiche, è stata effettivamente costruita. Il commissario di Governo Simico racconta come ha portato in porto il progetto.
Troppe generalizzazioni, troppo spazio a guerre e povertà, poco ad ambiente e cultura e alle voci vere: lo dice il rapporto di Amref e Osservatorio Pavia.
Nel 2024 spesi 2.718 miliardi di dollari in armi, in un clima crescente di tensione. E le guerre rischiano di trasformarsi in profezie che si avverano.
Il cardinale Robert Francis Prevost è il nuovo Pontefice della Chiesa cattolica, successore di Jorge Mario Bergoglio. Ha scelto il nome di Leone XIV.
Un libro raccoglie storie ed esperienze dei primi quattro decenni di Fondazione Cesvi. Abbiamo intervistato il suo autore, il Presidente onorario Maurizio Carrara.
Il ritratto di un bambino mutilato a causa dei bombardamenti israeliani a Gaza ha vinto il World press photo 2025, il concorso fotografico che da 70 anni documenta le complessità del presente.
Il parlamento dell’Ungheria ha approvato una nuova stretta repressiva che inserisce in Costituzione il divieto a manifestazioni come il Pride.