Si chiamava Saly, aveva cinque anni. Nello scatto vincitore del World press photo 2024, il concorso di fotogiornalismo più importante al mondo, non si vede un centimetro del suo corpo senza vita. E non si vede nemmeno il volto della zia, Ines Abu Maamar, che lo stringe forte a sé. Mohammad Salem, fotografo dell’agenzia Reuters,
Voci di confine, perché la migrazione è (anche) una bella storia
Le migrazioni non sono quelle dei cliché. Sono un fenomeno che ha dato vita all’umanità, al suo sviluppo e arricchimento. Il progetto Voci di confine racconta storie, anche di italiani nel mondo, per capovolgere i pregiudizi.
Uno degli avvocati più impegnati nel campo dei diritti umani, Alessandra Ballerini, mi ha raccontato di quando un giorno è andata a parlare di immigrazione in una scuola media e aveva chiesto ai ragazzini quanti, secondo loro, fossero gli stranieri in Italia. “Il 40 per cento!”, hanno risposto alcuni. “Il 25 per cento!”, “Il 30 per cento”, hanno risposto altri. Senza fare un plissé Alessandra aveva proseguito con un’altra domanda: “E qui dentro quanti sono gli stranieri?” Gli alunni si erano guardati intorno e poi avevano risposto serafici all’unisono: “Nessuno!” Ovviamente, tra i banchi c’erano occhi a mandorla e varie sfumature di carnagione, ma per loro erano tutti solo compagni, nessun forestiero.
Il mondo dei grandi, purtroppo, fa queste distinzioni, dimenticando che la migrazione è un fenomeno presente sin dall’inizio dell’umanità, e che ad essa dobbiamo il nostro sviluppo. Posizioni oltranziste per tenere lontano il “diverso” da noi, non volerlo conoscere, rifiutarlo a priori, non fanno bene a nessuno.
Il progetto Voci di confine
Per conoscere e interpretare la realtà migratoria al di là dei pregiudizi che dilagano sui social media e sui mezzi di informazione è nato Voci di confine, un progetto creato da sedici organizzazioni (tra cui Terre des Hommes e Amref) impegnate nella difesa dei diritti umani, enti locali di confine impegnati ogni giorno nella gestione del fenomeno migratorio, associazioni delle diaspore e di volontariato, imprese sociali, enti di ricerca ed esperti della comunicazione. Cofinanziato dall’agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo (Aics) entro la fine del 2018 il progetto realizzerà campagne d’informazione basate su dati concreti e storie di vita vissuta; percorsi educativi nelle scuole e nei centri di aggregazione, per portare ai più giovani un punto di vista basato sull’obiettività delle statistiche e delle esperienze; e scambi di buone pratiche, con incontri territoriali.
Le migrazioni come opportunità di sviluppo
Il sito di Voci di confine è già attivo e raccoglie molti dati sui fenomeni migratori forniti da Idos (Immigrazione dossier statistico), che dimostrano come la presenza di immigrati si riveli una opportunità di sviluppo e arricchimento, non solo sociale ma anche da punto di vista economico, per l’Italia. Come ad esempio i due miliardi di euro, pari a un decimo della finanziaria 2018, che costituiscono l’utile per lo stato italiano, al netto delle spese, di quanto versato dai cittadini stranieri in contributi previdenziali nel solo 2015. Contributi tanto più preziosi quanto più la popolazione del nostro paese invecchia. Un decimo del nostro pil è prodotto dal lavoro degli immigrati.
Le storie di migrazioni lontane dai cliché
Una sezione del sito è dedicato alle storie, come quella di Camilla Hawthorne, ricercatrice italo-afroamericana, che dimostrano come l’incontro di culture e mondi apparentemente distanti creino identità capaci di riconoscere e interpretare la complessità del mondo attuale, una competenza estremamente desiderabile al giorno d’oggi. Le storie raccolte nel sito documentano l’emozionante percorso verso il nuovo compiuto da migranti – anche italiani – e la ricerca d’identità sempre più complesse delle seconde generazioni, che non si ritrovano più nei cliché riportati dai principali mezzi di comunicazione.
Proprio dai cliché della tradizione letteraria più italiana parte l’avventura dei due minori che sono arrivati soli sulle nostre coste e che a Milano hanno partecipato all’ultima “maratona Manzoni” con un bellissimo rap che racconta la loro storia di novelli Renzo in fuga dalle imposizioni, lontani dall’amore ma speranzosi nel futuro. Al loro videoclip hanno partecipato con entusiasmo vari studenti del liceo classico Alessandro Manzoni di Milano.
Insomma, l’Italia che Voci di confine racconta è un paese multiculturale, ricco di nuove energie e aperto al futuro, al di là di stereotipi, strumentalizzazioni politiche e idealizzazioni. Chiunque abbia – direttamente o indirettamente – esperienza di migrazione può inviare la propria storia affinché venga raccontata.
A proposito, gli stranieri costituiscono il 9 per cento della popolazione del nostro Paese.
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